Cavo Napoleonico
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Il Cavo Napoleonico o Scolmatore del Reno è un importantissimo canale artificiale multifunzione della pianura emiliana che collega i fiumi Reno e Po.
Lungo soltanto 18 Km (parte dal Reno poco a valle di Cento ed arriva nel Po presso Salvatonica, poco a valle della confluenza del Panaro), ma con una sezione generalmente trapezoidale di tale grandezza da essere in grado di far defluire anche 1.000 mc/sec; è caratterizzato da un ampio alveo praticamente orizzontale, sì da consentire, nella maggior parte del suo corso, il deflusso idrico bidirezionale (funzione iniqua) fra i due maggiori fiumi della pianura emiliana.
[modifica] La funzione idraulica del canale
La sua funzione, infatti, è duplice. Quella principale (se riferita all'entità delle portate d'acqua), ma sfruttata solo occasionalmente, in concomitanza con le maggiori piene del fiume Reno, è di Scolmatore del Reno (questo è il suo secondo nome). Quella secondaria, idraulicamente iniqua (cioè avversa) rispetto alla prima, ma sfruttata nella stagione secca, è quella di alimentare, precipuamente a scopo irriguo, mediante una sorta di by-pass che sottopassa lo stesso, il Canale Emiliano-Romagnolo (C.E.R.), quando tutti i corsi d'acqua romagnoli, compreso, hanno portate insufficienti ai fabbisogni estivi dell'agricoltura intensiva della ricchissima pianura emiliano-romagnola: in questa funzione, le portate in alimentazione del C.E.R. (che prosegue il suo corso tagliando la pianura bolognese e romagnola fino quasi al fiume Uso, dove dovrà terminare, sottopassando via via tutto il rastrello di corsi d'acqua affluenti dello stesso Reno e tributari diretti del mare adriatico) sono dell'ordine di qualche decina di metri cubi al secondo.
Lo scolmatore funziona propriamente come tale fintanto che il Po non abbia piene concomitanti con quelle del Reno, mantenendo un battente idrico inferiore, ma, in effetti, la stessa sezione del Cavo, valutata sui 18 Km di lunghezza, fornisce una sorta di bacino che assume, in ogni caso, la funzione di cassa di colmata, potendo contenere svariate decine di milioni di metri cubi d'acqua. Il funzionamento avviene azionando un duplice sistema di paratie poste alla partenza dal Reno, sì da poter effettivamente regolare con buona precisione le portate da scolmare; normalmente è sufficiente "alleggerire" il Reno di 500-600 m3/sec per garantire una certa tranquillità a valle, giacché è difficile (statisticamente improbabile) che tutti gli affluenti a valle - Idice, Sillaro, Santerno e Senio, ma anche canale Navile e Canale di Savena -, comunque dotati ciascuno di opportuni e complessi sistemi di controllo mediante casse di colmata, siano contemporaneamente al colmo di piena.
La funzione d'alimetazione del C.E.R., invece, avviene con un analogo sistema di paratie coadiuvato da un sistema di pompaggio dell'acqua dal Po.
[modifica] Cenni storici
Come concezione di canale scolmatore delle grandi piene del Reno, il canale nasce all'inizio del XIX secolo, più precisamente nel 1807, appunto sotto il dominio di Napoleone Bonaparte, al quale i bolognesi avevano chiesto di provvedere definitivamente alla sistemazione idraulica del fiume Reno, le cui disastrose piene causavano gravissime esodazioni nella pianura, anche dopo la realizzazione del Cavo Benedettino che ne aveva addotto le acque nell'antico alveo del Po di Primaro e, di qui, al mare. Pertanto, in località Sant'Agostino, laddove il Reno piega bruscamente verso est, fu scavato un primo canale con lo scopo di addurre le acque del Reno in Panaro e poi nel Po. Ma col declino e la successiva caduta di Napoleone, nel 1814 l'opera fu abbandonata. Solo nel decennio 1954-1963 l'opera fu ripresa, perché nel frattempo il Reno era esondato a Gallo di Poggio Renatico per ben due volte in tre anni (1949 e 1951).
Si tratta di un'opera, quindi, assai più vasta ed imponente di quanto, ovviamente, non fosse stato progettato in epoca napoleonica, ma, in ogni modo, è rimasto il nome dell'imperatore francese per indicare l'idronimo.
Se nella funzione primaria di scolmatore, il Cavo Napoleonico, ha, dunque, un'origine piuttosto antica, nella funzione secondaria di alimentatore estivo del C.E.R., la sua funzione data alla metà degli anni '60 del XX secolo, posto che il C.E.R., la cui costruzione iniziò nel 1956, non è stato ancora completamete ultimato fino al suo previsto sbocco nel fiume Uso.