Giovanni Marinelli
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Giovanni Marinelli (Adria 18 ottobre 1879 - Verona 11 gennaio 1944) è stato un uomo politico italiano.
Economicamente molto agiato, aderì al fascismo fin dalla sua fondazione sostenendo finanziariamente la marcia su Roma. Divenuto segretario amministrativo del Partito Nazionale Fascista, creò la famigerata organizzazione armata nota come Ceka che, nonostante apparisse come una polizia politica, degenerò ben presto in una squadra di picchiatori che fu responsabile dell'omicidio di Giacomo Matteotti.
Processato per il delitto del politico socialista, Marinelli venne difeso in aula da Roberto Farinacci e fu condannato a pene lievissime (che non scontò grazie all'amicizia che lo legava a Benito Mussolini) per "omicidio preterintenzionale". Durante il ventennio fascista Marinelli lavorò nell'ombra e pare che venisse incaricato dal duce di sbrigare le faccende politicamente più sconvenienti, ad esempio il linciaggio e l'uccisione degli avversari del PNF.
Membro del Gran Consiglio del Fascismo, il 25 luglio del 1943 egli votò sì all'ordine Grandi che ebbe come conseguenza l'arresto di Mussolini. Condannato a morte nel processo di Verona del 1944, quando i soldati arrivarono nella sua abitazione per portarlo al patibolo egli si mise a piangere e fu staccato con la forza dalla moglie e dai figli: tra i condannati di Verona fu l'unico, insieme a Carluccio Pareschi, ad avere una reazione del genere.