Conone (generale)
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Conone (in greco Κόνων), fu un generale ateniese del V-IV secolo a.C.
Si segnalò nella guerra del Peloponneso e nel 413 a.C. fu a capo di una flotta.
Nel 406 a.C. prese il comando in luogo di Alcibiade, ma, sorpreso da Callicratida a Mitilene, fu attorniato e si salvò solo perché in contemporanea i suoi concittadini vincevano alle isole Arginusse. Quando gli Spartani colsero di sorpresa la flotta ateniese presso Egospotami nel 405 a.C., Conone riuscì a porre in salvo, muovendosi in fretta, la sua divisione di otto navi e si rifugiò a Cipro.
Dopo la presa di Atene rimase otto anni a Cipro; di là avviò trattative con i Persiani e, quando Agesilao invase l'Asia anteriore, Conone ricevette da essi una flotta (nel 396 a.C.) con la quale entrò in mare. Non ritenendo bastante ciò che il satrapo persiano gli aveva dato si recò personalmente alla corte persiana dove riuscì ad ottenere consistenti aiuti. Quindi, nel 394 a.C., salpò di nuovo e si scontrò con l'ammiraglio Pisandro presso Cnido, sulla costa della Caria, dove lo sconfisse.
Proprio grazie a questa battaglia la signoria di Sparta sul mare andò sempre più scemando e Conone, che aveva sempre il pensiero rivolto alla liberazione di Atene, dopo aver affrancate le isole greche e le città dell'Asia Minore nel 393 a.C., mosse verso le coste del Peloponneso e le devastò.
Dopo ciò si recò ad Atene dove fu ricevuto con onori e giubilo dei suoi concittadini. Provvisto di denari dal re persiano, si adoperò per la ricostruzione delle mura di Atene. Gli Spartani cercarono allora di giungere a trattative col governatore persiano Tiribazo, il quale imprigionò Conone a Sardi dove era andato su suo invito.
Non si sa con certezza quale sia stata la sorte di Conone dopo questi eventi: è verosimile che non sia stato giustiziato, bensì, rimesso in libertà, che abbia trascorso gli ultimi anni della sua vita a Cipro presso Evagora.