Apocrifo

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Indice

1 Scritture cristiane apocrife
2 Voci correlate

Il termine apocrifo è normalmente utilizzato per indicare quelle opere attribuite ad un determinato autore, ma di cui si è raggiunta la certezza che tale attribuzione sia errata. Un testo apocrifo è spesso un testo che viene attribuito ad un autore per un errore di antichi critici, o per una scorretta tradizione.

In campo religioso il termine è invece generalmente riferito a quelle scritture religiose ritenute non canoniche, che cioè non rientrano, secondo l'interpretazione prevalente e/o ufficiale, nell'elenco dei libri sacri. L'argomento è estremamente vasto e per ogni confessione religiosa è possibile trovare testi che rientrino in questa definizione.

La parola apocrifo deriva da apocrypha (dal greco άπόκρυφος, composto di απο e κρυπτω, "nascondere") significa occulto, arcano. Con la definizione del canone della Bibbia cristiana gli scritti esclusi, detti per questo apocrifi, vennero considerati non autentici; di qui è iniziato l'uso di apocrifo con significato di falso.

[modifica] Scritture cristiane apocrife

In ambito più precisamente cristiano il termine apocrifo può indicare:

I libri che nella Chiesa cattolica sono chiamati deuterocanonici, cioè libri presenti nel canone dell' Antico Testamento cattolico ma non in quello ebraico. In questo senso il termine apocrifo è utilizzato soprattutto dai protestanti.
Molta letteratura del cristianesimo primitivo o del tardo giudaismo, cioè apocalissi, vangeli o altro non rientrante in alcun canone.
Libri attribuiti ad un autore più antico rispetto a quando vennero redatti o comunque la cui autenticità è dubbia. Il termine preciso per indicare questa categoria è "pseudoepigrafi", cioè in greco "dal titolo falso". In realtà anche alcuni libri canonici del nuovo Testamento sono probabilmente pseudoepigrafi, come la seconda lettera di Pietro, scritta forse dopo la sua morte.

Il termine apocrifo non ha quindi necessariamente un significato peggiorativo. Questi libri non sono ritenuti canonici, perciò sono considerati privi di valore dottrinale, ma sono ritenuti interessanti per altri aspetti, soprattutto storici. Inoltre nella chiesa antica i testi "cristiani" potevano essere diversi a seconda delle chiese locali. Il consenso universale sul canone attuale venne definito alla fine nel IV secolo.

[modifica] I tre criteri cristiani

I tre criteri della Chiesa cristiana per considerare un testo canonico sono:

Paternità apostolica: attribuibile all'insegnamento o alla diretta scrittura degli apostoli o dei loro più stretti compagni;
Uso liturgico: scritti letti pubblicamente nei riti liturgici delle prime comunità cristiane
Concordanza con la regola fidei: testi che rispettino le verità dogmatiche di fede (Unità e Trinità di Dio, Gesù Cristo vero Dio e vero uomo, etc. etc.)

[modifica] Gli apocrifi dell'Antico Testamento

Preghiera di Manasse, una preghiera penitenziale contenuta nell'antica versione della Bibbia detta dei Septuaginta, ma non inclusa nel canone cattolico.
Inoltre, nella Bibbia ebraica mancano i libri deuterocanonici: si tratta dei libri di Baruch, Tobia, Giuditta, Maccabei, Sapienza, Ecclesiastico, e di frammenti del libro di Ester (sette capitoli) e di Daniele (sessantasei versi del settimo capitolo). Derivati dalla versione greca della Bibbia, i libri deuterocanonici sono stati ritenuti privi di valore dottrinale da Lutero ed espunti nelle edizioni ottocentesche di numerose bibbie protestanti. Nondimeno gli apocrifi compaiono nelle più importanti versioni storiche protestanti come la bibbia di Lutero e la versione inglese di Re Giacomo. I protestanti utilizzano quindi per questi libri il termine "apocrifi".

Si usa comunemente il nome di apocrifi anche per testi dell'antico testamento che sono considerati canonici da alcune chiese cristiane ortodosse, quali il libro di Enoch e il libro dei Giubilei, i libri di Esdra, il libro delle Odi ed il terzo libro dei Maccabei.

[modifica] Gli apocrifi del Nuovo Testamento

Diversi testi apocrifi del Nuovo Testamento sono giunti sia in forma completa o attraverso gli scritti dei Padri della Chiesa che, nel corso dei secoli II, III, IV e V, hanno citato nei loro manoscritti alcuni passi tratti da questi testi per poterne confutare le affermazioni e quindi delegittimarli rispetto ai testi canonici. Altri sono stati ritrovati nel XX secolo come l'importante scoperta di testi gnostici di Nag Hammadi.

In certi casi la figura di Gesù di alcuni vangeli apocrifi appare molto più legata alla tradizione ebraica di quanto non fosse accettato dalla Chiesa, e soprattutto molto più vicino alla figura di un Unto del Signore, venuto a ricostruire l'antico regno di Davide e a purificare la società ebraica dalla corruzione e dalla connivenza col paganesimo romano. Altra importante differenza è il rigetto, più o meno esplicito, degli insegnamenti di Paolo, considerato apostata della fede. In altri casi invece l'accentuazione gnostica mostrava affinità con la cultura tardo ellenistica.

Si possono contare, pertanto, una serie di Vangeli apocrifi, di cui alcuni sono stati ritrovati ad Nag Hammadi nel 1945 o in altre località, a volte come testo completo, a volte come semplici frammenti:

Codice Arundel 404
Vangelo degli Ebioniti
Vangelo di Filippo
Vangelo di Maria
Vangelo di Pietro
Vangelo di Didimo Thoma (noto anche come Vangelo di Tommaso o Quinto Vangelo)
Vangelo dell'infanzia di Tommaso
Libro segreto di Giacomo

I "manoscritti del Mar Morto", ritrovati nei pressi di Qumran, nella moderna Palestina, non contengono riferimenti a Gesù o a dottrine cristiane e non sono considerate delle "fonti apocrife" ma semplicemente degli scritti della comunità degli Esseni.

[modifica] Nella letteratura popolare

Dai Vangeli Apocrifi attingono a piene mani le leggende popolari sviluppatesi un po’ dovunque e diffusesi oralmente per secoli. Per ognuna di esse ne possono esistere diverse varianti, che ne indicano l’adattamento geografico, sociale e culturale. Spesso sono evidenti i rapporti di dipendenza dagli Apocrifi, altre volte le narrazioni popolari hanno un loro carattere indipendente. A differenza dei testi scritti, le leggende, tramandate oralmente, dovevano essere facilmente memorizzabili; ecco perché esistono leggende in rima e versi. La loro caratteristica principale, che del resto li accomuna ai Vangeli Apocrifi, è il loro colorito spesso favolistico e la sottolineatura dei lati più umani e quotidiani dei personaggi evangelici.

[modifica] Nella letteratura contemporanea

I manoscritti di Qumran e i rotoli del Mar Morto sono alla base della trama del libro Valis di Philip K. Dick, primo romanzo della Trilogia di Valis. Ricorrono anche negli altri due romanzi della trilogia: come citazione dell'IA mondiale "Testone" in Divina invasione, e assieme ai fantomatici Manoscritti zadochiti in La trasmigrazione di Timothy Archer.

[modifica] Nella storia dell'arte

Molto spesso gli artisti sono stati ispirati dai testi apocrifi e dalle vicende ivi narrate: un esempio illustre è la Cappella degli Scrovegni a Padova, dove Giotto raffigura la storia di Sant'Anna e Gioacchino, genitori di Maria, narrata nel Vangelo dello Pseudo-Matteo e nel Protovangelo di Giacomo. Gli apocrifi sono inoltre importanti per l'iconografia medievale.