Sikelia
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Sikelia fu uno dei themata dell'Impero Bizantino. Fino all'anno 815 possedeva tutta la Sicilia, ma solo pochi anni dopo gli Arabi sbarcarono sull'isola conquistandone (853) oltre la metà. Ai Bizantini rimase Siracusa e poche altre città marittime affacciate sul mar di Calabria. Cinquant'anni dopo, nel 902, all'impero di Bisanzio rimaneva solo Rometta, destinata a sua volta a a cadere nel 965.
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[modifica] La storia di Sikelia
Nel 1038 il generale bizantino Giorgio Maniace venne mandato dall'imperatore Michele IV di Bisanzio a riconquistare la Sicilia strappandola al potere arabo, che cominciava a segnare uno stato di crisi. Maniace partì al comando delle truppe Bizantine, forte anche di molti esuli Longobardi, comandati da Arduino, e di una compagnia di Normanni comandati da Guglielmo I (futuro re di Sicilia).
Partendo dalla base di Reggio Calabria Maniace varcò lo stretto, occupando Messina; quindi si diresse verso l'antica capitale dell'isola, Siracusa. Sarà l'unico condottiero che riuscirà, prima dei Normanni e seppur temporaneamente (sino probabilmente al 1043), a liberare la città aretusea dai musulmani.
A testimonianza di questa impresa mandò le reliquie di Santa Lucia a Costantinopoli facendo costruire in città un fortilizio che fu poi ampliato e che ancora oggi porta il nome di Castello di Maniace.
Anche la trafugazione delle reliquie di Santa Agata, avvenuta durante l'XI secolo, accadde probabilmente durante la stessa spedizione. Una leggenda vuole che sia stato lo stesso generale bizantino a trafugare le reliquie della Santa di Catania e che, una volta partito, si sia trovato costretto a rientrare in porto a causa di una furiosa tempesta. La salma sarebbe stata custodita in una casetta in attesa che si placasse il maltempo.
Nel 1040 tra Randazzo e Troina Maniace sconfisse poi le truppe musulmane di Abdallah. Nei pressi del luogo della battaglia, verrà fondato il monastero di Santa Maria di Maniace. L'antico cenobio si trova oggi vicino il paese che porta appunto il suo nome, Maniace, in provincia di Catania, così battezzato successivamente in onore del generale bizantino.
Abdallah, pur sconfitto, riuscì a mettersi in salvo, forse per un errore di strategia di Stefano, che si rifiutò d'affrontarlo.
Tuttavia una serie di eventi funesti e di rivolte dell'esercito metteranno in crisi la spedizione che dovrà ritirarsi sino in Puglia.
Nel 1043, alla testa dell'esercito, Giorgio Maniace represse la rivolta costituita da Normanni e Lombardi e, grazie al buon esito della battaglia, i suoi soldati lo nominarono Imperatore Bizantino al posto di Costantino IX di Bisanzio: questo causerà lo scoppio di una guerra civile, perché l'Italia bizantina e quasi tutta la Grecia erano fedele a Maniace, che fu vicino anche alla conquista di Costantinopoli, pur venendo fermato da una lancia in aria che lo colpì.
Così ebbe termine la guerra civile. I themata in Italia furono lasciati sguarniti, tanto che i Normanni ne approfittarono per invaderli; e nel 1045 il thema di Sikelia fu definitivamente da loro conquistato.
[modifica] Il thema durante il X secolo
Nel X secolo Sikelia era il ventitresimo thema su trentuno nell'Impero Bizantino.
Il capoluogo era Rometta.
Lo strategos di questa regione non benificiava di uno stipendio, e il suo guadagnava consisteva in una parte delle tasse pagate dal suo popolo.
[modifica] La storia dei Capoluoghi
- Fino all'853 il capoluogo era Palermo.
- Dal 853 fino al 902 il capoluogo era Siracusa, e anche dal 1038 fino al 1045, anno in cui per la seconda e ultima volta cadde il thema di Sikelia.
- Dal 902 fino al 965, anno in cui ci fu la prima caduta del thema di Sikelia.
[modifica] Esercito di Sikelia
Questo thema forniva molte unità di fanteria e molti arcieri, ed alcuni dromoni.
[modifica] Voci correlate
- Impero Bizantino
- Imperatori Bizantini
- Thema
- Strategos
- Dromone
- Giorgio Maniace
- Maniace
- Sicilia
- Rometta
- Arabi
- Normanni
- Guglielmo I di Sicilia
- Siracusa
- Palermo
[modifica] Bibliografia
- Bisanzio di Alain Ducellier e Michel Kaplan
- R. Lilie, Bisanzio la seconda Roma, Newton & Compton, Roma, 2005, ISBN 88-541-0286-5
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