Privacy Policy Cookie Policy Terms and Conditions Anna Karenina - Wikipedia

Anna Karenina

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Anna Karenina (Анна Каренина) è un romanzo di Lev Nikolaevic Tolstoj che fu pubblicato per la prima volta nel 1877. Il romanzo apparve inizialmente a puntate, nel periodico Ruskii Vestnik ("Il Messaggero Russo"), ma Tolstoj si scontrò con il suo editore Mikhail Katkov per alcuni problemi riscontrati nella parte finale, perciò la prima presentazione completa del romanzo fu sotto forma di libro.

Tolstoj vedeva in questo libro, considerato un capolavoro del realismo, il suo primo vero romanzo. Si crede che il personaggio di Anna si ispiri a Maria Hartung (1832-1919), la figlia maggiore del poeta russo Aleksandr Pushkin. Poco tempo dopo averla incontrata ad una cena, Tolstoj cominciò a leggere la prosa di Pushkin ed ebbe una visione di un "delizioso gomito aristocratico e nudo", che risultò essere un primo indizio del personaggio di Anna.

Sebbene la maggior parte della critica russa stroncasse il romanzo fin dalla prima pubblicazione, definendolo "un romanzo frivolo dell'alta società", secondo Dostoevskij era "impeccabile come un'opera d'arte". La sua opinione fu condivisa da Vladimir Nabokov, che ne ammirò in particolare "l'impeccabile magia dello stile di Tolstoj" e il tema del treno in movimento, introdotto discretamente nei primi capitoli (i bambini che giocano con un trenino) e sviluppato inesorabilmente nei capitoli successivi (nell'incubo di Anna), fino alla maestosa conclusione del romanzo.

Indice

[modifica] Trama

Il romanzo è suddiviso in otto parti. La prima parte introduce il principe Stepan Arcadievic Oblonski ("Stiva"), un ufficiale civile che ha tradito la moglie Darya Alexandrovna ("Dolly"). La vicenda di Stiva mostra la sua personalità passionale che sembra non poter essere repressa. Per questa ragione, Anna Karenina, la sorella sposata di Stiva, viene chiamata da San Pietroburgo da Stiva per persuadere Dolly a non lasciarlo.

Appena giunta a Mosca, un operaio della ferrovia muore accidentalmente investito da un treno, il che fa presagire la morte di Anna stessa. Nel frattempo, un amico di infanzia di Stiva, Konstantin Dmitrievich Levin, arriva a Mosca per chiedere la mano della sorella minore di Dolly, Katerina Alexandrovna Shcherbatsky ("Kitty"). Il giovane ma serio aristocratico vive in una tenuta che gestisce lui stesso. Kitty rifiuta, aspettando una proposta di matrimonio dall'ufficiale dell'esercito Alexei Kirillovich Vronsky. Nonostante la sua infatuazione per Kitty, Vronsky non ha intenzione di sposarsi, finché non incontra Anna ad un ballo.

Anna, scossa dalla propria reazione alle attenzioni di Vronsky, ritorna immediatamente a San Pietroburgo. Vronsky la segue sullo stesso treno. Levin ritorna al suo podere, abbandonando ogni speranza di matrimonio e Anna ritorna a San Pietroburgo da suo marito Alexei Alexandrovich Karenin, un ufficiale governativo, e da suo figlio Seriozha.

Nella seconda parte, Karenin rimprovera Anna per le sue lunghe conversazioni con Vronsky, ma ciò nonostante dopo poco lei asseconda l'affetto che Vronsky le dimostra, rimanendo incinta. Quando Vronsky cade da cavallo durante una gara, l'angoscia provata da Anna rende palesi i suoi sentimenti in società, per cui si vede costretta a confessare la relazione a suo marito. Quando Kitty apprende di non avere più possibilità con Vronsky, decide di partire per la Germania, in una località termale, per riprendersi dallo choc.

La terza parte narra la vita rurale di Levin nella sua tenuta, un'ambientazione legata intimamente ai suoi pensieri e alle sue lotte interiori. Dolly, incontrando Levin, cerca di far rivivere i suoi sentimenti per Kitty, apparentemente senza risultati, finché Levin, rivendendola di sfuggita, capisce di essere ancora innamorato di lei. Tornato a San Pietroburgo, Karenin, rifiutando di separarsi da Anna, la mette in una situazione molto frustrante, minacciandola di non lasciarle più vedere Seriozha, nel caso se ne vada con Vronsky o commetta dei passi falsi.

Nella quarta parte, Karenin inizia a trovare la situazione intollerabile e comincia a valutare la possibilità di divorziare. Il fratello di Anna, Stiva, cerca di dissuaderlo, invitando Karenin a parlarne con Dolly. Quest'ultima iniziativa sembra di nuovo non sortire alcun effetto, ma Karenin cambia idea dopo aver saputo che Anna sta morendo per complicazioni dovute al parto. Al suo capezzale, Karenin perdona Vronsky, che cerca di suicidarsi per il rimorso. Comunque Anna migliora, e chiama sua figlia Anna ("Annie"). Stiva ora cerca di far divorziare Karenin. Vronsky in un primo tempo decide di fuggire a Tashkent, ma cambia idea dopo aver visto Anna e insieme decidono di partire per l'Europa, senza aver ottenuto il divorzio. Molto più immediato è il risultato degli sforzi di Stiva per combinare un incontro con Levin e Kitty: i due si riconciliano e si fidanzano.

Nella quinta parte, Levin e Kitty si sposano. Pochi mesi dopo, Levin scopre che suo fratello Nikolai sta morendo. La coppia si reca dal moribondo, di cui Kitty si occupa fino alla morte, scoprendo nel frattempo di essere incinta. In Europa, Vronsky e Anna fanno molta fatica a trovare degli amici che li accettino, continuando a dedicarsi a passatempi, finché non tornano in Russia. Karenin è consolato e "influenzato" dalla contessa Livia Ivanovna, entusiasta della religione e delle credenze mistiche di moda nelle classi sociali più elevate, che lo consiglia a tenere Seriozha lontano dalla madre. Anna riesce lo stesso a fargli visita il giorno del suo compleanno, ma è scoperta da Karenin, che aveva detto a Seriozha che Anna era morta. Poco dopo, lei e Vronsky partono per la campagna.

Nella sesta parte, Dolly si reca da Anna e, su richiesta di Vronsky, le chiede di cercare di divorziare da Karenin. Ancora una volta, le parole di Dolly sembrano non sortire alcun effetto, ma quando Vronsky parte per alcuni giorni, la noia e il sospetto convincono Anna della necessità di un matrimonio con lui: scrive a Karenin e parte con Vronsky per Mosca.

Nella settima parte, i Levin sono a Mosca per il parto di Kitty, che dà alla luce un bambino. Stiva, mentre cerca l'appoggio di Karenin per un nuovo lavoro, gli chiede nuovamente di divorziare da Anna. Oramai le decisioni di Karenin sono guidate da una "chiaroveggente", raccomandata da Lidia Ivanovna, che gli consiglia di rifiutare il suggerimento di Stiva. La relazione tra Anna e Vronsky inizia ad essere sempre più tesa, dominata dal risentimento e dall'amarezza. Decidono infine di tornare in campagna, ma Anna in un impeto di rabbia e gelosia, parte prima e, secondo una struttura circolare che riconduce alla prima parte, si suicida alla stazione lanciandosi sotto un treno. (Tolstoj affermò di essersi ispirato, per la stesura di questo romanzo, ad un notizia di cronaca che narrava un episodio simile.)

L'ottava parte narra le vicende successive alla morte di Anna. Stiva ottiene il lavoro che voleva, Karenin ottiene in custodia Annie; alcuni volontari russi, tra cui Vronsky, che non ha intenzione di tornare, partono per aiutare la rivolta serba contro i Turchi, scoppiata nel 1877; infine nelle gioie e nei timori della paternità, Levin scopre la fede in Dio.

[modifica] Temi principali

Il romanzo, ambientato nelle più alte classi sociali russe, può sembrare "solo" una vicenda sentimentale dall'epilogo tragico. Ciò nonostante, Tolstoj era un moralista ed un aspro critico degli eccessi dei suoi pari aristocratici. Anna Karenina è spesso interpretato come una parabola sulla difficoltà di essere onesti con se stessi quando il resto della società accetta l'ipocrisia.

Anna è la perla dell'alta società di San Pietroburgo finché non lascia suo marito per l'affascinante conte Vronsky, ufficiale dell'esercito. Innamorandosi l'uno dell'altra, oltrepassano il limite dei banali adulteri-passatempo comuni all'epoca. Anche quando Vronsky inizia a diventare sempre più distante, Anna non riesce a tornare da un marito che detesta, nonostante questi non le permetta di vedere il figlio. Incapace di accettare di essere stata lasciata da Vronsky e di ritornare ad una vita che odia, si uccide.

Secondo un'interpretazione corrente, la tragedia di Anna consiste nel non riuscire ad essere né completamente onesta con sé stessa, né completamente disonesta, mostrando così un conflitto interiore amletico, che la conduce al suicidio.

Il romanzo contiene la storia d'amore di Konstantin Levin, in una posizione di contrasto con quella di Anna. Levin è un ricco possidente terriero della provincia che, ai circoli aristocratici, preferisce la gestione del suo podere in campagna. Levin cerca di adattarsi all'alta società quando tenta di attirare le grazie della giovane Kitty Scherbatsky, ma riesce a conquistarla solo quando si mostra per quello che è veramente.

La relazione solida e onesta di Levin e Kitty si pone continuamente in contrasto con quella di Anna e Vronsky, che è macchiata dall'incertezza della situazione, che crea scompiglio, ritorsioni e sospetti. Così, per tutto il corso del romanzo, Tolstoj non vuole che il lettore commiseri i maltrattamenti di Anna, ma che riconosca la sua incapacità di impegnarsi davvero nella ricerca della felicità e della comprensione dei propri sentimenti, incapacità che la porta al suicidio.

[modifica] Altre tematiche

Le tematiche e il linguaggio metaforico presenti in Anna Karenina mostrano lo sdegno di Tolstoj nei confronti dei suoi pari aristocratici e una lunga lista di debolezze umane.

Tolstoj coglie l'occasione per denunciare l'ipocrisia religiosa attraverso alcuni personaggi, in particolare Karenin, il marito di Anna, e la contessa Lydia Ivanovna. Ritrae con accuratezza i contrasti tra la pace e l'integrità della campagna e la decadenza della città. Uno dei temi maggiori che Tolstoj esplora in profondità è la relazione tra amore e onestà, sia nelle forme molteplici che possono assumere, sia nei diversi livelli a cui coesistono, e la felicità (o infelicità) che ne risulta.

Sotto molti aspetti, Anna Karenina fu il romanzo più personale che Tolstoj aveva scritto fino ad allora. Ormai si riconosce che il personaggio di Levin rappresenta in realtà lo scrittore stesso, sia per alcuni episodi biografici della vita dell'autore (sembra infatti che, come Levin, abbia obbligato la moglie a leggere i diari che teneva, prima di sposarlo), sia perché il primo nome di Tolstoj è "Lev". Inoltre alcuni studiosi ritengono che le riflessioni di Levin rispecchino le opinioni dell'autore stesso.

[modifica] Anna Karenina e la Confessione di Tolstoj

Tolstoj riprese molti temi del romanzo nella sua Confessione, una meditazione in prima persona sulla natura della vita e della fede, scritta due anni dopo la pubblicazione di Anna Karenina.

L'autore descrive in quest'opera la sua insoddisfazione nei confronti dell'ipocrisia della sua classe sociale: "Ogni volta che cercavo di mostrare i miei desideri più intimi (un desiderio di essere corretto moralmente) incontravo disprezzo e derisione, e ogni volta che cedevo ai desideri più bassi ero incoraggiato ed elogiato" e la tendenza della società russa ad accettare le relazioni extraconiugali: "Una mia cara zia con cui vivevo, la più pura tra le creature, diceva sempre che avrebbe sperato che avessi una relazione con una donna sposata. Rien ne forme un jeune homme comme une liaison avec une femme comme il faut. (Un altro tema ricorrente in Anna Karenina è l'abitudine aristocratica di parlare in francese, anziché in russo, considerata dall'autore un'altra forma di falsità.)

Si può individuare un passaggio che potrebbe essere interpretato come un segno della redenzione finale di Anna agli occhi di Tolstoj: "For in the end what are we, who are convinced that suicide is obligatory and yet cannot resolve to commit it, other than the weakest, the most inconsistent and, speaking frankly, the most stupid of people, making such a song and dance with our banalities?" La Confessione contiene molte altre riflessioni autobiografiche sui temi di Anna Karenina.

[modifica] Adattamenti cinematografici

Da questo libro sono stati tratti numerosi film, tra cui ricordiamo:

  • 1914: Un adattamento russo diretto da Vladimir Gardin.
  • 1915: Una versione americana in cui recita l'attrice danese Betty Nansen.
  • 1927: Una versione americana intitolata Love, con Greta Garbo e diretta da Edmund Goulding. Questa versione presenta cambiamenti significativi della trama rispetto al romanzo e aveva due finali diversi, di cui un happy ending per il pubblico americano.
  • 1935: La versione più famosa e più acclamata dalla critica, con Greta Garbo e Fredric March e diretta da Clarence Brown.
  • 1948: Con Vivien Leigh e diretto da Julien Duvivier.
  • 1953: Una versione russa diretta da Tatyana Lukashevich.
  • 1967: Una versione russa diretta da Alexander Zarkhi.
  • 1997: La prima versione USA ad essere girata in Russia, diretta da Bernard Rose, con Sophie Marceau, Sean Bean.

[modifica] Adattamenti televisivi

  • 1974: Uno sceneggiato in 6 puntate prodotto dalla RAI, diretto da Sandro Bolchi e interpretato da Lea Massari, Giancarlo Sbragia, Pino Colizzi, Sergio Fantoni, Valeria Ciangottini.
  • 1977: Una miniserie britannica in 10 parti, diretta da Basil Coleman.
  • 1985: Un film TV con Jacqueline Bisset e Christopher Reeve, diretto da Simon Langton.
  • 2000: Un'adattamento in quattro parti per la televisione britannica diretto da David Blair.


[modifica] Curiosità

  • Il nome di Karenin deriva dalla parola greca che indica la "testa", e vuole sottolineare la razionalità marcata del personaggio.
  • Il romanzo diventò un best-seller negli Stati Uniti 2004 dopo che Oprah Winfrey lo consigliò nel corso del suo programma televisivo.

[modifica] Ulteriori letture

[modifica] Traduzioni

  • Anna Karenina, Tradotto da Richard Pevear e Larissa Volokhonsky (Allen Lane/Peguin, Londra, 2000)
  • Anna Karenina, Tradotto da Joel Carmichael (Bantam Books, New York, 1960)
  • Anna Karenina, Tradotto da Louise e Aylmer Maude (Oxford University Press, Oxford, 1918)
  • Anna Karenina, Tradotto da Rosemary Edmonds (Penguin Classics, Harmondsworth, Middlesex, 1954)

[modifica] Critiche biografiche e letterarie

  • Bakhtin, Mikhail, The Dialogic Imagination, ed. Michael Holquist, trad. Caryl Emerson e Michael Holquist (University of Texas Press, Austin, 1981)
  • Bayley, John, Tolstoy and the Novel (Chatto e Windus, Londra, 1966)
  • Berlin, Isaiah, The Hedgehog and the Fox: An Essay on Tolstoy's View of History (Simon e Schuster, New York, 1966; Weidenfeld e Nicolson, Londra, 1967)
  • Eikhenbaum, Boris, Tolstoi in the Seventies, trad. Albert Kaspin (Ardis, Ann Arbor, 1982)
  • Evans, Mary, Anna Karenina (Routledge, Londra e New York, 1989)
  • Gifford, Henry, Tolstoy (Oxford University Press, Oxford, 1982)
  • Gifford, Henry (ed) Leo Tolstoy (Penguin Critical Anthologies, Harmondsworth, 1971)
  • Leavis, F. R., Anna Karenina and Other Essays (Chatto e Windus, Londra, 1967)
  • Mandelker, Amy, Framing 'Anna Karenina': Tolstoy, the Woman Question, and the Victorian Novel (Ohio State University Press, Columbus, 1993)
  • Nabokov, Vladimir, Lectures on Russian Literature (Weidenfeld e Nicolson, Londra e Harcourt Brace Jovanovich, New York, 1981)
  • Orwin, Donna Tussing, Tolstoy's Art and Thought, 1847-1880 (Princeton University Press, Princeton, 1993)
  • Speirs, Logan, Tolstoy and Chekhov (Cambridge University Press, Cambridge, 1971)
  • Steiner, George, Tolstoy or Dostoevsky: An Essay in Contrast (Faber e Faber, Londra, 1959)
  • Thorlby, Anthony, Anna Karenina (Cambridge University Press, Cambridge e New York, 1987)
  • Tolstoy, Leo, Correspondence, 2. vol., selected, ed. e trad. da R. F. Christian (Athlone Press, Londra e Scribner, New York, 1978)
  • Tolstoy, Leo, Diaries, ed. e trad. da R. F. Christian (Athlone Press, Londra e Scribner, New York, 1985)
  • Tolstoy, Sophia A., The Diaries of Sophia Tolstoy, ed. O. A. Golinenko, trad. Cathy Porter (Random House, New York, 1985)
  • Wasiolek, Edward, Critical Essays on Tolstoy (G. K. Hall, Boston, 1986)
  • Wasiolek, Edward, Tolstoy's Major Fiction (University of Chicago Press, Chicago, 1978)

[modifica] Collegamenti esterni

[modifica] Anna Karenina in Inglese

[modifica] Anna Karenina in russo

[modifica] Opere correlate

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