Gustav Holst

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Gustav Theodor Holst (21 settembre 1874 – 25 maggio 1934) fu un compositore inglese. E' famoso soprattutto per la sua suite per orchestra The Planets. La sua musica fu influenzata dalla spiritualità indiana e dalle melodie del folklore inglese, e il suo stile compositivo è notoriamente connotato da un'originale gestione metrica e da ossessiva iterazione melodica. Fu il padre della compositrice e direttore d'orchestra Imogen Holst.

[modifica] Biografia

[modifica] I primi anni

Gustav Holst (il cui nome originario era Gustavus Theodor von Holst: rimosse la particella nobiliare von dal suo nome in conseguenza ai sentimenti antitedeschi in Inghilterra durante la Prima Guerra Mondiale, ufficializzandolo nel 1918) nacque nel 1874 a Cheltenham, in Inghilterra, da una famiglia di origine svedese (by way di Lettonia e Russia), e studiò alla Pate's Grammar School. Suo padre era organista presso la Chiesa di Ognissanti a Pittville, e la sua casa d'infanzia è ora un piccolo museo, dedicato in parte a Holst e in parte a descrivere la vita quotidiana alla metà del XIX secolo. Holst crebbe nell'ambiente culturale dominato da Oscar Wilde, Arthur Conan Doyle, Gauguin, Monet, Wagner, Čajkovskij, e Giacomo Puccini.

Sia lui che sua sorella studiarono pianoforte sin dall'infanzia, ma Holst, afflitto da un disturbo nervoso ai movimenti della mano sinistra, nell'adolescenza abbandonò il piano a favore del trombone, che gli riusciva meno difficoltoso suonare.

Frequentò il Royal College of Music a Londra, fondato proprio in quegli anni, studiando con Charles V. Stanford: là incontrò compagni che sarebbero stati amici per sempre, come Ralph Vaughan Williams, la cui musica è per la maggior parte ispirata da poetiche diverse da quella di Holst, ma la cui stima nei suoi confronti fu sempre solida e sincera.

Holst fu influenzato in quegli anni dalle idee socialiste, e seguì conferenze e discorsi di George Bernard Shaw (con cui condivideva la scelta del vegetarianesimo) e di William Morris. Sia Shaw che Morris erano ferventi sostenitori del movimento socialista in Inghilterra.

Sempre durante questi anni, Holst si interessò al misticismo indiano ed alla spiritualità. Questo interesse influenzò le sue opere più tarde, tra cui Sita, (un opera in tre atti basata su un episodio del Ramayana), Savitri (un opera da camera basata su una storia dal Mahabharata) e Hymns from the Rig Veda. Per preparare quest'opera studiò il sanscrito per non doversi servire delle 'mediocri' traduzioni del tempo.

Prima di guadagnare a sufficienza per vivere come compositore, suonò il trombone in un'orchestra famosa, la 'White Viennese Band', diretta da Stanislas Wurm. La musica era kitsch e ripetitiva e non incontrava il suo gusto: definì quei brani 'criminali'. Fortunatamente poté smettere grazie al suo successo come compositore ed al guadagno stabile come insegnante.

Lavorò come Direttore musicale alla St Paul’s Girls' School ad Hammersmith, Londra. Per l'orchestra scolastica compose un'opera ancora oggi popolare e di successo: St Paul's Suite (1913). Le sue composizioni per banda musicale, anche se numericamente esigue, sono pietre miliari nel repertorio per questa formazione: le sue Suites vengono suonate regolarmente fino ai nostri giorni. L'unica sua opera per brass band, A Moorside Suite, rimane anche oggi una parte importante del repertorio.

In questi primi anni fu fortemente influenzato dalla poetica di Walt Whitman, come pure molti dei suoi contemporanei, ed utilizzò le sue parole in "The Mystic Trumpeter" (1904). Musicò anche liriche di Thomas Hardy e Robert Bridges.

Nello stesso periodo crebbe l'interesse nei confronti delle antiche canzoni popolari inglesi, dei cantori di madrigali e dei compositori del periodo Tudor da parte dell'intero mondo musicale e in particolare il suo amico Ralph Vaughan Williams. Holst condivise l'ammirazione del suo amico per la semplicità ed economia di queste melodie, e una delle caratteristiche più riconoscibili del suo stile è il loro uso nelle sue composizioni.

Holst fu un appassionato viaggiatore. Alla sua morte ebbe visitato in modo piuttosto completo l'Italia e la Francia, e vide quasi tutta l'Inghilterra all'epoca della sua morte. Egli viaggiò anche al di fuori dei confini europei, recandosi in Algeria, all'epoca colonia francese, nel 1906. Intraprese questo viaggio anche per seguire il consiglio dei medici che gli avevano prescritto un trattamento contro l'asma e contro la depressione, che si impadronì di lui dopo la sconfitta all'ambito Premio Ricordi. I suoi viaggi nelle terre arabe e berbere, incluso un lungo tour del Sahara algerino in bicicletta, ispirarono la suite Beni Mora, scritta al suo ritorno.

Nel 1912, dopo la tiepida accoglienza della sua opera corale The Cloud Messenger, Holst partì in Spagna con i musicisti Balfour Gardiner e Clifford e Arnold Bax, in un viaggio finanziato con i fondi di una donazione anonima. Nonostante la sua timidezza, Holst era affascinato dalla gente e dalla società, e aveva sempre pensato che il miglior modo per conoscere bene una città era perdersi al suo interno. A Girona, in Catalogna, spariva spesso, e soltanto diverse ore dopo i suoi amici lo ritrovavano a intrattere discussioni astratte con i musicisti locali. Fu proprio in Spagna che Clifford Bax fece apprezzare a Holst l'astrologia, un hobby che in seguito avrebbe ispirato la famosa suite I Pianeti.