Ponte alle Grazie
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Il Ponte alle Grazie è un ponte del centro cittadino di Firenze e varca, con una struttura di cinque arcate, il fiume Arno qualche centinaio di metri dopo la pescaia di San Niccolò.
L'attuale ponte è datato 1957, ricostruzione del precedente e famosissimo ponte detto "Rubaconte" (dal nome del podestà Rubaconte da Mandello), costruito nel 1227. Anticamente si presentava con una struttura a nove arcate ed era il ponte più lungo e antico di Firenze, ancora più vetusto del Ponte Vecchio, che nelle forme attuali risale al 1345. Due arcate sulla riva sinistra furono chiuse nel 1347 per ampliare piazza dei Mozzi e nell'800 il numero di arcate si ridusse a sei, per la costruzione dei lungarni, come testimoniano numerose fotografie Alinari del periodo.
Questo glorioso ponte resistette a tutte le grandi alluvioni, compresa quella del 1333, che si era invece portata via il Ponte Vecchio e il Ponte Santa Trinita.
Il ponte Rubaconte era reso caratteristico dalla presenza di numerose casette di legno, perlopiù tabernacoli, poi trasformati in cappelle, romitori e botteghe, simili a quelle ancora esistenti sul Ponte Vecchio, ma più graziose. Fra questi c'erano le celle delle «murate», dove viveva sin dal 1320 una piccola comunità di monache di clausura trasferite poi nel Quattrocento nel monastero omonimo in via Ghibellina.
Fra queste cappelle c'era una con una Madonna di patronato degli Alberti presente sul primo pilone dell'antica struttura, detta Santa Maria alle Grazie (attribuita al Maestro della Santa Cecilia, fine XIII-inizi XIV secolo), per via delle sue proprietà miracolose che tradizionalmente riuscivano a fare la grazia, cioè ad esaudire i desideri di chi vi si rivolgeva. Da questo tabernacolo il ponte prese il nome attuale.
Questi edifici, ormai abbandonati, furono insensatamente distrutti, verso il 1876, per allargare la carreggiata del ponte e farvi passare sopra la linea tranviaria. Le sue spallette divennero di ghisa, materiale decorativo molto in voga a quei tempi.
In quell'occasione il venerato tabernacolo fu spostato sull'attuale Lungarno Diaz in un Oratorio che prese in nome di Santa Maria delle Grazie, appunto. Questa piccola struttura, costruita nel 1874 dall'architetto Vittorio Bellini per conto dei Mori Ubaldini nel giardino del palazzo Alberti-Malenchini, subì notevoli danni durante la guerra e di nuovo con l'alluvione del 1966.
Nell'agosto del 1944 le sue possenti arcate vennero distrutte dallo scoppio delle mine tedesche in seguito alla ritirata nazista. L'anno successivo (1945) fu bandito un concorso per la sua ricostruzione e risultò vincitore il progetto del gruppo formato dagli architetti Giovanni Michelucci, Edoardo Detti, Riccardo Gizdolich e Danilo Santi e dall'ingegnere Piero Melucci. Il progetto che prevedeva una soluzione, stavolta, di sole cinque arcate, e fu realizzato dopo un tormentato iter costruttivo con notevoli variazioni rispetto alle idee iniziali (come la minore altezza delle pile di sostegno e la scomparsa dei prolungamenti dei medesimi che abbracciavano la carreggiata), con l'inaugurazione solo il 24 febbraio 1957.
L'attuale Ponte alle Grazie si presenta come una struttura convenzionale e funzionale, ma non ha assolutamente niente del fascino dell'antico e robusto predecessore, nonostante la scelta di uno stile moderatamente moderno che si armonizza con le strutture storiche attigue. Il cemento armato e il calcestruzzo furono usati ampiamente e per piloni si ricorse alla pietraforte per coprire i materiali moderni.
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