Gianfranco Zigoni
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«Metto fuori classifica io, Pelé e Maradona perché calcisticamente siamo tre extraterrestri.»
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(Gianfranco Zigoni)
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Gianfranco Zigoni | ||
Dati biografici | ||
Nome | ||
Soprannomi | Zigo, Il Duce, Cavallo pazzo | |
Nato | 25 novembre 1944 Oderzo |
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Nazionalità | Italia | |
Altezza | 176 cm | |
Peso | 78 kg | |
Dati agonistici | ||
Disciplina | Calcio | |
Ruolo | ala sinistra, centravanti | |
Squadra | ritirato | |
Carriera | ||
Giovanili | ||
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U.S.D. Opitergina | ||
Squadre professionistiche | ||
1961-64 | Juventus | 4 (1) |
1964-66 | Genoa | 58 (16) |
1966-70 | Juventus | 82 (22) |
1970-72 | Roma | 49 (12) |
1972-78 | Verona | 139 (29) |
1978-80 | Brescia | 40 (4) |
1980-? | U.S.D. Opitergina | |
? | U.S. Piavon | |
Nazionale | ||
1967 | Italia | 1 (0) |
Gianfranco Cesare Battista Zigoni (Oderzo, 25 novembre 1944) è un calciatore italiano.
E' stato per molti uno dei più grandi talenti calcistici che l'Italia abbia mai avuto, anche se la sua carriera è stata di certo inferiore alle aspettative a causa del suo non facile carattere che gli è costato in carriera numerose giornate di squalifica.
Trascinatore delle folle, idolo di tutte le tifoserie delle squadre in cui ha giocato, si è procurato con gli anni una reputazione di ribelle ed eccentrico per il suo amore per l'alcol, le donne e i motori e per alcuni suoi comportamenti piuttosto bizzarri. Divenne per questo uno dei calciatori simbolo degli anni '70.
Ha avuto all'attivo 265 presenze e 63 gol in A con le maglie di Juventus, Genoa, Roma, Verona, più una presenza in Nazionale in tre convocazioni.
Indice |
[modifica] I primi anni
Zigoni nasce a Oderzo, grosso centro agricolo della provincia di Treviso, il 25 novembre 1944. Trascorre l'infanzia nel Quartier Marconi, zona ai margini meridionali della cittadina.
Da adolescente diventa la punta di diamante del settore giovanile dell'Opitergina, squadra della sua città, dal cui vivaio usciranno in quegli anni usciranno molti ragazzi talentuosi approdati anche al professionismo.
Passa nelle giovanili della Juventus, e debutta in prima squadra il 10 dicembre 1961 in campionato contro l'Udinese ad appena diciassette anni. All'epoca gioca anche un'amichevole con il Real Madrid, persa dagli juventini per 3 a 1: al termine della gara Josè Emilio Santamaria, mitico difensione delle merengues, lo paragona a Pelé.
Zigoni in tre anni gioca quattro partite in Serie A segnando un gol, poi viene mandato "a farsi le ossa" al Genoa.
[modifica] Al Genoa
Zigoni arriva a Genova nell'estate del 1964. Nella sua prima stagione in Liguria segna in media un gol ogni tre partite: saranno otto in tutto al termine della stagione, che non basteranno a salvare i rossoblù dalla retrocessione.
Nella stagione successiva debutta in Serie B, segnando ancora 8 gol in 34 incontri.
[modifica] Alla Juventus
Al termine del prestito Zigoni torna a Torino: con la Juve nella stagione 1966-67 vince il suo unico scudetto, contribuendo ancora una volta con 8 gol in 23 partite. Nella stagione successiva gioca le sue uniche partite in Coppa dei Campioni.
il 25 giugno 1967 gioca la sua unica partita in nazionale, Romania-Italia 0-1.
Anche nelle stagioni successive le sue presenze in campo non sono mai più di 22-23 all'anno, complici anche le squalifiche. I gol invece calano: sette nella stagione 1967-68, appena tre in quella successiva, quattro (in 14 gare) nella stagione 1969-70, l'ultima con la casacca bianconera.
[modifica] Alla Roma
Zigoni va a giocare nella capitale, nella Roma di Amarildo, Luis Del Sol, Aldo Bet e Franco Cordova.
Nei suoi due anni con i giallorossi segna 12 gol in 49 partite. Nella sua prima stagione vince il Trofeo Anglo-Italiano.
Per approfondire, vedi la voce Associazione Sportiva Roma/Rosa 1970-1971. |
Per approfondire, vedi la voce Associazione Sportiva Roma/Rosa 1971-1972. |
[modifica] Al Verona
Nel 1972 passa al Verona. Negli anni passati in Veneto segna meno che nelle stagioni precedenti ma continua a mostrare la sua classe, specie in episodi come il celebre 5 a 3 al Milan del 20 maggio 1973 (vedi Curiosità).
Nel 1974 la squadra viene retrocessa d'ufficio all'ultimo posto per illecito sportivo: Zigo, nonostante una generosa offerta dell'Inter, resta, e contribuisce nella stagione successiva alla promozione con 9 gol, il massimo bottino da lui raccolto nelle sei stagioni in maglia gialloblù. Nelle due stagioni successive segna rispettivamente 2 gol in 18 presenze e 6 gol in 26 presenze.
Nella stagione 1977-78, l'ultima a Verona, andrà a segno soltanto una volta in 26 partite.
In maniera simile a quanto accadrà dieci anni dopo con Maradona a Napoli, Zigoni entrò nel cuore della tifoseria fino a diventare un vero e proprio divo intoccabile: per questo potè permettersi di arrivare in ritardo agli allenamenti e perfino di rispondere per le rime al presidente Saverio Garonzi. Ancor'oggi, a distanza di trent'anni, pare che il suo nome venga a volte scandito durante i cori degli ultras veronesi.
Anche a Verona fu campione di sregolatezza: celebre divenne il suo look comprensivo di cappello da cow-boy, pistola e petto nudo con pelliccia aperta sul davanti. In queste condizioni una volta si presentò in campo, in segno di "protesta" contro l'allenatore Ferruccio Valcareggi che lo aveva lasciato in panchina.
[modifica] Gli ultimi anni
Nel 1978, ormai 34enne, passa al Brescia, in Serie B. Durante il suo primo anno con le rondinelle segna 4 gol in 21 partite, mentre nella stagione successiva non andrà mai in rete.
Nel 1980, a 36 anni, decide così di abbandonare per sempre il calcio professionistico tornando nella città natale a giocare in un'ambiziosa Opitergina, con la quale sfiora allo spareggio una storica promozione in Serie C2. Termina la carriera quarantenne tra gli amatori dell' U. S. Piavon.
Dopo il ritiro Zigoni entra come allenatore nel settore giovanile dell'Opitergina ed in seguito del Ponte di Piave e del Basalghelle, società amatoriali della zona.
Nel 2002 ha pubblicato, per le edizioni Biblioteca dell'Immagine di Pordenone, una sorta di irriverente autobiografia con alcuni racconti di vita, spesso leggermente "romanzati", raccolti dall'amico e collega Ezio Vendrame.
Attualmente viene spesso invitato a partecipare come opinionista in trasmissioni calcistiche di TV locali.
[modifica] Curiosità
- Proviene da una numerosa famiglia contadina. Ha avuto quattro figli, di cui uno ha tentato la carriera sportiva, similmente a dei nipoti.
- Tra tutte le squadre con cui ha giocato, ha detto che solo la Juventus non gli è rimasta nel cuore, per la freddezza di dirigenti, città e tifosi.
- Dopo essere stato paragonato a Pelé dal già citato Santamaria e da Giovanni Trapattoni dopo un Genoa-Milan 3-1, con tripletta di Zigoni, quest'ultimo si trovò a giocare contro O Rei in amichevole contro il Santos nel 1961. Dall'emozione Zigoni, vedendo La perla nera, giocò male l'intera partita meditando di annunciare il suo ritiro dall'attività agonistica.
- Fu soprannominato dai suoi tifosi in vari modi, tra cui Il Zigo, Il Duce, Cavallo pazzo.
- Più che un ribelle si considera un ragazzo come tanti della sua generazione, che ha potuto togliersi molte soddisfazioni con il calcio.
- Tra le sue squalifiche ne va ricordata una record di ben sei giornate (e 30 milioni di lire di multa) per aver invitato ingiuriosamente un guardialinee ad infilarsi la propria bandierina in una certa parte del corpo.
- Ha dichiarato di non credere alla vita dopo la morte, ed è sempre stato un grande fan di Che Guevara e Fabrizio De Andrè.
- Ha fatto vincere due scudetti alla Juventus: la prima volta nel 1967, vestendo la maglia bianconera. La seconda volta fu nel 1973 con la maglia dell'Hellas Verona: il 20 maggio, ultima giornata del campionato, gli scaligeri ospitano un Milan stanco e svogliato a cui bastava vincere per portare a casa lo scudetto. Lo stesso allenatore Nereo Rocco ritiene la partita una pura formalità, simile «all'ultima [tappa] del Tour de France», invece i veronesi stravincono 5 a 3 (5 a 1 fino all'81° minuto), permettendo alla Juventus di superare di un punto i rossoneri. Zigoni non segna ma gioca una partita spettacolare regalando pure gli assist al compagno di reparto Livio Luppi. Da allora la città scaligera per i milanisti diventerà la Fatal Verona.
- Ha più volte manifestato il desiderio di morire sul terreno di gioco dello stadio Bentegodi di Verona.
- Nell'Opitergina ha giocato anche con Giancarlo Dall'Acqua, padre di Stefano, attuale centravanti del Foggia.
- Negli Anni '80 ha gestito un negozio di articoli sportivi nella sua città natale insieme al suo concittadino ed ex collega Renato Faloppa, vicecampione d'Italia con la Lanerossi Vicenza nel 1978.
- Nel 1997 ha rivestito per una sera la maglia della Juventus partecipando ai festeggiamenti per il centenario della fondazione della squadra.
- Di lui parla anche Carlo Petrini nella sua celebre autobiografia Nel fango del dio pallone (2000).
- Lo stesso anno è stato anche testimonial gratuito della campagna abbonamenti del Verona.
- Anche Adailton, attuale centraventi dei veneti, è originario di Oderzo: lo erano infatti i suoi nonni, emigrati in Sudamerica.
- In un recente sondaggio di hellastory.net, sito internet di appassionati della società scaligera, ha raggiunto il secondo posto nella classifica dei migliori giocatori della squadra di tutti i tempi subito dopo Preben Elkjær Larsen, campione d'Italia nel 1985.