Giovanni Bosco
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Giovanni Bosco, (Castelnuovo Don Bosco (AT), 16 agosto 1815 - Torino, 31 gennaio 1888), commemorato come santo dalla Chiesa cattolica e meglio conosciuto come don Bosco, fu sacerdote, educatore e pedagogo.
[modifica] La vita
Giovanni Bosco nacque il 16 agosto 1815 nella Cascina Biglione dove ora sorge il Tempio di Don Bosco, in una piccola frazione di Castelnuovo d’Asti, oggi Castelnuovo Don Bosco, chiamata popolarmente i Becchi, da Francesco e Margherita Occhiena di Capriglio.
All’età di 2 anni, l’11 maggio 1817, perse il padre e la sua crescita, insieme a quella dei fratelli Antonio e Giuseppe, fu affidata completamente alla madre.
A nove anni ebbe un sogno profetico che gli cambiò la vita. Fu così che Giovanni volle imparare a fare il saltimbanco, il prestigiatore, il cantore, il giocoliere, per far divertire i suoi compagni.
Il 26 marzo 1826, giorno di Pasqua, Giovanni fece la sua Prima Comunione. L’inverno che seguì fu per lui uno di più duri, era riuscito a frequentare qualche lezione alla scuola di don Lacqua, ma a causa dei contrasti con il fratello Antonio fu costretto a lasciare casa per vivere come garzone presso la cascina dei coniugi Luigi e Dorotea Moglia, dove rimase dal febbraio 1827 al novembre 1829.
Nel settembre di quel 1829, a Morialdo era venuto a stabilirsi come cappellano don Giovanni Melchiorre Colosso, sacerdote settantenne, che prese Giovanni presso casa sua per educarlo finché non mori nel novembre del 1830.
Il 21 marzo 1831 il fratello Antonio si sposò e la madre decise di dividere l’asse patrimoniale con lui così che Giovanni poté tornare a casa e riprendere da settembre gli studi a Castelnuovo con la possibilità di una semi-pensione presso Giovanni Roberto, sarto e musicista del paese. A fine anno decise di andare a studiare a Chieri e in estate andò al Sussambrino, una cascina che suo fratello Giuseppe, insieme a Giuseppe Febraro, aveva preso a mezzadria per approfondire gli studi.
A Chieri si stabilì a pensione presso la casa di Lucia Matta. Per mantenersi gli studi lavorò come garzone, cameriere, addetto alla stalla... Qui costruì anche profonde amicizie; fra tutte, quelle con Luigi Comollo, che morì il 2 aprile 1839, e con l'ebreo Giona. Qui fondò la Società dell'Allegria, qui le tante avventure della sua giovinezza.
Nell’autunno del 1832, Giovanni Bosco iniziò la terza grammatica. Nei due anni seguenti proseguì regolarmente frequentando le classi che venivano chiamate umanità (1833-34) e retorica (1834-35), dimostrandosi un allievo eccellente, appassionato dei libri e di grande memoria.
Nel marzo 1834 Giovanni Bosco, che si avviava a terminare l’anno di umanità, presentò ai Francescani la domanda di essere accettato nel loro ordine, ma cambiò idea prima di andare in convento e decise di vestire l’abito clericale entrando in seminario.
Il giovane prete don Giuseppe Cafasso gli consigliò di completare l’anno di retorica e quindi di presentarsi all’esame per entrare al seminario di Chieri, aperto nel 1829. Giovanni superò l’esame, che si tenne a Torino, il 25 ottobre prese l’abito ecclesiastico e il 30 ottobre 1835 si presentò in seminario.
Il 3 novembre 1837 Giovanni iniziò la teologia, studio fondamentale per gli aspiranti al sacerdozio. In quel tempo occupava cinque anni, e comprendeva come materie principali la dogmatica (lo studio delle verità cristiane), la morale (la legge che il cristiano deve osservare), la Sacra Scrittura (la parola di Dio), la storia ecclesiastica (storia della Chiesa dalle origini del cristianesimo all’età contemporanea).
Il 29 marzo 1841 ricevette l’ordine del diaconato, il 26 maggio iniziò gli esercizi spirituali di preparazione al sacerdozio che ricevette il 5 giugno 1841 nella Cappella dell’Arcivescovado di Torino.
Diventato prete, decise di entrare in Convitto a Torino, un ex-convento accanto alla chiesa di San Francesco di Assisi. In questo edificio il teologo Luigi Guala, aiutato da don Cafasso, preparava 45 giovani sacerdoti a diventare preti del tempo e della società in cui dovranno vivere. La preparazione durò tre anni.
L’8 dicembre 1841 Giovanni incontrò Bartolomeo Garelli nella sacrestia della chiesa di San Francesco di Assisi e da quell’incontro incominciò la provvidenziale avventura dell'Oratorio senza dimora per 5 anni con centinaia di ragazzi. Il 12 aprile 1846, giorno di Pasqua, finalmente don Bosco trovò una posto per i suoi ragazzi, una tettoia con un pezzo di prato: la tettoia Pinardi a Valdocco.
Nel 1854 don Bosco diede inizio alla Società Salesiana, con la quale assicurò la stabilità delle sue opere e del suo spirito anche per gli anni futuri. Dieci anni dopo pone la prima pietra della basilica di Maria Ausiliatrice.
Nel 1872, con Santa Maria Mazzarello, fondò l’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, con lo scopo di educare, con il medesimo spirito, la gioventù femminile.
Nel 1875 partì la prima spedizione missionaria per l’Argentina, terra della grande emigrazione italiana dell'Ottocento. Don Bosco fondò intanto i Cooperatori, considerati da Don Bosco stesso come i «Salesiani Esterni».
Don Bosco morì all'alba del 31 gennaio 1888. Il messaggio educativo si condensò attorno a tre parole: ragione, religione, amorevolezza. Alla base del suo sistema preventivo ci fu un profondo amore per i giovani, chiave di tutta la sua opera educativa.
Il 2 giugno 1929 Papa Pio XI lo beatificò, dichiarandolo santo l’1 aprile 1934, giorno di Pasqua.
[modifica] Collegamenti esterni
- Societas Sancti Francisci Salesii
- San Giovanni Bosco - liturgia
- San Giovanni Bosco, Vita del santi
- I sogni, le massime e altri scritti su San Giovanni Bosco
[modifica] Opere
- Bosco G., Memorie dell'Oratorio di S. Francesco di Sales dal 1815 al 1855.
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