Giuda il Galileo
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Giuda il Galileo o Giuda di Gamala figlio di Ezechia dove galileo sta ad indicare non tanto una provenienza geografica ma l'attività di fuorilegge (vedi anche zelota). Giuda era di Gamala, continuò la guerra patriottico religiosa del padre verso la dinastia erodiana che lo aveva spossesato del diritto al regno ottenendo discreti successi militari anche contro i romani.
Secondo Giuseppe Flavio, costituì la setta degli zeloti.
«Giuda il Galileo introdusse una quarta setta i cui membri sono in tutto d'accordo con i Farisei, eccetto un invincibile amore per la libertà che fa loro accettare solo Dio come signore e padrone. Essi disprezzano i diversi tipi di morte e i supplizi dei loro parenti e non chiamano nessun uomo signore.»
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(Giuseppe Flavio, Ant. Giud., XVIII, 23)
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Di seguito alcuni passi di Giuseppe Flavio su Giuda di Gamala:
In seguito ad una sollevazione organizzata durante il censimento della Palestina supervisionato da Quirinio, all'epoca in cui Luca ambienta la nascita di Gesù, Giuda viene sconfitto e ucciso.
A proseguire la lotta i suoi figli tra i quali Giacomo e Simone, arrestati e giustiziati esattamente quando, secondo la tradizione evangelica, furono arrestati gli apostoli Giacomo e Simone, con l'accusa di attività sovversive.
Infatti nel 63 avanti Cristo Gneo Pompeo, dopo la conquista della Siria, diede un nuovo assetto politico a tutti i possedimenti dell'Asia (Palestina compresa) prima di rientrare a Roma.
In Palestina (annessa all'Impero in qualità di protettorato) stante il conflitto tra i due fratelli Aristobulo II e Ircano II (appartenenti alla stirpe degli Asmonei che faceva risalire le sua ascendenza alla stirpe di David). Pompeo, eletto arbitro della contesa, decise in favore di Ircano II scontentando i sostenitori di Aristobulo II i quali organizzarono una rivolta armata. La successiva repressione romana delle rivolta porta all'occupazione di Gerusalemme e alla profanazione del Tempio da parte dei legionari (cosa che attira l'odio degli ebrei).
Sin dai tempi di Erode il Grande l’ingresso nell’atrio interno del Tempio era stato interdetto, sotto pena di morte, ai non circoncisi. Un’iscrizione greca del Tempio erodiano, ritrovata nel 1871, recita:
«Nessuno straniero metta piede entro la balaustrata che sta attorno al Tempio e nel recinto. Colui che vi fosse sorpreso, sarà la causa per sé stesso della morte che ne seguirà.»
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Si tratta di un caso in cui ai soldati giudei era lecito mettere a morte un uomo[1].
Sedata la rivolta e riconfermato Ircano II al trono di Gerusalemme (sotto tutela di Antipatro, uomo di fiducia di Pompeo), Pompeo partì per Roma lasciando di presidio una legione a Gerusalemme.
Giulio Cesare, vinta la guerra civile riconfermò (47 a.C.) l'assetto dato da Pompeo alla Palestina: Ircano II al trono di Gerusalemme con la tutela di Antipatro.
Nella successiva guerra in oriente Cesare venne soccorso da Erode, figlio di Antipatro, che si schierò con lui nella repressione contro i rivoltosi di Ezechia (figlio di Aristobulo II) al fine di ipotecare la successione agli Asmonei sul trono di Gerusalemme. Erode eliminato Ezechia (44 a.C.) e guadagnatosi il favore di Cesare, colse l'occasione della prigionia di Aristobulo II sconfitto dai Parti, per installarti sul trono di Gerusalemme facendosi eleggere dai Romani re della Palestina (40 a.C.).
Al rientro di Ircano II dalla prigionia, Erode fece uccidere lui e tutti i suoi discendenti che avrebbero potuto contestargli il regno, compresa sua moglie e i due figli che aveva avuto da lei (probabilmente la strage degli innocenti riportata dai vangeli, della quale non si hanno prove, ricorda questo episodio).
Eliminata la discendenza di Ircano II la "legittima" rivendicazione del trono è ora esclusività della discendenza di Aristobulo II. Infatti morto Erode nel 4 a.C. il controllo romano della Palestina si indebolì a causa di una complicata successione al trono tra quattro pretendenti. Giuda detto Galileo (appellativo dato ai romani ai ribelli) perché in Galilea si trovavano le basi più forti dell'insurrezione. Si aggiunga l'implicazione nazionalistica e religiosa relativa al fatto che la famiglia degli erodiani era araba e non ebrea).
Giuda figlio di Ezechia quale Asmoneo pretendente al trono di Gerusalemme, approfitta della situazione e con un esercito formato da esseno-zeloti, attacca i romani di stanza a Gerusalemme e genera una reazione immediata che termina solo dopo ben tre interventi da parte di Quintilio Varo, proconsole in Siria. La repressione da parte dei romani è feroce la crocifissione di duemila rivoltosi genera l'odio verso i Romani da parte degli ebrei.
Sedata, solo temporanemamente la sommossa, nel 7 d.C., i romani decisero di riorganizzare amministrativamente (che passa da regno tributario al rango di provincia imperiale) e fiscalmente la Giudea organizzando allo scopo un censimento per quella che per l'epoca era una delle imposte più importanti: il testatico.
A supervisionare il censimento suddetto fu lo stesso governatore della Siria Publio Sulpicio Quirinio diretto superiore del praefectus romanus e degli stessi tetrarchi erodiani. Questa iniziativa fu la scintilla che accese la celebre rivolta del censimento in cui trovò la morte lo stesso Giuda il Galileo.