Lancia Astura
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CorsivoLa Lancia Astura è un'automobile prodotta dalla casa torinese dal 1931 al 1939.
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[modifica] Il contesto
In Casa Lancia, agli inizi degli anni '30, il modello “nuovo” é rappresentato dalla grossa Dilambda (uscita nel 1929) mentre la pur gloriosa Lambda sembra aver concluso il suo ciclo decennale e va quindi sostituita. La Dilambda é, ricordiamo, una 8 cilindri a V di 4 litri di cilindrata, mentre la Lambda, che in origine era munita di un motore da 2,1 litri, nelle ultime serie supera la soglia dei 2 litri e mezzo. Fermo restando il ruolo – da vera ammiraglia – della Dilambda, si pensa dunque di sostituire la Lambda con due modelli, molto simili tra loro anche se destinati a clientele diverse: da un lato la Artena, una 4 cilindri al di sotto dei 2 litri di cilindrata, dall’altro la Astura, con un 8 a V di soli 2,6 litri. Sostanzialmente, le due nuove creazioni Lancia si distinguono per il motore, ma diverse sono anche le dimensioni del passo (299cm la piccola Artena, 19cm in più – onde poter ospitare il più ingombrante motore 8 cilindri - la sorella maggiore).
[modifica] Caratteristiche e storia
Per la Astura (non più un nome greco, dunque, ma quello di uno storico castello che si trova nei pressi della città romana di Nettuno) si studia un motore ad 8 cilindri a V (apertura 19°), che è sostanzialmente un motore “Dilambda” semplificato e ridotto di cilindrata, che qui è di soli 2606 cmc e raggiunge una potenza massima di 72 HP a 4000 giri. A parte il blocco cilindri in ghisa, la tripla catena di distribuzione ed il filtro olio autopulente, la caratteristica del motore più saliente è data dalla testata, che ha una conformazione molto particolare, in due pezzi, con una parte inferiore (in ghisa) contenente le valvole ed una parte superiore (in alluminio) con i bilanceri ed il relativo alberino (l’asse a camme centrale ruota tra le due testate).
Anche il sistema di raffreddamento del motore (ad acqua) è quello dell'Artena, con controllo termostatico dell’azione parzializzatrice. Anche nell'Astura viene adottato il sistema di lubrificazione centralizzata. Abbandonata la scocca portante tipica della Lambda, l'Astura (come del resto la sorella minore Artena) dispone di un telaio in cui la struttura di base in due sezioni verticali scatolate, un rinforzo ad “X”, e longheroni leggermente convergenti anteriormente: due tubi tondi longitudinali, che si dipartono da una traversa di rinforzo, si integrano poi con le estremità dei longheroni.
Misto il sistema di sospensioni adottato: anteriormente troviamo il classico schema Lancia (anche se questa volta privo dei rinforzi obliqui, che sulla Lambda collegavano la cornice del radiatore con i cilindri di sospensione, non più necessari per via della maggiore rigidità conseguita), mentre al retrotreno c’è un normale ponte rigido con le balestre semiellittiche ed ammortizzatori (Siata) a frizione.
Alimentata mediante un carburatore Zenith a doppio corpo, l'Astura ha un notevole brio di marcia grazie ad un ottimo rapporto peso/potenza dovuto al peso del telaio, che risulta contenuto entro la tonnellata (960 Kg): anche la versione berlina Lancia pesa appena 1.250 chilogrammi. La velocità massima si colloca attorno ai 125 Km. orari
Prodotta con una pregevole carrozzeria berlina (a 4 luci e 4-5 posti oppure a 6 luci e 6-7 posti) realizzata dalla casa stessa, l'Astura sarà però la “regina” delle fuoriserie di quegli anni: quasi tutti i carrozzieri italiani e molti carrozzieri esteri ne realizzeranno pregevoli edizioni. Tra i nomi più noti citiamo: Bertone, Boneschi, Borsani, Brianza, Castagna, Colli, Garavini, Ghia, Pininfarina, Stabilimenti Farina, Touring, Viotti e, tra gli stranieri, Weinberger & Buhne, John Charles, Abbott, Kevill Davies & March.
Presentata per la prima volta al Salone di Parigi nell’ottobre del 1931, la Astura subisce, dopo circa un anno, alcune modifiche di dettaglio (seconda serie), poi, nel 1933, con la terza serie, le variazioni si fanno più consistenti: l'autotelaio si sdoppia (nel senso che vengono resi disponibili due diverse misure di passo) il motore viene incrementato in cilindrata (da 2,6 a 3 litri) e in potenza (una decina di HP in più) ed anche l'impianto frenante subisce parecchie migliorie. Altre modifiche di rilievo – in particolare al telaio - si hanno nel 1937 con l’avvento della quarta serie, che di fatto prende il posto della Dilambda (ormai sparita dai listini) e il cui telaio viene spesso utilizzato per ospitare carrozzerie di tipo Ministeriale (Boneschi e Pininfarina gli autori di gran parte di queste carrozzerie, talvolta monumentali).
[modifica] L’Astura e le corse
Ma le Astura non sono soltanto belle e lussuose: alcune si difendono con onore anche in corsa Tra i risultati di maggiore rilievo, abbiamo il 10° posto assoluto (con vittoria nella classe oltre 2000 della categoria turismo) alla Mille Miglia dell’aprile 1934, con i piloti Carlo Pintacuda e Mario Nardilli: lo stesso equipaggio si aggiudicherà di lì a poco – a cavallo tra maggio e giugno - la vittoria assoluta nel 1° giro automobilistico d'Italia (definito anche, in omaggio al governo fascista, Coppa d'Oro del Littorio), una corsa massacrante in tre tappe e quasi 6000 chilometri di percorso, ad oltre 86 chilometri orari di media, davanti ad un'Alfa Romeo e all’altra Astura della coppia composta da Nino Farina (il futuro primo Campione del Mondo della storia della Formula Uno, nel 1950) e da Ernesto Oneto.
L’8 luglio 1934, una squadra di 3 Astura scende in lizza alla “10 ore” di Spa (Belgio) e riesce a giungere compatta al termine della gara, occupando il 2°, 3° e 4° posto nella classe da 2001 a 3000 cmc (alle spalle di una Bugatti) con gli equipaggi Pintacuda/Nardilli, Dickey/Garrey e Gouvion/Guerini.
Una più modesta vittoria di classe arriva nel 1938, alla corsa in salita Bolzano-Mendola, dove la classe oltre 1500 cmc era appannaggio dell’Astura di Mario Chiays.
Anni dopo, addirittura nell'immediato dopoguerra, una Astura speciale, carrozzata spider e spinta da un inedito motore 8 cilindri a V da 3,5 litri impostato alla Lancia prima della guerra e poi non trasferito alla serie, viene impiegata in gara da Franco Cortese, che ottiene due belle vittorie nel 1946, al Circuito di Modena ed al Circuito di Luino.
Si può concludere la narrazione delle vicende sportive dell'Astura con la stupefacente vittoria di classe ed il secondo posto assoluto ottenuti da Manca nella corsa svoltasi a Sassari l’ 11 giugno 1950 lungo i 14,7 chilometri della salita che da Scala di Giocca conduce ad Osilo: in quella gara, sia pur secondaria, il Manca è stato battuto soltanto da una Fiat 1100 “sport” e, per la cronaca, ha preceduto di 1”8/10 la migliore delle Aprilia, di 1 minuto la prima delle Fiat 1100 Turismo e di 1’17” la prima delle Fiat 1500. Anche la nuova Fiat 1400 - quì alla sua prima apparizione in corsa – finisce alle spalle dell’Astura, staccata esattamente di 1’09” e 3/10
Ecco dunque la tabella con i risultati conseguiti nell'immediato dopoguerra
Nota: la abbreviazione "N.D." significa che il dato "Non é Disponibile"
Data | Naz. | Nome della corsa | Tipo gara | Risultato di classe | Posiz. ass. | Pilota od equipaggio | Percorso (Km) | Tempo ottenuto | Media (Kmh) | Note |
30-giu | I | Circuito di Modena, VI corsa | circuito | --- | 1° ass. | Cortese Franco | 38,400 | 28’12”1/5 | 81,692 | Corsa riservata alle vetture Sport della Classe oltre1500 cmc |
30-giu | I | Circuito di Modena, Corsa Finale | circuito | --- | 1° ass. | Cortese Franco | 48,000 | 38’32”3/5 | 74,721 | Corsa riservata alle vetture Sport, ad “handicap” |
4-ago | I | Circuito di Luino | circuito | 1° Classe oltre 1100 Sport | 1° ass. | Cortese Franco | 49,500 | 35’36”1/5 | 83,419 | Corsa riservata alle vetture Sport |
15-set | I | Circuito della Superba | circuito stradale | 3° Classe oltre 1500 Sport | 6° ass. | Borelli Giuseppe | 69,300 | 40’08”2/5 | 103,587 | Corsa riservata alle vetture Sport |
Data | Naz. | Nome della corsa | Tipo gara | Risultato di classe | Posiz. assoluta | Pilota od equipaggio | Percorso (Km) | Tempo ottenuto | Media (Kmh) | Note |
4-lug | I | Trieste, Chilometro Lanciato | Km. lanciato | 3° Classe oltre 1500 Turismo | N.D. | Magris | 1,000 | N.D. | N.D. | --- |
Data | Naz. | Nome della corsa | Tipo gara | Risultato di classe | Posiz. assoluta | Pilota od equipaggio | Percorso (Km) | Tempo ottenuto | Media (Kmh) | Note |
2-ott | I | Quartu-Campuomu | salita | --- | 1° ass. | Manca | 20,000 | 13’37”8/10 | 88,041 | Corsa per il Volante d’Argento, riservata alle vetture Turismo; Manca si aggiudica il “gruppo misto” (davanti ad una Chevrolet e ad una Opel) e ottiene la miglior prestazione della giornata, precedendo addirittura la più veloce delle Aprilia. |
Data | Naz. | Nome della corsa | Tipo gara | Risultato di classe | Posiz. assoluta | Pilota od equipaggio | Percorso (Km) | Tempo ottenuto | Media (Kmh) | Note |
7-mag | ETH | Circuito di Taululud (Massaua), III corsa | circuito stradale | --- | 2° ass. | Cifalà Franco | 76,800 | 56'09" | 82,065 | Cifalà si piazza al secondo posto nella III corsa |
1-giu | ETH | Circuito dell’Asmara | circuito stradale | 3° Classe oltre 2000 | --- | Cifalà Franco | 114,600 | --- | --- | |
11-giu | I | Scala di Giocca-Osilo | salita | 1° Classe oltre 1100 Sport | 2° ass. | Manca | 14,700 | 12’04”6/10 | 73,033 | Manca è stato battuto soltanto da una Fiat 1100 “sport” e ha preceduto di 1”8/10 la migliore delle Aprilia, di 1 minuto la prima delle Fiat 1100 Turismo e di 1’17” la prima delle Fiat 1500. Anche la nuova Fiat 1400 é staccata (esattamente di 1’09” e 3/10) |
Data | Naz. | Nome della corsa | Tipo gara | Risultato di classe | Posiz. assoluta | Pilota od equipaggio | Percorso (Km) | Tempo ottenuto | Media (Kmh) | Note |
7-ott | ETH | Schicchetti-Saladrò | salita | --- | 17° ass. | Cifalà Franco | 5,000 | N.D. | N.D. | Cifalà dispone di una Astura da 3 litri di cilindrata. |
16-ott | ETH | Piana d'Ala-Decameré | salita | --- | 15° ass. | Cifalà Franco | 6,000 | 5'25"1/10 | 66,441 | Cifalà dispone di una Astura da 3 litri di cilindrata. |
[modifica] La produzione
Le Astura costruite complessivamente sono 2.912, delle quali 496 della prima serie (1931/32), 750 della seconda serie (1932/33), 1243 della terza (1933/37) e 423 della quarta (1937/39)
[modifica] Le diverse serie
[modifica] Prima serie
-
- Periodo di produzione: dalla fine del 1931 all’estate del 1932
- Modelli:
- tipo 230, autotelaio
- tipo 230, vettura berlina
- tipo 230, autotelaio
- Motore: tipo 85
- Numerazione progressiva: da 3 a 500
- Numerazione del telaio: da 30-1001 a 30-1496
- Unità prodotte: 496
- Identità ed evoluzione della serie
- Periodo di produzione: dalla fine del 1931 all’estate del 1932
L’Astura viene ufficialmente presentata in prima mondiale al Salone di Parigi dell'ottobre 1931 . La produzione inizia praticamente nel’32 e tutti i 496 esemplari della prima serie vengono ultimati nell’estate dello stesso anno, allorché esce, in sordina, la seconda serie
Caratteristiche tecniche Lancia Astura prima serie | |
Motore | anteriore, longitudinale, monoblocco; testa in due pezzi, con una parte inferiore (in ghisa) contenente le valvole ed una parte superiore (in alluminio) con i bilanceri ed il relativo alberino (l’albero a camme, centrale, ruota tra le due testate); albero a gomiti su 5 supporti; bielle in acciaio speciale (stampate) con cuscinetto antifrizione colato direttamente nella testa di biella; pistoni in lega d’alluminio; blocco cilindri in ghisa. |
Numero e posizione cilindri | 8 a V (19°) |
Cilindrata | cmc 2605,75 (alesaggio mm 69,85 – corsa mm 85,00) |
Distribuzione | valvole in testa, verticali comandate da bilanceri a pattino; albero a camme in testa, centrale, comandato da una catena “silenziosa” a rulli, a doppia flessione (un pignone esterno, a perno oscillante, la rende sempre tesa) |
Rapporto di compressione | 5,35 :1 |
Potenza max | 72 HP a 4000 giri/minuto |
Lubrificazione | forzata, con pompa ad ingranaggi e filtro autopulente a lamelle (gli elementi filtranti si puliscono automaticamente ad ogni messa in moto) ; coppa dell’olio in alluminio; capacità del circuito (coppa motore) litri 6,50 |
Raffreddamento | ad acqua, a circolazione forzata con pompa: persiana regolatrice della temperatura comandata da termostato; capacità circuito (radiatore e motore) litri 21,00; il raffreddamento del motore è assicurato anche da un ventilatore ausiliario, comandato da cinghia |
Accensione | a spinterogeno Bosch (anticipo 15°, anticipo automatico 25°); ordine d’accensione: 1-8-3-6-7-2-5-4; candele Bosch tipo W 145/33 |
Alimentazione | con pompa elettrica “Autopulse” (pompa “a polmone”); carburatore Zenith 30 DVT invertito, doppiocorpo , con pompetta d’accelerazione |
Impianto elettrico | a 12 Volt , batteria da 50 Ah, dinamo Bosch |
Trasmissione | trazione sulle ruote posteriori; albero di trasmissione in due parti, con supporto centrale (i tre giunti sono cardanici, a rulli); l’estremità posteriore dell’albero di trasmissione è scorrevole nel pignone del gruppo conico del differenziale. |
Frizione | monodisco a secco |
Cambio | cambio in blocco col motore, a 4 rapporti + retromarcia (III e IV sempre in presa, e “silenziose”) rapporti: I=3,485:1; II=2,185:1; III=1,422:1; IV=1:1; RM=4,870:1; comando cambio a leva centrale. |
Rapporto al ponte | rapporto finale di riduzione, con coppia ipoide: 11/50 (4,545:1) |
Scocca | telaio con struttura di base in due sezioni verticali scatolate , un rinforzo ad “X”, e longheroni leggermente convergenti anteriormente: due tubi tondi longitudinali, che si dipartono da una traversa di rinforzo, si integrano poi con le estremità dei longheroni |
Sospensioni ant. | a ruote indipendenti del tipo a cannocchiale (sistema Lancia) con ammortizzatori idraulici telescopici |
Sospensioni post. | ad assale rigido, con balestre longitudinali ed ammortizzatori meccanici a frizione (Siata) |
Impianto frenante | freno meccanico a pedale agente sulle 4 ruote, con ganasce ad espansione (corsa del pedale regolabile piuttosto agevolmente) ; freno a mano agente sui tamburi delle ruote posteriori |
Sterzo | a vite senza fine e ruota elicoidale ; guida a destra |
Ruote | a raggi Rudge Whitwort 14x45 |
Pneumatici | misure 15x45; pressioni gonfiaggio Kg/cm2 2,50 anteriormente e 2,75 posteriormente |
Passo | cm 317,7 |
Altezza minima da terra | cm 20,0 |
Carreggiate anter-poster | cm 137,4 -cm 139,6 |
Lunghezza x larghezza | autotelaio: cm 451,7 x cm 164,2 |
Carrozzeria | oltre all’autotelaio, sono disponibili (fornite direttamente dalla casa) due versioni di berlina, la “4 luci” (con due finestrini laterali) a 4-5 posti e la “6 luci” (con tre finestrini laterali, di cui due normali ed uno più piccolo) a 6-7 posti |
Peso a vuoto | autotelaio Kg 960; vettura (carrozzata berlina 4 luci) Kg 1.250 |
Serbatoio carburante | posteriore; capacità litri 60 |
Velocità massima | 125 Kmh; velocità massime (Kmh) nelle varie marce: : I=36, II=57, III=88 |
Pendenza massima superabile | in prima marcia, tra il 28% ed il 29% |
Consumo | medio, compreso tra 15 e 16 litri ogni 100 Km |
Prezzo in Italia | nel 1932: telaio Lire 38.000; berlina 4 luci (4-5 posti) Lire 45.000; berlina 6 luci (6-7 posti) Lire 47.000 |
[modifica] Seconda serie
-
- Periodo di produzione: dall’estate del 1932 all’autunno del 1933
- Modelli:
- tipo 230, autotelaio
- tipo 230, vettura berlina
- tipo 230, autotelaio
- Motore: tipo 85
- Numerazione progressiva: da 501 a 1.250
- Numerazione del telaio: da 30-1501 a 30-2250
- Unità prodotte: 750
- Identità ed evoluzione della serie
- Periodo di produzione: dall’estate del 1932 all’autunno del 1933
La seconda serie dell’Astura inizia dall’estate del 1932, dopo che sono stati costruiti quasi 500 esemplari della prima serie.</ Poche le variazioni che contraddistinguono questa serie e che riguardano dettagli del telaio (tra cui l’applicazione di silentbloc alle balestre) e dei freni; vengono anche modificati gli attacchi della carrozzeria al telaio.
Questa seconda serie Astura, viene costruita in 750 esemplari e viene sostituita nella seconda metà del’33 da una nuova serie, la terza, caratterizzata da differenze assai più importanti.
Caratteristiche tecniche Lancia Astura seconda serie | |
Motore | anteriore, longitudinale, monoblocco; testa in due pezzi, con una parte inferiore (in ghisa) contenente le valvole ed una parte superiore (in alluminio) con i bilanceri ed il relativo alberino (l’albero a camme, centrale, ruota tra le due testate); albero a gomiti su 5 supporti; bielle in acciaio speciale (stampate) con cuscinetto antifrizione colato direttamente nella testa di biella; pistoni in lega d’alluminio; blocco cilindri in ghisa. |
Numero e posizione cilindri | 8 a V (19°) |
Cilindrata | cmc 2605,75 (alesaggio mm 69,85 – corsa mm 85,00) |
Distribuzione | valvole in testa, verticali comandate da bilanceri a pattino; albero a camme in testa, centrale, comandato da una catena “silenziosa” a rulli, a doppia flessione (un pignone esterno, a perno oscillante, la rende sempre tesa) |
Rapporto di compressione | 5,35 :1 |
Potenza max | 72 HP a 4000 giri/minuto |
Lubrificazione | forzata, con pompa ad ingranaggi e filtro autopulente a lamelle (gli elementi filtranti si puliscono automaticamente ad ogni messa in moto) ; coppa dell’olio in alluminio; capacità del circuito (coppa motore) litri 6,50 |
Raffreddamento | ad acqua, a circolazione forzata con pompa: persiana regolatrice della temperatura comandata da termostato; capacità circuito (radiatore e motore) litri 21,00; il raffreddamento del motore è assicurato anche da un ventilatore ausiliario, comandato da cinghia |
Accensione | a spinterogeno Bosch (anticipo 15°, anticipo automatico 25°); ordine d’accensione: 1-8-3-6-7-2-5-4; candele Bosch tipo W 145/33 |
Alimentazione | con pompa elettrica “Autopulse” (pompa “a polmone”); carburatore Zenith 30 DVT invertito, doppiocorpo , con pompetta d’accelerazione |
Impianto elettrico | a 12 Volt , batteria da 50 Ah, dinamo Bosch |
Trasmissione | trazione sulle ruote posteriori; albero di trasmissione in due parti, con supporto centrale (i tre giunti sono cardanici, a rulli); l’estremità posteriore dell’albero di trasmissione è scorrevole nel pignone del gruppo conico del differenziale. |
Frizione | monodisco a secco |
Cambio | cambio in blocco col motore, a 4 rapporti + retromarcia (III e IV sempre in presa, e “silenziose”) rapporti: I=3,485:1; II=2,185:1; III=1,422:1; IV=1:1; RM=4,870:1; comando cambio a leva centrale. |
Rapporto al ponte | rapporto finale di riduzione, con coppia ipoide: 11/50 (4,545:1) |
Scocca | telaio con struttura di base in due sezioni verticali scatolate , un rinforzo ad “X”, e longheroni leggermente convergenti anteriormente: due tubi tondi longitudinali, che si dipartono da una traversa di rinforzo, si integrano poi con le estremità dei longheroni |
Sospensioni ant. | a ruote indipendenti del tipo a cannocchiale (sistema Lancia) con ammortizzatori idraulici telescopici |
Sospensioni post. | ad assale rigido, con balestre longitudinali (attacchi montati su silentbloc) ed ammortizzatori meccanici a frizione (Siata) |
Impianto frenante | freno meccanico a pedale agente sulle 4 ruote, con ganasce ad espansione (corsa del pedale regolabile piuttosto agevolmente) ; freno a mano agente sui tamburi delle ruote posteriori |
Sterzo | a vite senza fine e ruota elicoidale ; guida a destra |
Ruote | a raggi Rudge Whitwort 14x45 |
Pneumatici | misure 15x45; pressioni gonfiaggio Kg/cm2 2,50 anteriormente e 2,75 posteriormente |
Passo | cm 317,7 |
Altezza minima da terra | cm 20,0 |
Carreggiate anter-poster | cm 137,4 -cm 139,6 |
Lunghezza x larghezza | autotelaio: cm 451,7 x cm 164,2 |
Carrozzeria | oltre all’autotelaio, sono disponibili (fornite direttamente dalla casa) due versioni di berlina, la “4 luci” (con due finestrini laterali) a 4-5 posti e la “6 luci” (con tre finestrini laterali, di cui due normali ed uno più piccolo) a 6-7 posti |
Peso a vuoto | autotelaio Kg 960; vettura (carrozzata berlina 4 luci) Kg 1.250 |
Serbatoio carburante | posteriore; capacità litri 60 |
Velocità massima | 125 Kmh; velocità massime (Kmh) nelle varie marce: : I=36, II=57, III=88 |
Pendenza massima superabile | in prima marcia, tra il 28% ed il 29% |
Consumo | medio, compreso tra 15 e 16 litri ogni 100 Km |
Prezzo in Italia | nel 1933: telaio Lire 38.000; berlina 4 luci (4-5 posti) Lire 45.000; berlina 6 luci (6-7 posti) Lire 47.000 |
[modifica] Terza serie
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- Periodo di produzione: dall’autunno del 1933 al gennaio del 1937
- Modelli:
- tipo 233 L, autotelaio e berlina, passo lungo
- tipo 233 C, autotelaio e berlina passo corto
- tipo 233 L, autotelaio e berlina, passo lungo
- Motore: tipo 91
- Numerazioni progressive: per la 233 L da 1251 a 1550 e da 1851 a 2458; per la 233 C da 1551 a 1850 e da 2501 a 2528 (o più probabilmente a 2535)
- Numerazioni di telai: per la 233 L, da 33-2501 a 33-3408, per la 233 C, da 33-5001 a 33-5327 (o più probabilmente 33-5335)
- Unità prodotte: 1.243 complessive, di cui 908 del tipo 233 L e 335 del tipo 233 C
- Identità ed evoluzione della serie
- Periodo di produzione: dall’autunno del 1933 al gennaio del 1937
Nell’autunno del 1933, nasce la terza serie Astura. Parecchie le “novità”: a parte l’autotelaio, che viene ora offerto in due versioni, passo lungo (tipo 233 L) e corto (233 C), anche il motore (il cui angolo di apertura della “V” passa da 19° a 17°30’) subisce variazioni di cilindrata (da 2606 a 2973 cmc) e potenza (da 72 a 82 HP). Altre importanti modifiche riguardano l’impianto frenante, che viene munito di servofreno Dewandre , l’aumento del 30% della capacità del serbatoio carburante (da 60 a 78 litri). Dal punto di vista estetico troviamo un nuovo schermo del radiatore, inclinato, leggermente a punta e con la parte inferiore rastremata. Nuovi anche i parafanghi anteriori. Caratteristico il nuovo portaruota posteriore mobile che consente di ospitare – tra l’estremità posteriore della carrozzeria e la ruota di scorta – un baule: in assenza del baule, la ruota di scorta assume una posizione inclinata, mentre in presenza del baule la ruota diventa verticale.
Questa terza serie (1.243 "pezzi") termina nei primi giorni del 1937, sostituita dalla serie successiva, la quarta (ed ultima).
Caratteristiche tecniche Lancia Astura terza serie | |
Motore | anteriore, longitudinale, monoblocco; testa in due pezzi, con una parte inferiore (in ghisa) contenente le valvole ed una parte superiore (in alluminio) con i bilanceri ed il relativo alberino (l’albero a camme, centrale, ruota tra le due testate); albero a gomiti su 5 supporti; bielle in acciaio speciale (stampate) con cuscinetto antifrizione colato direttamente nella testa di biella; pistoni in lega d’alluminio; blocco cilindri in ghisa. |
Numero e posizione cilindri | 8 a V (17° 30’) |
Cilindrata | cmc 2972,99 (alesaggio mm 74,61 – corsa mm 85,00) |
Distribuzione | valvole in testa, verticali comandate da bilanceri a pattino; albero a camme in testa, centrale, comandato da una catena “silenziosa” a rulli, a doppia flessione (un pignone esterno, a perno oscillante, la rende sempre tesa) |
Rapporto di compressione | 5,75 :1 |
Potenza max | 82 HP a 4000 giri/minuto |
Lubrificazione | forzata, con pompa ad ingranaggi e filtro autopulente a lamelle (gli elementi filtranti si puliscono automaticamente ad ogni messa in moto) ; coppa dell’olio in alluminio; capacità del circuito (coppa motore) litri 5,50 |
Raffreddamento | ad acqua, a circolazione forzata con pompa: persiana regolatrice della temperatura comandata da termostato; capacità circuito (radiatore e motore) litri 16,50; il raffreddamento del motore è assicurato anche da un ventilatore ausiliario, comandato da cinghia |
Accensione | a spinterogeno Bosch (anticipo 15°, anticipo automatico 25°); ordine d’accensione: 1-8-3-6-7-2-5-4; candele Bosch tipo W 185/33 |
Alimentazione | con pompa elettrica “Autopulse” (pompa “a polmone”); carburatore Zenith 30 DVI invertito, doppiocorpo , con pompetta d’accelerazione |
Impianto elettrico | a 12 Volt , batteria da 50 Ah, dinamo Bosch |
Trasmissione | trazione sulle ruote posteriori; albero di trasmissione in due parti, con supporto centrale (i tre giunti sono cardanici, a rullini); l’estremità posteriore dell’albero di trasmissione è scorrevole nel pignone del gruppo conico del differenziale. |
Frizione | monodisco a secco |
Cambio | cambio in blocco col motore, a 4 rapporti + retromarcia (III e IV sempre in presa, e “silenziose”) rapporti: I=3,485:1; II=2,185:1; III=1,422:1; IV=1:1; RM=4,870:1; comando cambio a leva centrale. |
Rapporto al ponte | rapporto finale di riduzione, con coppia ipoide (Gleason-Hypoid) : 11/47 (4,273:1) |
Scocca | telaio con struttura di base in due sezioni verticali scatolate , un rinforzo ad “X”, e longheroni leggermente convergenti anteriormente: due tubi tondi longitudinali, che si dipartono da una traversa di rinforzo, si integrano poi con le estremità dei longheroni |
Sospensioni ant. | a ruote indipendenti del tipo a cannocchiale (sistema Lancia) con ammortizzatori idraulici telescopici |
Sospensioni post. | ad assale rigido, con balestre longitudinali (attacchi montati su silentbloc) ed ammortizzatori meccanici a frizione (Siata) |
Impianto frenante | freno meccanico a pedale agente sulle 4 ruote, con ganasce ad espansione (corsa del pedale regolabile piuttosto agevolmente); servofreno Dewandre; freno a mano agente sui tamburi delle ruote posteriori |
Sterzo | a settore e ruota elicoidale ; guida a destra |
Ruote | a raggi Rudge Whitwort 14x45 |
Pneumatici | misure 15x45; pressioni gonfiaggio Kg/cm2 2,50 anteriormente e 2,75 posteriormente |
Passo | cm 333,2 (mod. 233 L) e cm 310,0 (mod 233 C) |
Altezza minima da terra | cm 18,5 |
Carreggiate anter-poster | cm 137,4 -cm 140,0 |
Lunghezza x larghezza | autotelaio: cm 475,0 x cm 164,2 (mod 233 L) cm 452,0 x cm 164,2 (mod 233 C) |
Peso a vuoto | autotelaio Kg 1000 (mod 233 L) e Kg 960 (mod 233 C) |
Serbatoio carburante | posteriore; capacità litri 78 |
Velocità massima | 130 Kmh; velocità massime (Kmh) nelle varie marce: : I=37, II=60, III=91 |
Pendenza massima superabile | in prima marcia, tra il 29% ed il 30% |
Consumo | medio, compreso tra 15 e 16 litri ogni 100 Km |
Prezzo in Italia |
nel 1936: |
[modifica] Quarta serie
-
- Periodo di produzione: dal gennaio del 1937 alla fine del 1939
- Modelli:
- tipo 241, autotelaio e berlina
- tipo 241, autotelaio e berlina
- Motore: tipo 91
- Numerazione progressiva: da 4 a 426
- Numerazione del telaio: da 41-2905 a 41-3326, più 2 esemplari costruiti probabilmente nel 1942
- Unità prodotte: 423
- Identità ed evoluzione della serie
- Periodo di produzione: dal gennaio del 1937 alla fine del 1939
Nel’37,con l’avvento della quarta serie, cessa la disponibilità di autotelai Astura a passo corto. Questa ultima serie, si propone infatti con un’unica misura di passo, ulteriormente allungato sino a rasentare i tre metri e mezzo (cm 347,5 per l’esattezza). Di fatto, questa ultima Astura prende il posto della Dilambda (ormai sparita dai listini) e il suo telaio viene spesso utilizzato per ospitare carrozzerie di tipo Ministeriale (Boneschi e Pininfarina gli autori di gran parte di queste carrozzerie, talvolta monumentali). Ma vediamo in sintesi le nuove caratteristiche di questa quarta serie: la novità maggiore risiede nel telaio, che ora è del tipo a pianale abbassato, anche se variazioni di un certo rilievo si hanno anche all’impianto frenante (che finalmente é del tipo a comando idraulico anziché meccanico), alle sospensioni (con molle di maggior diametro anteriormente e balestre di maggiore lunghezza posteriormente). Cambiano le ruote, che ora sono in acciaio a razze del tipo “Fergat” e che possono avere la misura di 15x45 o di 16x45, mentre viene incrementata la capacità del circuito di raffreddamento (ore di 19 litri) . Il peso dell’autotelaio aumenta di Kg. 50 rispetto alla precedente versione a passo lungo ed ora è di Kg. 1.050. La velocità massima dichiarata dalla Casa scende quasi impercettibilmente (da 130 Kmh a 128 Kmh) ed anche la capacità di superare forti pendenze si riduce sensibilmente (il valore massimo possibile, in prima marcia, scende e si attesta attorno ai 25°) La quarta serie Astura verrà prodotta in poco più di 400 esemplari, fino allo scoppio del secondo conflitto mondiale
Caratteristiche tecniche Lancia Astura quarta serie | |
Motore | anteriore, longitudinale, monoblocco; testa in due pezzi, con una parte inferiore (in ghisa) contenente le valvole ed una parte superiore (in alluminio) con i bilanceri ed il relativo alberino (l’albero a camme, centrale, ruota tra le due testate); albero a gomiti su 5 supporti; bielle in acciaio speciale (stampate) con cuscinetto antifrizione colato direttamente nella testa di biella; pistoni in lega d’alluminio; blocco cilindri in ghisa. |
Numero e posizione cilindri | 8 a V (17° 30’) |
Cilindrata | cmc 2972,99 (alesaggio mm 74,61 – corsa mm 85,00) |
Distribuzione | valvole in testa, verticali comandate da bilanceri a pattino; albero a camme in testa, centrale, comandato da una catena “silenziosa” a rulli, a doppia flessione (un pignone esterno, a perno oscillante, la rende sempre tesa) |
Rapporto di compressione | 5,75 :1 |
Potenza max | 82 HP a 4000 giri/minuto |
Lubrificazione | forzata, con pompa ad ingranaggi e filtro autopulente a lamelle (gli elementi filtranti si puliscono automaticamente ad ogni messa in moto) ; coppa dell’olio in alluminio; capacità del circuito (coppa motore) litri 6,50 |
Raffreddamento | ad acqua, a circolazione forzata con pompa: persiana regolatrice della temperatura comandata da termostato; capacità circuito (radiatore e motore) litri 19,00; il raffreddamento del motore è assicurato anche da un ventilatore ausiliario, comandato da cinghia |
Accensione | a spinterogeno Bosch (anticipo 15°, anticipo automatico 25°); ordine d’accensione: 1-8-3-6-7-2-5-4; candele Bosch tipo W 185/33 |
Alimentazione | con pompa elettrica “Autopulse” (pompa “a polmone”); carburatore Zenith 30 DVI invertito, doppiocorpo , con pompetta d’accelerazione |
Impianto elettrico | a 12 Volt , batteria da 50 Ah, dinamo Bosch |
Trasmissione | trazione sulle ruote posteriori; albero di trasmissione in due parti, con supporto centrale (i tre giunti sono cardanici, a rullini); l’estremità posteriore dell’albero di trasmissione è scorrevole nel pignone del gruppo conico del differenziale. |
Frizione | monodisco a secco |
Cambio | cambio in blocco col motore, a 4 rapporti + retromarcia (III e IV sempre in presa, e “silenziose”) rapporti: I=3,485:1; II=2,185:1; III=1,422:1; IV=1:1; RM=4,870:1; comando cambio a leva centrale. |
Rapporto al ponte | rapporto finale di riduzione, con coppia ipoide (Gleason-Hypoid) : 11/47 (4,273:1) |
Scocca | telaio/piattaforma in acciaio |
Sospensioni ant. | a ruote indipendenti del tipo a cannocchiale (sistema Lancia) con ammortizzatori idraulici telescopici |
Sospensioni post. | ad assale rigido, con balestre longitudinali (attacchi montati su silentbloc) ed ammortizzatori meccanici a frizione (Siata) |
Impianto frenante | freno idraulico a pedale agente sulle 4 ruote, con ganasce ad espansione (corsa del pedale regolabile piuttosto agevolmente); servofreno Dewandre; freno a mano agente sui tamburi delle ruote posteriori |
Sterzo | a settore e ruota elicoidale ; guida a destra |
Ruote | a razze tipo Fergat ,15x45 (a richiesta 16x45) |
Pneumatici | misure 15x45; pressioni gonfiaggio Kg/cm2 2,50 anteriormente e 2,75 posteriormente |
Passo | cm 347,5 |
Altezza minima da terra | cm 18,5 |
Carreggiate anter-poster | cm 140,0 -cm 140,0 |
Lunghezza x larghezza | autotelaio: cm 484,0 x cm 162,0 |
Peso a vuoto | autotelaio Kg 1050 |
Serbatoio carburante | posteriore; capacità litri 78 |
Velocità massima | 128 Kmh; velocità massime (Kmh) nelle varie marce: : I=37, II=59, III=90 |
Pendenza massima superabile | in prima marcia, attorno al 25% |
Consumo | medio, compreso tra 15 e 16 litri ogni 100 Km |
[modifica] Dati produttivi
Per anno | |
Anno | Esemplari |
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1931 | 2 |
1932 | 798 |
1933 | 600 |
1934 | 439 |
1935 | 438 |
1936 | 209 |
1937 | 25 |
1938 | 284 |
1939 | 117 |
Totale | 2.912 |
Per modello | |
Modello | Esemplari |
---|---|
230, prima serie (1931/32) | 496 |
230, seconda serie (1932/33) | 750 |
233L, terza serie (1933/36) | 908 |
233C, terza serie (1933/36) | 335 |
241, quarta serie (1937/39) | 423 |
Totale | 2.912 |
Anni 1907-1918 - Alfa · Dialfa ·Beta-15/20HP · Delta-20/30HP · Didelta · Epsilon · Eta · Gamma-20HP · Theta · Zeta-12/15HP Il gruppo Fiat
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