Lazare Carnot
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Lazare Nicolas Marguérite Carnot (Nolay, 13 maggio 1753 - Magdeburgo, 2 agosto 1823) fu un matematico-fisico, un generale e un politico francese. Membro della Convenzione Nazionale. Era soprannominato l'Organizzatore della vittoria o Il grande Carnot.
[modifica] Cronologia e note biografiche
1753: Lazare Carnot nasce a Nolay, Borgogna (13 maggio)
1773: Carnot studia sotto Gaspard Monge e si laurea all’Accademia Militare di Mézières, dove incontra Benjamin Franklin.
1778: scrive per un concorso un Essai sur les machines en général, che dopo una ristesura nel 1781 dà alle stampe nell’estate del 1783. Il testo trattava tematiche quali la meccanica e alcuni settori dell’ingegneria.
1783: viene promosso capitano.
1784: passa al rango di generale.
1787: diventa membro dell’Accademia di Dijon.
1791: è eletto alla Nuova Assemblea Legislativa (1 ottobre), sezione istruzione pubblica. Mostra i suoi primi intenti a riformare l’esercito.
1792: lentamente inizia a imporre le sue idee. Viene eletto alla Convenzione Nazionale (settembre). Va sui Pirenei per organizzare la difesa contro un possibile attacco della Spagna. Scrive che senza un esercito addestrato (criticava infatti la forte demoralizzazione degli ufficiali e l’inettitudine dei volontari anarchici) e una generale riorganizzazione economica non può esserci speranza di vittoria.
1793: propone una nuova Costituzione basata sull’educazione militare di tutti i maschi tra i 20 e i 25 anni di età, e sul concetto di cittadino, che la precedente costituzione dell’89 non aveva ben chiarito, limitandosi a compiere un giro di parole sul tema di libertà. Ecco alcuni articoli tratti dalla proposta e che chiariscono bene gli intenti del matematico:
- Art. VII - “Ogni cittadino nasce soldato…”
- Art. VIII - “La società ha il diritto di esigere che ogni cittadino apprenda una professione utile…”
- Art. IX - “Ogni cittadino ha il reciproco diritto di aspettarsi dalla società i mezzi per acquisire una conoscenza e un’istruzione che possano contribuire alla sua felicità nel lavoro e nella pubblica utilità, nella quale i suoi concittadini augurano che si applichi.”
Nel frattempo il fronte settentrionale sta collassando e Carnot viene messo a capo della sua gestione; scrive un famoso saggio in cui spiega l’importanza di colpire il nemico dai fianchi. Rovescia la situazione militare e riesce a vincere alcune battaglie. Capisce l’importanza della logistica e della mobilità. Riforma l’esercito e eleva la sua forza ad un milione di soldati (4% della popolazione). Viene nominato membro del Comitato di Salute Pubblica (Agosto). Organizza e prende sotto il suo controllo tutte le operazioni militari, formando contro il volere di Robespierre uno staff militare composto da ufficiali provenienti dalla scuola prerevoluzionaria. La sua strategia generale è di difesa per tutte le regioni della Francia al confine, tranne al nord, dove pianifica un’offensiva contro il Regno Unito. La situazione comincia a cambiare in settembre con le vittorie francesi di Honschoote, Lione, Tolone, Dunkirk. Partecipa e vince alla battaglia di Wattignies (15-16 ottobre), in cui le truppe austroungariche vengono messe in fuga dall’assedio di Maubeuge. Realizza che non è abbastanza battere il nemico il nemico in ritirata: deve essere annientato.
1793-94: Riassunto delle riforme di Carnot:
- 1 - formazione di un esercito di massa.
- 2 - organizzazione di forze militari in grado di combattere una guerra totale.
- 3 - nuova strategia politica: ottenere la neutralità della Prussia, interrompere le comunicazioni con Austria e Inghilterra.
1794: il contrasto geopolitico tra l’antiprussiano Robespierre e l’antibritannico Carnot, ora comandante in esecutiva delle operazioni militari, porta al colpo del 9 Termidoro. L’influenza militare di Carnot viene usata per il colpo di stato, sebbene egli non approvò mai le tendenze reazionarie dei termidoriani. Fonda il Politecnico, inizialmente con il nome di “École Centrale Des Travaux Publiques”.
1795: abbandona il Comitato di Salute Pubblica, in contrasto con la politica reazionaria di Barras. Torna al potere l’11 aprile, diventando membro del Direttorio.
1796: viene eletto Presidente del Direttorio (30 aprile). Nasce suo figlio Sadi Carnot (1 giugno).
1797: colpo di stato del 18 Fruttidoro ad opera del generale Augereau (4 settembre). Carnot viene rimosso dal Direttorio, che ora diventa un triumvirato, e scappa prima in Svizzera poi in Germania a Norimberga. Pubblica Réflexions sur la métaphysique du calcul infinitesimal.
1799: torna in Francia e diventa Ministro della Guerra, ma dopo cinque mesi si dimette, in discordanza con le opinioni di Bonaparte.
1801: pubblica De la corrélation des figures de géométrie, nel quale tenta di spiegare che molti dei teoremi di Euclide possono essere ricondotti ad un unico solo teorema (il Teorema di Carnot).
1802: Napoleone viene eletto Primo Console a vita, Carnot si oppone.
1803: pubblica Géométrie de position, continuando il discorso da lui iniziato due anni prima.
1807: si ritira a vita privata.
1809: esce il suo capolavoro, De la défense des places fortes.
1814: viene nominato governatore di Anversa.
1815: Ministro degli Interni, viene quindi esiliato (luglio) e si stabilisce prima a Varsavia poi a Magdeburgo.
1818: si dedica agli studi sulla macchina a vapore.
1821: suo figlio Sadi lo va a visitare. La forte influenza del padre e le speranze in lui riposte lo portano tre anni più tardi a formulare la seconda legge sulla termodinamica.
1823: muore a Magdeburgo (2 agosto).
[modifica] La sua vita e la sua opera
Sebbene la Francia del XVII secolo fosse molto sviluppata, la definizione di una chiara economia politica venne soltanto grazie alla combinazione del pensiero di Gottfried Leibniz e Jean Baptiste Colbert. La fusione delle due linee di pensiero è fondamentalmente ciò che Lazare Carnot rappresenta. Secondo Leibniz lo scopo dell’economia era quello di assicurare il progresso delle nazioni, attraverso l’avanzamento tecnologico e l’addestramento della forza lavoro. Colbert sviluppò il concetto di un’economia pianificata, ed organizzò l’Accademia Francese delle Scienze, dove Leibniz ebbe l’opportunità di lavorare. Per la prima volta Colbert riunì tutti i maggiori scienziati, li fornì di fondi e collegò le loro scoperte al progresso scientifico. Questo fu il modello che Gaspard Monge e l’allievo Carnot decideranno di seguire nel riassestamento dell’economia francese e nella creazione della famosa Scuola Politecnica.
Benjamin Franklin, noto per gli sforzi che compì per assicurarsi il sostegno della Francia nella Rivoluzione Americana, è meno conosciuto per il contributo che fornì nella formazione dei leibniziani francesi, tra cui anche Carnot. Lazare studiò alla scuola dei padri Oratoriani, dove apprese l’opera di Leibniz, prima di continuare i suoi studi sotto la direzione di un altro allievo degli Oratoriani, Gaspard Monge, direttore pedagogico della scuola di ingegneria militare a Mézières. Il suo metodo influenzò un’intera generazione di scienziati europei. Un fermo repubblicano, Lazare Carnot fu tra coloro che votarono per l’esecuzione di Luigi XVI, ed il suo unico desiderio era quello di vedere la Francia abbastanza forte da difendere sé stessa e i propri ideali dagli attacchi degli stati reazionari. Tra il 1783 e il 1784 entrò in contatto con i circoli parigini frequentati da Franklin, e nel suo Essai sur les machines si autodefinì un leibniziano: “…la società può progredire soltanto attraverso lo studio scientifico dell’innovazione tecnologica”. Da questo punto saldo Carnot si mise alla ricerca della migliore maniera di sfruttare un flusso di energia, stabilendo le basi della termodinamica. Nello stesso periodo aiutò i suoi amici, i fratelli Montgolfier, negli esperimenti sui palloni aerostatici, infliggendo una dura lezione su coloro che affermavano che l’uomo non potesse imporsi sulle leggi della natura, in primo luogo la forza di gravità. Successivamente collaborò con Robert Fulton nello studio della propulsione basata sulla macchina a vapore. Grazie a questi esperimenti nacquero poi i concetti di idrodinamica e aerodinamica, che facevano conto su una concezione dell’uomo fondamentalmente opposta a quella di Rousseau e Voltaire. Con Éloge de Vauban e Mémoires sur les places fortes presentò alla Francia di allora le sue prime idee di stampo fortemente repubblicano, da non confondere con un semplice sentimento antimonarchico. Egli infatti non stava attaccando il Re in persona, quanto la classe parassitaria di cui egli amava circondarsi, una nobiltà che non avrebbe fatto altro che ostacolare il progresso dell’economia francese.
È interessante studiare il modello militare di Carnot poiché rappresenta l’approccio repubblicano all’arte della guerra, operato da un uomo che tentò di creare stretti vincoli tra scienza, economia, tecnologia e una vittoriosa strategia militare, campi in cui si dimostrò attivo e concreto. Già dai suoi lavori giovanili sull’arte della guerra (un esempio è il suo Éloge de Vauban) il luminare enunciava un concetto della stessa studiata da un punto di vista globale, ossia l’utilizzo contemporaneo di una cultura superiore e l’intento di annientare il nemico sotto ogni punto di vista: questa considerazione lo qualifica un gradino più in alto di un qualsiasi altro brillante tattico. Questo fu il tallone d’Achille (e ne causò la caduta) di un altro celebre militare, che basava invece la sua forza sull’immagine di un buon capitano intento ad accumulare vittorie, piuttosto che un valente stratega capace di concepire una veduta d’insieme: Napoleone Bonaparte. Carnot realizzò presto di non poter ricostruire da zero l’esercito se le decisioni strategiche non venivano fatte o non venivano fatte correttamente da Danton e i suoi compari. La prerogativa per vincere era il desiderio politico di volerlo. Quando Carnot e Prieur de la Côte presero mano il 14 agosto del 1793 alle operazioni militari, la situazione era disperata: gli Inglesi avevano bloccato Dunkirk; Maubeuge era sotto assedio; Valenciennes aveva appena capitolato; Lione e Marsiglia si erano rivoltate; l’insurrezione in Vandea non vedeva fine; e Tolone era ad un passo dall’essere espugnata dalla flotta britannica. All’interno invece hebertisti e dantonisti stavano provocando un’ulteriore ondata di Terrore.
Non appena salì al potere, Carnot si circondò dei più illustri scienziati del tempo, con lo scopo di riorganizzare il vettovagliamento e la logistica: non era un caso che provenissero tutti dalla scuola di pensiero di Mézières. Nonostante i frequenti sabotaggi dei sanculotti, in cinque mesi riuscirono a compiere una svolta nella situazione militare. L’esercito francese diventò un modello (e un incubo) per gli eserciti avversari, e per la prima volta le brillanti idee di Machiavelli erano state realizzate su larga scala: la prima milizia di origini repubblicane era stata creata, e stava trionfando gloriosamente. Nei mesi seguenti anche la situazione interna cambiò drasticamente, allorché Robespierre fu definitivamente detronizzato grazie alla rivolta termidoriana. Una scazzottata negli anni passati tra il leader del partito radicale e il matematico evitò a Lazare il patibolo.
Per comprendere meglio il suo lavoro, bisogna guardare al metodo che impiegò, piuttosto che ai semplici risultati ottenuti. Per prima cosa, come dimostrano i suoi scritti e le sue vittorie militari, Carnot combatteva politicamente. Il suo scopo era annientare l’impero Britannico, e il più presto possibile; ecco perché concentrò le sue forze nelle battaglie di Dunkirk, Hondschoote e Ostende (le aree settentrionali sotto il dominio inglese). In secondo luogo, più che cercare lo scontro con Austria e Prussia, tentò di concludere con esse dei trattati di pace.
Il nemico iniziò a notare i cambiamenti introdotti grazie alla riforma sull’esercito nell’ottobre-novembre del 1793: infatti i palloni aerostatici adoperati nella battaglia di Fleurus, i grandi pezzi di artiglieria pesante, e l’ardore delle truppe volontarie (non per questo meno sottoposte a disciplina e competenza) lasciarono di stucco i nemici che non avevano saputo adattarsi alle mutate situazioni belliche. In breve, l’avversario non era riuscito a comprendere in pieno lo spirito che animava un puro esercito repubblicano.
Ma come faceva Carnot ad ottenere tali risultati, quando l’economia e le finanze erano ridotte ad un colabrodo? Egli seguì questa strategia:
- 1. invece di affrontare battaglie campali con scontro diretto, scelse una guerra di mobilitazione, con l’utilizzo delle manovre di accerchiamento dai fianchi, tese non ad evitare i bersagliamenti nemici, bensì a cogliere di sorpresa l’avversario.
- 2. centrò tutte le sue operazioni sotto la sua supervisione e del suo amico Prieur. Fece largo utilizzo di scienziati, e assegnò le menti più brillanti, come Gaspard Monge, a capo di settori chiave quali la produzione di armi e di mappe.
- 3. riorganizzò la produzione dei cannoni e delle armi da fuoco, favorendo lo sviluppo di nuove tecnologie a riguardo, e coordinò le interazioni in battaglia tra artiglieria e fanteria.
- 4. modernizzò l’immagine dell’esercito, riducendo l’importanza della cavalleria, aumentando quella dei fanti semplici e nominando ufficiali esperti a capo dei reparti di volontari, che erano sottoposti ad un duro allenamento prima di un loro utilizzo in battaglia. Diede inoltre molta importanza all’artiglieria e agli ufficiali addetti ad essa. Questo sarà un ottimo terreno formativo per il generale Bonaparte.
- 5. stabilì inoltre un inventario di tutte le risorse a disposizione in termini di forza lavoro e capacità produttiva.
- 6. creò un “bureau” di ingegneria militare composto dai repubblicani che condividevano le vedute di Enrico IV, Colbert e Leibniz, che includeva anche un primitivo reparto di “intelligence”.
- 7. coniugò la leva di massa con il raggruppamento (l’amalgame) di due battaglioni di coscritti/volontari con un regolare battaglione dell’esercito. Questo non diede all’esercito solo più “manovalanza”, ma accelerò anche il processo di apprendimento delle reclute.
Inoltre, il suo lato umano gli permise di evitare rovinose ostilità nel tempo. Infatti la scelta di non incendiare i villaggi invasi in territorio nemico lo favorì nei rapporti diplomatici.
Tra i limiti che contraddistinsero le sue riforme va specificata la mancanza di tempo nella loro attuazione, che lo portò all’incapacità di scegliere per le sue battaglie generali che avessero compreso a fondo il nuovo metodo militare. Se il suo operato si fosse svolto in un clima più sereno e in tempi più dilatati, non c’è dubbio che non sarebbe stato facile per un “proconsole” come Napoleone costruirsi un impero su misura. Chiaramente Carnot incontrò un clima ostile per l’attuazione delle sue modifiche. Hebertisti e arrabbiati assoldavano intere squadre di sanculotti con l’intento di uccidere gli ufficiali designati da Lazare, e mantenevano uno stato di guerra perenne. È sorprendente infatti notare come non solo egli sopravvisse in un tale contesto, ma addirittura ne uscì vincitore.
Scampato anche al periodo del Terrore, egli poteva agire indisturbato, ma invece di sopprimere le fazioni rivali (fazioni che lo elimineranno nel 1797 dalla scena politica) si preoccupò di ristabilizzare le fragili basi della repubblica. Nel settembre del 1794 fondò il Politecnico, uno dei più meravigliosi monumenti allo spirito umano, e che diverrà un modello per l’intero diciannovesimo secolo; e nell’ottobre dello stesso anno il Conservatorio Nazionale di Arti e Mestieri, indispensabile per promuovere il progresso tecnologico di cui la Francia doveva rendersi fautrice.
La situazione iniziò a scaldarsi quando nel 1797 Paul Barras accusò Lazare di complottare con i realisti, ed egli fortunosamente riuscì a sfuggire alla morte rifugiandosi in Svizzera. Dopo l’ascesa al potere del 1799, Napoleone fece richiamare in Francia Lazare Carnot, nominandolo Ministro della Guerra, e lo mise a capo del reclutamento e addestramento di ufficiali, come la riorganizzazione dell’esercito francese stanziato in Germania. Ma a causa dell’impossibilità di orientare Napoleone verso le idee repubblicane, dovette dimettersi nell’ottobre 1800. Dal 1800 al 1804 si dedicò alla trascrizione su carta dei suoi studi. Fu infatti questo periodo in cui uscirono Géometrie de position, Sur la corrélation des figures géométriques, Principes fondamentaux de l’équilibre de mouvement ed altri manoscritti.
Nel 1814, ai primordi del collasso dell’impero napoleonico, fu nominato governatore di Anversa, città che difese così strenuamente che fu l’unica a non cadere in mani nemiche. Riuscì a distogliere Napoleone dai suoi propositi imperiali e a concentrarsi nella riorganizzazione dello stato. Il disegno espansionistico di Napoleone, cui l’imperatore non poteva fare a meno, era però destinato ad infrangersi su Waterloo pochi mesi dopo. Con la resa dell’imperatore, Carnot guadagnò prestigio, tanto da essere eletto Presidente dell’Assemblea e a varare una Costituzione simile a quella degli Stati Uniti, ma il suo tentativo di difendere la capitale dagli invasori britannici fu sabotato dal traditore Joseph Fouché, che era in combutta con gli inglesi. All’arrivo di Luigi XVIII, che entrava a Parigi occupando la città con le truppe britanniche, ricevette le sue congratulazioni, ma il suo destino era già deciso; in cima alla lista delle persone da esiliare c’era un nome ben preciso. L’esilio forzato lo portò a Magdeburgo, dove i Prussiani lo accolsero calorosamente, e dove trovò un terreno di coltura propizio per le sue idee. Nel 1816 infatti in cima alla scala del sistema educativo c’era proprio la Prussia, seguita dalla Francia, dove il sistema carnotiano non era stato interamente applicato, mentre l’Inghilterra era a leghe di distanza. Carnot moriva a Magdeburgo nel 1823, lasciando l’amata Francia, per cui si era battuto tanto, nel pieno della decadenza.