Piattaforma televisiva
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Una piattaforma televisiva, o bouquet televisivo, o anche, più brevemente, piattaforma o bouquet se è chiaro il contesto televisivo, è un gruppo di televisioni fornite agli utenti gratuitamente e/o a pagamento dal medesimo provider. Oltre alle televisioni possono essere forniti anche vari servizi interattivi tra cui la pay per view e il video on demand.
Quando la piattaforma televisiva è fornita a pagamento viene anche denominata pay TV.
Le televisioni e i servizi interattivi della piattaforma televisiva sono accumunati dalla medesima tecnologia cioè dai medesimi standard televisivi, il termine piattaforma richiama infatti il concetto di piattaforma tecnologica.
Le televisioni che fanno parte della piattaforma televisiva possono essere prodotte dal provider stesso o da altre aziende. Se sono prodotte da altre aziende il provider si limita solo a trasmetterle, e/o a venderle nel caso di piattaforma televisiva a pagamento, all'utente.
[modifica] Tipologie di piattaforme televisive
La televisione viene diffusa agli utenti attraverso una rete per telecomunicazioni che può utilizzare vari mezzi di trasmissione in diversi tratti della rete. In base al mezzo di trasmissione utilizzato nel tratto di rete che raggiunge l'utente, la televisione si distingue in televisione terrestre se il mezzo di trasmissione è un insieme di onde radio emesse da trasmettitori posti sulla superficie terrestre, in televisione satellitare se il mezzo di trasmissione è un insieme di onde radio emesse da trasmettitori posti su satelliti artificiali geostazionari, in televisione via cavo se il mezzo di trasmissione è un cavo per telecomunicazioni.
In base al tipo di rappresentazione, analogica o digitale, utilizzata per l'informazione visiva della televisione (le immagini), questa si distingue in televisione analogica se la rappresentazione è analogica, in televisione digitale se la rappresentazione è digitale.
Dalla combinazione di queste distinzioni si ha la televisione analogica terrestre, televisione digitale terrestre, televisione analogica satellitare, televisione digitale satellitare, televisione analogica via cavo e televisione digitale via cavo.
Una piattaforma televisiva per la televisione terrestre è detta piattaforma terrestre, in particolare se è per la televisione analogica terrestre è detta piattaforma analogica terrestre, se è per la televisione digitale terrestre è detta piattaforma digitale terrestre. Per la televisione satellitare è detta piattaforma satellitare, in particolare se è per la televisione analogica satellitare è detta piattaforma analogica satellitare, se è per la televisione digitale satellitare è detta piattaforma digitale terrestre. Per la televisione via cavo è detta piattaforma via cavo, in particolare se è per la televisione analogica via cavo è detta piattaforma analogica via cavo, se è per la televisione digitale via cavo è detta piattaforma digitale via cavo.
[modifica] L'importanza di una definizione unificata delle piattaforme televisive
L'orientamento del governo italino in tema di prossima riforma della regolamentazione della televisione è di dare una grande rilevanza al concetto di piattaforma. Nelle polemiche succedute a Calciopoli il Governo ha annunciato provvedimenti che stabiliranno che ogni singolo operatore televisivo potrà detenere i diritti sulle trasmissioni solo per singole piattaforme, creando, perciò i presupposti di una concorrenza tra le piattaforme stesse. Occorrerà, in tal caso, fissare una definizione legislativa del termine "piattaforma" che adesso manca. Nel consiglio dei Ministri che nell'ottobre 2006 sta procedendo, su espressa sollecitazione dell'Unione Europea, alla riforma della legge Gasparri che regola il sistema Radio-televisivo, il ministro Gentiloni ha dichiarato che intende favorire la «migrazione» alla tv digitale non solo per quanto riguarda il digitale terrestre (Dtt) ma anche le altre piattaforme, via satellite, via Web e linee telefoniche, via telefonino.
[modifica] Pay per view e video on demand
Gli operatori televisivi in questa epoca di grandi cambiamenti e di passaggio, per vincoli legislativi, al digitale sembravano indirizzati prevalentemente a cogliere l'occasione per il passaggio da un sistema basato per la Rai sul canone d'abbonamento e per le altre televisioni sulla raccolta pubblicitaria, ad un sistema imperniato sulla pay per view e il video on demand, considerati non solo tra i servizi interattivi più pregiati, ma anche tra i più redditizi Non è detto che il futuro sia, invece, in questa direzione: L'esperienza del passato è in tal senso. Fino al 1971, nonostante una esperienza americane di televisioni commerciali gratuite per l'utente, in Europa e a maggior ragione in Italia, si era affermato il concetto di televisione su abbonamento. L'irrompere delle televisioni locali, basate sulla raccolta pubblicitaria, portò al formarsi di grandi reti nazionali basate sulla stessa formula. Non è detto, perciò, abituato a vedere gratuitamente le televisioni concorrenti rispetto alla Rai, si adatti al concetto della pay per wiew. Un chiaro sintomo dell'affermarsi di schemi alternativi alla pay per wiew, si è avuto con l'annuncio da parte di Mediaset della futura apertura di un canale free di Fiction e Telefilm e di un canale di news 24 ore su 24, avvenuta in occasione della presentazione di Tivù, la piattaforma unica per il DTT, costituita da Rai, Mediaset e Telecom Italia Media.
[modifica] Caratteristiche
La pay per view permette di vedere un programma televisivo (film, concerti, spettacoli, documentari, telefilm, ecc.) a pagamento e ad orari stabiliti dal provider, il video on demand permette di vedere un programma televisivo (normalmente a pagamento ma potrebbe essere anche gratuitamente) ad orari stabiliti dall'utente. Il video on demand si può quindi considerare un'evoluzione della pay per view in quanto offre tutte le possibilità offerte dalla pay per view.
Inoltre per ragioni tecniche normalmente la pay per view offre un numero limitato di programmi televisivi tra cui scegliere, ognuno per un numero limitato di giorni, il video on demand un ampio catalogo di programmi televisivi tra cui scegliere, ognuno per un lungo periodo di tempo.
[modifica] Offerta
La pay per view e il video on demand sono usati per vendere programmi televisivi di particolare pregio come eventi sportivi, concerti e film. Per quanto riguarda i film, questi sono resi disponibili prima della loro trasmissione sulle televisioni gratuite e a pagamento (normalmente i mercati di uscita in ordine cronologico sono i seguenti: sala cinematografica, home video, pay per view/video on demand, televisione a pagamento (pay TV), televisione gratuita (free TV)). Per quanto riguarda gli eventi sportivi e musicali o di altro tipo ancora, possono essere anche dal vivo (ovviamente solo la prima trasmissione, in seguito sono resi disponibili registrati).
Il video on demand è usato anche per rendere disponibile un ampio catalogo di programmi televisivi visibile ad orari scelti dall'utente, permette quindi di costruirsi una televisione su misura, una televisione in cui è l'utente a definire il palinsesto.
[modifica] Piattaforme televisive a pagamento
In caso di piattaforma televisiva a pagamento spesso il provider articola l'offerta in vari gruppi di televisioni chiamati pacchetti che l'utente può scegliere in base ai propri gusti e interessi, ovviamente a costi diversi. Possono inoltre essere disponibili opzionalmente singole televisioni, sempre a pagamento. In genere è necessario sottoscrivere un abbonamento di durata annuale, mentre i pagamenti sono bimestrali o annuali. E', però, interessante notare il successivo affermarsi di canali free, in cui solo il futuro, potrà chiarire la coesistenza con i pacchetti abbonamento.
[modifica] Piattaforme televisive a pagamento italiane
Piattaforme televisive per la televisione digitale terrestre:
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- Mediaset Premium (pay per view, altri servizi interattivi);
- La7 Cartapiù (pay per view, altri servizi interattivi).
Piattaforme televisive per la televisione digitale satellitare:
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- SKY (pay TV, free TV, pay per view, altri servizi interattivi).
Piattaforme televisive diffuse attraverso Internet:
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- TV di FASTWEB (pay TV, pay per view, video on demand, free TV altri serivizi interattivi);
- Alice Home TV (pay TV, pay per view, video on demand, altri serivizi interattivi).
[modifica] Dotazioni necessarie all'utente per ricevere le piattaforme televisive
Normalmente il televisore (il dispositivo elettronico per la fruizione della televisione) non permette di ricevere le piattaforme televisive in quanto normalmente non è compatibile con gli standard televisivi utilizzati dalle piattaforme televisive. Il televisore è sempre compatibile solo con la televisione analogica terrestre (gratuita) in quanto è stata la prima televisione a diffondersi ed è ancora oggi la più diffusa. Vari modelli però sono compatibili anche con altri tipologie di televisione.
Se il televisore non è compatibile con gli standard televisivi utilizzati dalla piattaforma televisiva che si vuole ricevere è necessario un
set-top box (denominazione per un generico dispositivo elettronico da collegare ad un televisore, un monitor, o un videoproiettore che svolge una funzione complementare non prevista inizialmente dal dispositivo di visualizzazione a cui viene collegato) all'interno del quale è presente l'elettronica necessaria per la compatibilità con tali standard televisivi.
Il set-top box si presenta come una scatola in plastica e/o metallo dalle dimensioni di un videoregistratore o minori. È dotato di varie prese di collegamento e necessita di essere alimentato dalla rete elettrica.
Per quanto riguarda il videoproiettore, l'elettronica per ricevere la televisione non viene mai integrata in questo tipo di dispositivo di visualizzazione quindi il set-top box è una scelta obbligata. Anche per il monitor il set-top box è una scelta obbigata in quanto il monitor per definizione è un dispositivo di visualizzazione non dotato dell'elettronica per ricevere la televisione.
Lo svantaggio di utilizzare un set-top box risiede, oltre che nell'occupazione di spazio aggiuntivo, nella necessità di utilizzare due telecomandi diversi: quello del televisore per regolare i parametri dell'immagine e del suono e altre funzioni, e quello del set-top box per cambiare canale e utilizzare i servizi interattivi della piattaforma televisiva. Per questo è auspicabile che l'elettronica necessaria per ricevere le piattaforme televisive (e in generale le televisioni) sia già integrata nel televisore.
[modifica] Piattaforme televisive italiane per la televisione digitale terrestre
Quando la televisione analogica terrestre sarà abbandonata (questo evento in Italia è fissato per legge al 31/12/2006) saranno immessi sul mercato televisori solo compatibili con la televisione digitale terrestre.
Ora i televisori compatibili con le piattaforme televisive a pagamento per la televisione digitale terrestre sono rarissimi. Un televisore per poter ricevere tali piattaforme televisive deve essere compatibile con gli standard DVB-T e DVB-MHP e i televisori in commercio compatibili con tali standard sono pochissimi. Più numerosi invece sono i televisori in commercio compatibili con il solo standard DVB-T. Questi televisori consentono di ricevere solo le televisioni gratuite (anche appartenenti ad una piattaforma televisiva a pagamento) e le piattaforme televisive gratuite (free TV), non le pay TV (televisioni o piattaforme televisive criptate visibili solo a pagamento), né sono compatibili con i servizi interattivi come la pay per view, in quanto lo standard DVB-MHP è lo standard utilizzato per decriptare le televisioni e per i servizi interattivi.
Uno standard alternativo utilizzato per decriptare le televisioni e che permette la pay TV e anche la pay per view è il DVB-CI. Questo standard prevede l'utilizzo di moduli in standard PCMCIA dalle dimensioni di una carta di credito da inserire in appositi alloggiamenti facilmente accessibili dall'esterno. Sebbene molti televisori compatatibili con lo standard DVB-T siano compatibili anche con lo standard DVB-CI, le piattaforme televisive italiane per la televisione digitale terrestre non lo supportano e quindi non è possibile ricevere tali piattaforme televisive utilizzando questo standard.
[modifica] Piattaforme televisive italiane per la televisione digitale satellitare
Nella televisione digitale satellitare lo standard televisivo per ricevere le televisioni gratuite (anche appartenenti ad una piattaforma televisiva a pagamento) e le piattaforme televisive gratuite è il DVB-S, standard che presto sarà sostituito dal più efficiente DVB-S2. Gli standard utilizzati per decriptare le pay TV, siano esse singole televisioni o piattaforme televisive, sono sempre il DVB-CI o il DVB-MHP, e per i servizi interattivi sempre il DVB-MHP.
I televisori in commercio compatibili con lo standard DVB-S sono vari. Per i servizi interattivi invece la tendenza dei provider è sempre stata quella di utilizzare standard proprietari, quindi nessun televisore o set-top box per la televisione digitale satellitare è compatibile con lo standard DVB-MHP. Anche in passato chi era interessato ai servizi interattivi ha sempre dovuto comprare (o noleggiare) il set-top box fornito dal provider. Come standard per decriptare le televisioni si è invece affermato il DVB-CI, quindi la maggior parte dei televisori e dei set-top box compatibili con il DVB-S sono anche compatibili con il DVB-CI.
Per quanto riguarda la piattaforma satellitare più diffusa e ricca di contenuti in Italia, SKY, non solo non usa lo standard DVB-MHP per i servizi interattivi ma uno standard proprietario, cosa che fanno quasi tutte le piattaforme digitali satellitari anche negli altri Paesi, ma non supporta neanche lo standard DVB-CI, cosa che permetterebbe di vedere almeno le pay TV e di usare la pay per view con i televisori e i set-top box compatibili con gli standard DVB-S e DVB-CI. Per ricevere SKY è quindi necessario utilizzare il set-top box fornito da SKY Italia.
[modifica] Piattaforme televisive italiane diffuse attraverso Internet
Per la televisione diffusa attraverso Internet non esiste ancora uno standard comune quindi con ogni piattaforma televisiva diffusa attraverso Internet è necessario utilizzare il set-top box della piattaforma.
[modifica] Televisioni italiane in alta definizione
Per la televisione in alta definizione gli standard sono gli stessi utilizzati per la televisione a definizione normale (DVB-T, DVB-S, DVB-S2, DVB-MHP e DVB-CI) ma è necessaria anche la compatibilità con un altro standard, compatibilità che nessun televisore o set-top box per la televisione a definizione normale possiede. Quindi per ricevere le televisioni in alta definizione sono necessari nuovi televisori o nuovi
set-top box.
Se non si è ancora passati alla televisione digitale terrestre o satellitare e si è intenzionati a farlo, per evitare un nuovo cambio di televisore o set-top box, sarebbe opportuno considerare anche la compatibilità con la televisione ad alta definizione. Lo standard per la televisione ad alta definizione con cui è necessaria la compatibilità è l'MPEG-4. Il problema è che per la televisione digitale satellitare SKY Italia continua nella sua politica di non compatibilità con gli standard DVB-CI e DVB-MHP, quindi per ricevere le televisioni in alta definizioni di SKY è necessario il suo set-top box. Per la televisione digitale terrestre invece solo ora sta iniziando la sperimentazione quindi non sono ancora in commercio
set-top box compatibili con la televisione in alta definizione e tanto meno televisori.
[modifica] In sintesi per il mercato italiano
Per la televisione digitale terrestre esistono sia gli standard comuni sia l'accordo tra i provider di piattaforme digitali terrestri per utilizzarli, questo permette già ora di utilizzare un unico set-top box, o anche il solo televisore se ha integrati tali standard comuni, per ricevere le piattaforme digitali terrestri. Se il set-top box, o il televisore, è compatibile con il solo standard DVB-T può ricevere solo le televisioni digitali terrestri gratuite (anche appartenenti ad una piattaforma digitale terrestre a pagamento) e le piattaforme digitali terrestri gratuite. Se il set-top box, o il televisore, è compatibile anche con lo standard DVB-MHP può ricevere anche le piattaforme digitali terrestri a pagamento (eventualmente anche singole televisioni digitali terrestri a pagamento) e i servizi interattivi da queste offerte, ad esempio la pay per view.
Per la televisione digitale satellitare esistono gli standard comuni ma manca la disponibilità di SKY Italia, il maggior provider italiano per la televisione satellitare, ad adottarli, quindi anche se si ha un televisore o un set-top box compatibile con tali standard è necessario ugualmente il set-top box di SKY Italia. A tale proposito, però, è l'accordo intercorso tra SKY Italia e Fastweb (di fatto monopolisti in Italia rispettivamente del digitale satellitare e del digitale via cavo di fibre ottiche, di rendere intercompatibili i servizi per i loro abbonati. Gli utenti Fastweb, pertanto possono senza acquistare altro set top box, usufruire di tutti i canali della televisione satellitare.
Per il videotelefono, come annunciato in sede del dibattito in sede del GranpremioTV di Desenzano, l'operatore La 3 ha sviluppato, indipendentemente dalle ricerche fatte congiuntamente dagli altri operatori, una propria tecnologia, basata sulla trasmissione su canali acquistati da una ottantina di TV locali.
Per la televisione diffusa attraverso Internet mancano ancora gli standard comuni quindi per ora è necessario utilizzare un set-top box diverso per ogni piattaforma televisiva.
Per la televisione in alta definizione ci sono gli standard comuni ma nessun televisore o set-top box compatibile con la televisione a definizione normale è compatibile con tali standard, sono quindi necessari nuovi televisori o nuovi set-top box.
[modifica] Integrazioni tra piattaforme
Nella visione tradizionale dei tecnici della materia è di vedere rigide barriere tra le diverse piattafome: i vari standard. L'evoluzione nei fatti è profondamente diversa: Si è sopra detto dell'integrazione tra digitale satellitare e via cavo, conseguenza dell'accordo commerciale dei due operatori (Sky e Fastweb)
Altra forma di integrazione la si è vista da parte dell'operatore di videotelefono La 3 che, anziché aderire all'accordo tra Mediaset, Vodaphon Tim e Wind, ha preferito rilevare da una ottantina di televisioni locali le frequenze per coprire l'80% dell'Italia in termini di numero di residenti.