Rigor mortis
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La locuzione latina rigor mortis (rigidità cadaverica) indica un fenomeno fisico che può occorrere ad un cadavere, alcuni dei cui muscoli possono contrarsi con un effetto molto simile a quello della contrazione dei muscoli nei viventi, eccettuata ovviamente la volontarietà dell'azione e tenuto conto di alcune differenze nei processi chimici che lo determinano. La popolare locuzione "morto stecchito" deriva dalla tradizionale constatazione del decesso dal rigor, considerato come uno dei segni inequivocabili della morte.
[modifica] I processi chimico-fisici
Si tratta in sostanza di una modificazione della struttura muscolare causata della degradazione di adenosintrifosfato (ATP) in ADP+Pi, che ovviamente dopo la morte non può essere rigenerato in ATP poiché sono cessate tutte le attività vitali. Il processo di rigidità non è esattamente lo stesso presente nella normale contrazione dei muscoli, per esempio non provoca gli accorciamenti dei sarcomeri, ma è molto simile in quanto coinvolge gli ioni di calcio (Ca++) e l'ATP/ADP. Il rigor mortis causa una formazione di resistenti ponti chimici tra le proteine muscolari (actina e miosina).
Subito dopo la morte i muscoli del corpo sono flaccidi, ma dopo un periodo di circa 1-3 ore iniziano a contrarsi e ad irrigidirsi, rimanendo in quello stato. Quando il corpo si irrigidisce, rimane in quella posizione fino a che il rigor non termina o sia rotto fisicamente (forzando il rilassamento o la contrazione). Poiché il processo chimico del rigor è irreversibile, quando il processo di irrigidimento è terminato, non ricomparirà più nella zona in cui è stato rotto. Tuttavia, se il rigor è rotto prima dello sviluppo completo, il processo continuerà fino al completamento, con una rigidezza parziale nella zona in cui è stato interrotto.
[modifica] Il processo meccanico
Tutti i muscoli del corpo cominciano a irrigidirsi più o meno contemporaneamente dopo la morte. Tuttavia, l'irrigidimento sembra avvenire prima nei muscoli più piccoli, dando l'apparenza che la rigidità cadaverica non si presenti contemporaneamente su tutto il corpo. La rigidezza è solitamente apparente in primo luogo nella mascella, poi i gomiti e, per ultimo, nelle ginocchia. Un corpo è nel rigor completo quando i giunti della mascella, del gomito e del ginocchio sono immobili.
La rigidezza completa impiega circa 10-12 ore per svilupparsi in un adulto medio quando la temperatura ambientale è 20-25°C. Il corpo rimarrà apparentemente rigido per 24-36 ore a questa stessa temperatura prima che la decomposizione inizi a dissolvere i muscoli e li induca a rilasciarsi, nello stesso ordine in cui si sono irrigiditi. La rigidità cadaverica è influenzata dalla temperatura ambientale: le temperature elevate accelerano la comparsa e la scomparsa del rigor. In un cadavere lasciato all'aperto, il rigor si manifesterà prima e passerà più rapidamente in un giorno caldo di estate che in un giorno di inverno freddo; se un corpo non è nel rigor completo ed è messo in refrigerazione il processo rallenta e può arrestarsi.
Il rigor inoltre è influenzato dalla temperatura corporea e dall'attività dei deceduti prima della morte. Più alte temperature corporee al momento della morte o una intensa attività fisica subito prima del decesso causano una produzione di acido lattico che induce il rigor a svilupparsi più rapidamente. Per esempio, il cadavere di una persona che muore avendo una febbre alta da infezione (per esempio per una polmonite) può sviluppare rigidezza più presto di una persona con una temperatura corporea normale.
Il rigor accelerato può inoltre riscontrarsi in cadaveri di persone morte con ipertermia anche se la temperatura ambientale può essere normale, come può accadere nelle morti per overdose da cocaina, da PCP o da metamfetamine.
Il fenomeno del rigor mortis scompare dopo circa 36-48 ore dopo la morte per autolisi a causa dell'inizio della decomposizione e della lisi delle cellule muscolari.
[modifica] Pratiche pietose
A volte, a causa di differenze di temperatura o di condizione fisiologica dei muscoli, la contrazione del rigor fa "muovere" il cadavere, facendogli assumere posizioni bizzarre o innaturali e comunque assai inquietanti per chi vi dovesse assistere.
Nella pratica funeraria, perciò, ad evitare che il rigor possa scomporre la salma durante il periodo di esposizione (ad esempio per la veglia funebre), con i detti sgradevoli effetti, si effettua una pietosa recisione dei tendini degli arti, mentre è costume antichissimo, riscontrato in molte culture, abbassare le palpebre e serrare la mascella del defunto (l'azione aveva il significato rituale e simbolico di impedire l'esalazione dell'anima attraverso gli orifizi naturali); per quest'ultima azione si usava anche in Italia fasciare la testa con un fazzoletto bianco ripiegato a mo' di benda.
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