Friedrich von Hayek
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Nobel per la economia |
Friedrich August von Hayek (Vienna 1899 - Friburgo di Germania 1992), Premio Nobel per l'economia nel 1974, è stato uno dei più grandi esponenti del liberalismo del secolo XX ed uno dei maggiori critici dell’economia pianificata e centralista.
Hayek appartiene alla quarta generazione di esponenti della “Scuola austriaca”, quella tradizione di ricerca fondata da Carl Menger (1840-1921). Von Hayek stesso, nella sua autobiografia (Hayek su Hayek) ha riconosciuto che una vera passione per l’economia nacque in lui durante gli anni della Prima guerra mondiale, quando lesse Grundsätze di Carl Menger.
Parallelamente si dedicò agli studi giuridici, spiegando che gli servivano “per riuscire a comprendere l’economia”. Un altro libro fondamentale nel percorso formativo di Hayek fu Socialismo di Ludwig von Mises uscito nel 1922. Dopo essersi laureato in economia con von Mises e in giurisprudenza, Hayek intraprende un viaggio negli Stati Uniti (1923).
L’esperienza si rivelerà fondamentale per la sua formazione. Diventa successivamente autore di saggi ed articoli letti in tutta Europa. In uno dei suoi articoli più profetici, pubblicato negli anni trenta, spiega il fallimento delle economie pianificate centralmente con la famosa teoria della conoscenza: chi sta al centro – secondo Hayek – non ha tutte le informazioni necessarie per prendere delle decisioni economiche. Solo il "meraviglioso sistema dei prezzi", spiega, "è un meccanismo perfetto per comunicare informazioni con la velocità del vento anche nelle regioni più remote".
Nel 1931 von Hayek viene invitato ad insegnare alla London School of Economics. L’istituto non è un bastione del pensiero liberale, ma qui tutte le opinioni vengono accolte al fine di produrre il più ampio dibattito. Nel vicino college di Cambridge insegna all'epoca John Keynes, convinto assertore dell’intervento regolatore dello Stato nell’economia.
Le teorie di Keynes diventano largamente preponderanti in tutta Europa. I due studiosi diventano amici, nonostante le loro teorie divergano profondamente.
Dalla fine degli anni trenta in poi Hayek scriverà tutti i suoi libri in inglese; la sua carriera accademica proseguirà tra università inglesi ed americane. Nel 1944, egli pubblica un libro che gli dà una grande notorietà, Verso la schiavitù (The Road to Serfdom), oggi considerato la pietra angolare del liberismo novecentesco. Poiché in Inghilterra le dottrine liberiste incontravano poco favore all'epoca il libro di Hayek esce negli Stati Uniti, per i tipi della Chicago University Press per iniziativa di Aaron Director, docente di Economia e genero di Milton Friedman, economista di punta dell’ateneo (futuro padre del liberismo americano e Premio Nobel per l’economia nel 1976).
Nel 1950 von Hayek consegue la cattedra di Scienze sociali a Chicago. È qui che Hayek scrive una delle sue opere più importanti, La società libera (il titolo originale è The Constitution of Liberty), pubblicata nel 1960, dove si afferma che il laissez-faire non è sufficiente ad assicurare un buon funzionamento dell’economia e che il ruolo più importante dello Stato sta nello sviluppo di leggi e regole capaci di assicurare la libera concorrenza. Un’affermazione che oggi sembra banale, ma che allora suonava del tutto nuova e rivoluzionaria. Nell’ultima parte della sua vita Hayek ritorna nell’Europa continentale e trascorre gli ultimi anni a Friburgo, dove muore nel 1992, pochi anni dopo la caduta del muro di Berlino.
[modifica] Le critiche
Von Hayek è stato spesso "accusato" da autori di destra e di sinistra.
I socialisti, ad esempio, l'hanno accusato di avere una visione conservatrice dell'economia. A discapito delle sofisticate argomentazioni che usa per sostenere le sue posizioni, avrebbe considerato il "liberismo come un dogma" e si sarebbe fatto condizionare dalla sua ideologia.
Eric Hobsbawn, ad esempio, ha scritto che:
- "Uomini come Hayek non si erano mai mostrati pragmatici... In realtà personaggi come Hayek erano i fedeli di una religione economica" (Il secolo breve).
A sostegno di queste affermazioni i suoi critici osservano che nemmeno la crisi economica del 1929 incise sulla sua idea che lo Stato non dovesse intervenire nell'economia. Inoltre, durante la seconda guerra mondiale temeva che gli Alleati avrebbero perso la guerra, in quanto riteneva che l'economia semi-pianificata messa in piedi dagli Stati Uniti per sostenere lo sforzo bellico non avrebbe funzionato.
Per questi motivi Von Hayek viene accusato spesso di essere il padre del "fondamentalismo di mercato" (come viene chiamato dai suoi detrattori il neoliberismo sostenuto dalla Scuola di Chicago). Margaret Thatcher, dichiarò che Hayek era il suo punto di riferimento intellettuale.
Alcuni hanno tuttavia ritenuto che il neoliberismo fosse una perversione e una volgarizzazione delle idee di Von Hayek piuttosto che la messa in pratica delle sue teorie economiche.
George Soros, un finanziere molto critico nei riguardi del libero mercato ma ammiratore di Hayek, paragonandolo al filosofo liberale Karl Popper (che non era liberista) ha scritto:
- "Friedrich Von Hayek, le cui idee sono state volgarizzate dai fondamentalisti del mercato dell'ultimo minuto, era un deciso assertore della società aperta. Sia lui che Popper volevano proteggere la libertà dell'individuo dalle minacce che provenivano da dottrine collettivistiche quali il nazionalsocialismo e il comunismo; le loro opinioni divergevano solo su quali fossero i mezzi idonei...Hayek riponeva la sua fiducia nel meccanismo del mercato perché temeva le impreviste conseguenze negative dei controlli pubblici. La sua preoccupazione è stata spinta all'estremo da parte dei suoi seguaci della Scuola di Chicago. La ricerca dell'interesse egoistico è stata eretta a principio universale che permea di sé tutti gli aspetti dell'esistenza".
Anche Hobsbawn, pur attaccando Hayek, non lo assimila a quelli che chiama "i volgari propagandisti occidentali del sistema capitalistico durante la guerra fredda".
Hayek scrisse comunque un saggio per distinguere nettamemte la sua posizione da quella dei conservatori, intitolato appunto Perché non sono un conservatore (Why I Am Not a Conservative), incluso in appendice al suo libro The Constitution of Liberty.
Hayek è stato molto contestato anche da autori della destra radicale, che hanno visto in lui un difensore di quella modernità capitalista che mette in discussione le comunità tradizionali, le nazioni storiche, i legami di sangue ed etnia. Per Alain de Benoist (forse il massimo esponente della Nouvelle Droite francese), ad esempio, vi sarebbe in Hayek una "tendenza darwinista assai contestabile".
Il pensiero hayekiano, infine, è stato aspramente contestato pure da autori di orientamento libertario (Hans-Hermann Hoppe, Walter Block, Enrico Colombatto, Murray N. Rothbard e altri), che hanno evidenziato le incertezze di un liberalismo non sempre disposto a denunciare l'illegittimità dello Stato e di ogni azione che aggredisca l'individuo e minaccci l'autonomia del libero mercato e l'ordine giuridico basato sulla proprietà privata.
[modifica] Collegamenti esterni
- Bibliografia di Friedrich Hayek (in francese)