Caronte (astronomia)
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Scoperta |
22 giugno 1978 | |
Scopritore |
James Christy | |
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(epoca di riferimento: J2000)
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Semiasse maggiore | 19 571 ± 4 km | |
Periodo orbitale | 6,387230 giorni (6g 9h 17' 36") |
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Inclinazione sull'eclittica |
112,78 ± 0,02° | |
Inclinazione rispetto all'equat. di Plutone |
0,000° ± 0,014° | |
Inclinazione rispetto all'orbita di Plutone |
119,59° ± 0,02° | |
Eccentricità | 0,00000 ± 0,00007 | |
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Dimensioni | 1207 ± 3 km | |
Massa |
(1,52 ± 0,06) × 1021 kg
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Densità | (1,65 ± 0,06) × 103 kg/m³ | |
Acceleraz. di gravità in superficie |
0,278 m/s² | |
Velocità di fuga | 580 m/s | |
Periodo di rotazione | rotazione sincrona | |
Inclinazione assiale | nulla | |
Temperatura superficiale |
53 K (media)
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Pressione atm. | nulla | |
Albedo | 0,36-0,39 | |
Magnitudine apparente da Terra |
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Magnitudine apparente da Plutone |
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Magnitudine app. | ||
Diametro apparente da Terra |
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Diametro apparente da Plutone |
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Parallasse | ||
Moto proprio | ||
Velocità radiale |
Caronte è il più massiccio fra i satelliti naturali del pianeta nano Plutone.
Indice |
[modifica] Cenni storici
Caronte fu scoperta dall'astronomo statunitense James Christy il 22 giugno 1978, il quale, esaminando attentamente delle immagini molto ingrandite di Plutone su lastre fotografiche scattate un paio di mesi prima, osservò una piccola protuberanza ai bordi del disco del corpo principale che ricorreva periodicamente. Più tardi, la protuberanza fu confermata su lastre risalenti fino al 1965 (un caso di precovery). Il nuovo satellite ricevette una designazione temporanea, S/1978 P 1, secondo una convenzione allora da poco istituita.
Christy, essendo lo scopritore, aveva il diritto di assegnare un nome definitivo all'oggetto; la sua scelta ricadde sulla figura mitologica di Caronte. Il nome fu accettato ufficialmente dall'Unione Astronomica Internazionale nel 1985.
La scoperta di Caronte permise agli astronomi di calcolare più accuratamente la massa e le dimensioni di Plutone; Caronte gli ruota attorno in 6,387 giorni, un periodo identico alla rotazione di entrambi gli oggetti. Sono quindi tutti e due in rotazione sincrona, e si mostrano sempre il medesimo emisfero.
[modifica] Formazione
Una delle ipotesi che più comunemente vengono avanzate per spiegare la formazione di Caronte ne fa risalire l'origine ad un grande impatto avvenuto circa 4,5 miliardi di anni fa, analogamente a quanto si ritiene sia avvenuto nel caso della Luna. Un oggetto della fascia di Edgeworth-Kuiper di dimensioni notevoli avrebbe colpito Plutone ad una velocità elevata, disintegrandosi e al contempo scagliando in orbita la crosta e il mantello superiore del protopianeta; i detriti si sarebbero poi riassemblati, a formare Caronte.
I dati attuali sulla composizione interna di Plutone e Caronte sembrano tuttavia contraddire quest'ipotesi, segnalando, in particolare, una presenza eccessiva di ghiaccio all'interno del pianeta nano, e una sovrabbondanza di roccia all'interno del satellite.
Alcuni ritengono che Plutone e Caronte possano essere i resti di due protopianeti entrati in collisione l'uno con l'altro ad una velocità elevata, ma non sufficiente a provocare la disintegrazione di nessuno dei due.
[modifica] Superficie
A differenza di Plutone, che è ricoperto di ghiaccio d'azoto, Caronte sembra essere rivestito di ghiaccio d'acqua.
[modifica] Struttura interna
Si ritiene che Caronte sia composta al 55±5% di roccia e al 45% di ghiaccio; per contro, Plutone appare leggermente più denso, ed è probabilmente composto da roccia al 70%.
[modifica] Caronte e Plutone
Fra tutti i satelliti naturali dei principali oggetti (pianeti e pianeti nani) del sistema solare, Caronte è il più grande rispetto al proprio corpo madre (il rapporto fra le masse è approssimativamente pari ad 1:9, mentre, a titolo di esempio, nel caso di Terra e Luna è prossimo ad 1:81). Il satellite e il pianeta nano orbitano entrambi attorno ad un comune centro di gravità, che si trova al di fuori della superficie di Plutone. Per questo motivo Plutone e Caronte sono talvolta considerati un sistema binario.
Si tratta inoltre dei primi due oggetti trans-nettuniani ad essere scoperti.
[modifica] Collegamenti esterni
- (EN) James Christy, Robert Sutton Harrington, "The satellite of Pluto", AJ 83 (1978) 1005
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