Forlì
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Forlì | |||
---|---|---|---|
Stato: | Italia | ||
Regione: | Emilia-Romagna | ||
Provincia: | Forlì-Cesena | ||
Coordinate: |
|
||
Altitudine: | 50 m s.l.m. | ||
Superficie: | 228 km² | ||
Abitanti: |
|
||
Densità: | 493,32 ab./km² | ||
Frazioni: | Vedi elenco | ||
Comuni contigui: | Bertinoro, Brisighella (RA), Castrocaro Terme e Terra del Sole, Faenza (RA), Forlimpopoli, Meldola, Predappio, Ravenna (RA), Russi (RA) | ||
CAP: | 47100 | ||
Pref. tel: | 0543 | ||
Codice ISTAT: | 040012 | ||
Codice catasto: | D704 | ||
Nome abitanti: | forlivesi | ||
Santo patrono: | Madonna del fuoco | ||
Giorno festivo: | 4 febbraio | ||
Sito istituzionale |
Forlì (Furlè in romagnolo ) è un comune di 114.107 abitanti della provincia di Forlì-Cesena, di cui è il capoluogo, come già lo era stato, per quasi tutto il XX secolo, della provincia di Forlì, nome sotto il quale era compreso anche il territorio ora facente parte della provincia di Rimini.
Forlì è una città dell'Emilia-Romagna ed in particolare si trova in Romagna, di cui è, come dice Dante nel De Vulgari eloquentia, "meditullium", cioè l'area centrale. Questo primato è anche linguistico anche se in questo caso il forlivese deve spartire questa centralità con il faentino costituendo assieme a quest'ultimo il dialetto romagnolo tipico (anche se fra i due esistono comunque differenze), visto che il romagnolo tende a perdere questa o quella peculiarità a mano a mano che si avanza verso la periferia della Romagna e che la lingua subisce, per ciò, gli influssi delle zone circostanti.
Indice |
[modifica] Storia
Per approfondire, vedi la voce Storia di Forlì. |
[modifica] Origini
La località dove Forlì sorge (o i suoi dintorni) fu abitata sin dal Paleolitico, come dimostrano i copiosi ritrovamenti di Monte Poggiolo, con migliaia di reperti datati a circa 800.000 anni fa.
Città di origine romana (Forum Livii) fu probabilmente fondata nel 188 a.C., secondo antiche leggende da Marco Livio Salinatore, il console che sconfisse il fratello di Annibale, Asdrubale, al Metauro, nel 207 a.C..
[modifica] Antichità e Medioevo
Caduto l'Impero Romano d'Occidente, dopo il breve dominio di Odoacre, fece parte del regno degli Ostrogoti, poi dell'impero di Bisanzio. Rimase bizantina ai tempi dell'invasione longobarda, nel VI secolo, poi fece parte delle donazioni di Pipino il Breve alla Chiesa.
Fu protagonista delle vicende del territorio romagnolo durante il Medioevo: il complesso stemma allude a diversi momenti della sua storia: la città ebbe dai Romani lo scudo vermiglio, su cui poi fu posta, in ricordo della partecipazione dei Forlivesi alla Prima Crociata, una croce bianca; un secondo scudo, bianco, attraversato dalla scritta LIBERTAS, testimonia dei periodi in cui la città si erse a repubblica (la prima volta nell'889, l'ultima nel 1405): i colori della città, pertanto, sono il bianco ed il rosso; l'aquila sveva in campo d'oro fu invece concessa da Federico II, per l'aiuto datogli nella presa di Faenza (1241), essendosi Forlì schierata dalla parte dei ghibellini.
L'Imperatore elargì alla città, nell'occasione, anche un'ampia autonomia comunale, compreso il diritto di battere moneta.
Il passaggio dal libero comune alla signoria fu piuttosto tormentato: emersero, fra gli altri, i tentativi di Simone Mastaguerra, Maghinardo Pagani e Uguccione della Faggiuola, ma il successo nel dominio cittadino arrise alla dinastia della famiglia Ordelaffi, che resse, sia pure con qualche interruzione, la città dalla fine del XIII fino all'inizio del XVI.
La Forlì medioevale vide anche la presenza di una fiorente comunità di Ebrei: si ha notizia dell'esistenza d'una scuola ebraica in città fin dal XIII secolo, mentre uno statuto civico forlivese del 1359 ci testimonia la stabilità della presenza degli Ebrei e dei loro banchi. Insomma, Forlì fu un importante centro di affari e di vita culturale ebraica.
Da segnalare, a tal proposito, è l'importante congresso dei delegati delle comunità ebraiche di Padova, di Ferrara, di Bologna, delle città della Romagna e della Toscana, nonché di Roma, che fu convocato a Forlì il 18 maggio 1418: vi si presero decisioni sul comportamento (etico e sociale) che gli Ebrei avrebbero dovuto tenere e si inviò una delegazione al Papa Martino V per la conferma degli antichi privilegi e la concessione di nuovi.
[modifica] Età moderna
Durante il Rinascimento, la città vantò molteplici intrecci con la storia nazionale italiana: sua signora fu Caterina Sforza, che, vedova di Girolamo Riario (nipote di Papa Sisto IV), sposò, nel 1497, Giovanni de' Medici (detto "il Popolano"), matrimonio dal quale nacque, l'anno successivo, Ludovico (poi Giovanni) detto Giovanni dalle Bande Nere, il famoso capitano di ventura, padre di quel Cosimo I de' Medici che sarà il primo Granduca di Toscana. Caterina, nonostante un'eroica resistenza nella rocca di Ravaldino, in Forlì, fu sconfitta da Cesare Borgia nel piano di espansione dei possedimenti papali in Romagna.
Tornata sotto il dominio papale, costituì il centro della Romagna pontificia, tanto che ancora oggi sono in molti ad usare "romagnolo" come sinonimo di "forlivese", anche se ciò non è corretto. La situazione rimase sostanzialmente immutata in pratica fino all'Unità d'Italia, eccetto che per un breve periodo di indipendenza politica dalla Chiesa attorno al 1797, quando divenne capoluogo del dipartimento del Rubicone nella nuova divisione amministrativa dettata dalle truppe di Napoleone al seguace Regno d'Italia. Tra le leggi imposte dal nuovo codice civile napoleonico c'era la possibilità di divorzio e un cittadino di Forlì ne fece richiesta (prima causa di divorzio a oltre 150 anni dalla legge attuale). Inoltre, i funzionari napoleonici si occuparono di indagare gli usi e costumi delle popolazioni sottomesse, producendo una notevole mole di dati sulle tradizioni popolari di questa parte di Romagna. Un forlivese riuscì a recuperare parte di quelle indagini (per la verità in gran parte provenienti da Sarsina, ma in uso anche a Forlì) e ne pubblicò un testo che è uno dei primi lavori sulle tradizioni romagnole, poi seguito dall'opera del Pergoli verso la fine dell'Ottocento, che si occupò della raccolta di canti anche a Forlì e a San Martino in strada (frazione di Forlì).
[modifica] Età contemporanea
Nella seconda metà del XIX secolo Forlì diventa il "zitadòn" (cittadone) della Romagna: un centro grande rispetto alle altre realtà urbane limitrofe, la cui prosperità deriva dall'agricoltura - molto diffuso il tipico contratto di mezzadria - e dal commercio del sale tramite la via diretta verso Cervia e le sue saline, nonché dal suo posizionamento sulla strategica via Emilia, a metà strada fra Bologna e Rimini. Non mancarono personalità di spicco durante il Risorgimento: Aurelio Saffi, repubblicano mazziniano e Piero Maroncelli, amico di Silvio Pellico e imprigionato come lui per il suo ideale di un'Italia unita e libera da dominazioni straniere o religiose.
La città piange i suoi martiri della Grande Guerra, ma è con l'ascesa del Fascismo e la Seconda Guerra Mondiale che Forlì torna a far parlare di sé. A 15 km dalla città, a Predappio, nasce Benito Mussolini: quando egli diviene prima presidente del consiglio, poi duce, inevitabilmente Forlì gode di una certa fama di ritorno, cominciando a essere presentata nella propaganda ufficiale come "la città del Duce".
Durante il regime, Forlì si sviluppa oltre il suo ambito territoriale ed economico tradizionale: le porte e le mura antiche sono buttate giù per lasciar spazio ai nuovi viali delle circonvallazioni e permettere la costruzione di nuovi quartieri all'esterno del pur ampio centro storico; gli architetti del regime si sbizzarrirono nel progettare nuovi edifici e agglomerati corrispondenti al gusto del momento (nuova stazione ferroviaria, nuovo palazzo delle Poste e degli uffici statali nella centrale piazza Saffi, viale Benito Mussolini - ora viale della Libertà); crescono le industrie locali (Forlanini, Mangelli); nel 1936 viene inaugurato l'aeroporto "L.Ridolfi".
La città pagò il suo conto di vite umane alla guerra, sopportando inoltre la perdita di inestimabili tesori artistici, come la chiesa di San Biagio o il teatro comunale; anche la Torre civica fu bombardata, per poi venire ricostruita in seguito. Il campanile della Basilica di San Mercuriale venne invece risparmiato dai tedeschi in ritirata, si pensa su precisa richiesta del Duce stesso.
Forlì venne liberata relativamente presto, rispetto alle altre zone del Nord Italia: il 9 novembre 1944 le truppe alleate britanniche entravano in città, provenienti da Rimini, con l'appoggio delle brigate partigiane.
Primo sindaco della Forlì liberata fu Franco Agosto, cui oggi è dedicato il Parco Urbano, polmone verde urbano sull'ansa che il fiume Montone forma nei pressi di Porta Ravaldino.
Forlì è tra le Città decorate al Valor Militare per la Guerra di Liberazione perché è stato insignito della Medaglia d'Argento al Valor Militare per i sacrifici e il corraggio delle sue popolazioni e per la sua attività nella lotta partigiana durante la seconda guerra mondiale.
Nel dopoguerra la città si è stabilizzata nelle sue attività tradizionali legate al settore agricolo e artigianale, sviluppando una dinamica realtà di piccole imprese artigianali o cooperative. vedi anche Storia di Forli/ Fabio Lombardi. - Cesena : Il ponte vecchio, [1996]
[modifica] Evoluzione demografica
Abitanti censiti
[modifica] Personaggi illustri
Per approfondire, vedi la voce Personalità legate a Forlì. |
Sono numerose e varie le personalità di ogni epoca che a Forlì sono nate o vissute per periodi significativi della loro vita; che vi hanno operato in modo degno di nota o che hanno stabilito dei saldi rapporti con la città o i suoi dintorni.
[modifica] Luoghi d'interesse
[modifica] Piazza Aurelio Saffi
Ai tempi del forum romano, la Piazza Aurelio Saffi era solo un largo spazio ai confini della centuriazione, lungo la via Emilia verso Rimini.
Diventa, come è tutt'oggi, luogo centrale della città nel Medioevo, col nome di Campo dell'Abate (il riferimento è all'Abbazia di San Mercuriale, di cui sotto) e poi di Piazza Maggiore.
Dopo l'unificazione d'Italia, viene dedicata a Vittorio Emanuele II. Al termine della seconda guerra mondiale, durante la permanenza delle truppe anglo-americane a Forlì (successiva alla liberazione della città dai nazi-fascisti), la piazza è ribattezzata St. Andrew's Square ("piazza di S. Andrea").
Con l'avvento della repubblica, viene intitolata al mazziniano forlivese Aurelio Saffi, celebrato da un apposito monumento, posto al centro della piazza, in sostituzione della precedente colonna della Madonna del Fuoco (spostata in Piazza del Duomo).
Il risultato è una piazza che Antonio Paolucci ha definito "uno scenario metafisico alla Giorgio De Chirico".
- Sul lato a ovest sorge la Residenza comunale, un tempo palazzo degli Ordelaffi, già signori della città; l'edificio è stato notevolmente rimaneggiato nei secoli, la facciata odierna risale ai primi anni dell'Ottocento. Sono notevoli gli affreschi interni.
- Sul lato opposto, a nord-est, sorge l'Abbazia di San Mercuriale, il simbolo stesso della città: chiesa di architettura romanica, in mattoni, costruita sul primo luogo di culto cristiano a Forlì; il campanile è famoso per essere uno dei più alti d'Italia, in stile romanico: la stessa foto qui a fianco dà già un'idea dell'altezza di questo campanile, che, nel XIII secolo, era descritto come una delle meraviglie del Regno d'Italia. Il chiostro fu aperto al passaggio pubblico durante il Ventennio, quando architetti e urbanisti del regime fascista ridisegnarono ampie parti della città e della piazza stessa.
- L'intervento urbanistico degli anni del regime fascista fu piuttosto significativo, in città: per quanto riguarda Piazza Saffi, si può notare nelle costruzioni, verso nord, del Palazzo delle Poste e del Palazzo degli Uffici Statali, all'angolo, quest'ultimo, tra Via delle Torri e Corso Mazzini.
- Sul versante sud, sorgono altre due pregevoli palazzine rinascimentali: il palazzo del Podestà e l'adiacente palazzo Albertini.
[modifica] Piazza del Duomo e Piazza Ordelaffi
- Piazza del Duomo/Piazza Ordelaffi: i due spiazzi contigui sono sovrastati dalla fabbrica del Duomo, già chiesa di S.Croce, la cattedrale cittadina.
- A nord di piazza Ordelaffi si trova l'imponente palazzo Paolucci-Piazza o Paulucci-Piazza, dal nome delle due antiche famiglie nobiliari già sue proprietarie, ora sede della Prefettura: si tratta di un palazzo del XVII secolo costruito in modo da ricordare il Palazzo del Laterano e il Palazzo farnese, a Roma.
- Al centro di piazza del Duomo si erge la colonna votiva della Madonna del Fuoco, protettrice della città; fu eretta originariamente in piazza Saffi, da dove fu spostata alla fine dell'Ottocento per lasciar posto al monumento commemorativo del patriota forlivese Aurelio Saffi.
[modifica] Corso della Repubblica
Il Corso della Repubblica, forse la principale strada cittadina, costituisce il ramo della via Emilia verso est interno al centro storico. E' la spina dorsale del rione chiamato tradizionalmente "Borgo Cotogni" per un antico insediamento dei Goti (da "Gotogni") che ivi si erano stanziati nel V secolo. Appare come un lungo rettilineo di aspetto moderno, al termine del quale si scorge l'obelisco del monumento ai caduti di piazzale della Vittoria.
- Vi sorge la barocca chiesa di Santa Lucia, protettrice della vista e festeggiata il 13 dicembre.
- Vi si affacciano anche la biblioteca e la sede dei principali musei comunali, compresa la pinacoteca nell'imponente palazzo Merenda, già sede dell'antico ospedale cittadino.
- Forse l'unico complesso realizzato a Forlì da un maestro internazionale dell'architettura è L'Hotel della Città e de la Ville con il Centro Studi Fondazione Livio e Maria Garzanti. E' opera dell'architetto milanese Giò Ponti su incarico di Aldo Garzanti. Progettato nel 1953 e terminato nel 1957 è, con i suoi spioventi invertiti, le finestre esagonali, gli spazi aperti ed il respiro fra i corpi, un'icona degli anni '50.
[modifica] Corso Giuseppe Mazzini
Questo corso, via di porticati e negozi, congiunge piazza Saffi con la via Ravegnana (per Ravenna), verso nord, dove un tempo sorgeva la Porta di San Pietro. L'antica chiesa, ora scomparsa, di San Pietro in Scottis, rifugio per pellegrini scozzesi, dà nome al rione "San Pietro".
- Appena imboccato il Corso, provenendo da Piazza Saffi, si trova, in una via a sinistra, la Torre Numai, ricordo di un'antica famiglia nobiliare.
- Importante è la chiesa del Carmine, che ospita il convento dei carmelitani: l'ingresso presenta un pregevole fregio in marmo d'Istria, in origine abbellimento dell'entrata del Duomo.
[modifica] Corso Giuseppe Garibaldi
Si tratta del corso più lungo, che da piazza Saffi arriva a Porta Schiavonia e costituisce la parte di via Emilia verso ovest, cioè verso Faenza e Bologna, attraversando la zona più antica della città, dove notevoli palazzi signorili si sono conservati fino a oggi. È la strada più antica della città, attorno alla quale Forlì ha cominciato a svilupparsi. Il nome "Schiavonia", ampliato tutt'ora all'intero rione, deriva dal ricordo degli schiavi forlivesi deportati in Spagna dal barbaro Alarico e liberati dal vescovo Mercuriale. Per magnificare l'epopea risorgimentale, su proposta dell'onorevole forlivese Tito Pasqui, il corso fu poi dedicato a Giuseppe Garibaldi.
- Il Monte di Pietà (cinquecentesco)
- Il palazzo Albicini
- Il palazzo Gaddi, con notevoli affreschi di Felice Giani (sede di alcuni musei comunali: etnografico e del teatro)
- Il palazzo Reggiani.
- All'altezza di piazza Melozzo, in corrispondenza della chiesa, già cattedrale, della SS.Trinità - dove sono conservati, oltre all'antica cattedra di S. Mercuriale, i resti del pittore forlivese -, sono state trovate le testimonianze del centro romano: lì sorgeva l'incrocio fra cardum e decumanum maximum.
- Al termine del corso si arriva a Porta Schiavonia, unico dei quattro ingressi rimasti in piedi: le altre barriere, insieme alle mura medievali, sono state demolite nel 1905 (o bombardate nel '44)per permettere lo sviluppo della rete stradale e la costruzione dei viali di circonvallazione del centro storico; l'aspetto attuale della porta risale al Settecento.
[modifica] Corso Armando Diaz
Questo corso porta da piazza Saffi al piazzale di Porta Ravaldino (porta non più esistente), e al viale dell'Appennino che, verso sud, collega la città a Predappio e Castrocaro Terme, dirigendosi poi a Firenze. E' l'asse portante del rione "Ravaldino", nome di origine incerta, ma noto fin dal Medioevo. Esiste, nelle prime colline forlivesi, anche una località chiamata "Ravaldino in Monte".
- Vicino al centro sorge il palazzo Orsi Mangelli, ora sede centrale del polo universitario decentrato dell'ateneo di Bologna
- Sempre all'inizio del Corso, si trova il teatro comunale intitolato al drammaturgo forlivese Diego Fabbri.
- Più avanti, si trova l'interessante chiesa di S. Antonio Abate in Ravaldino, degli inzi del XVIII secolo, che ospita, tra altri bei dipinti e statue lignee, una Visitazione di Marco Palmezzano; si segnala anche un organo di Alessio Verati.
- Il tratto finale affianca la possente Rocca di Ravaldino, cittadella centrale nel sistema difensivo delle mura medievali già ai tempi degli Ordelaffi e centro di governo, in particolare sotto Caterina Sforza: la Rocca fu il principale teatro dello scontro con le truppe francesi e pontificie di Cesare Borgia.
[modifica] Altre chiese di Forlì
- San Tommaso Apostolo
- San Domenico
- San Tommaso Cantuariense
- Santa Maria dei Servi, detta di San Pellegrino
- Santa Maria della Neve
- Sant'Anna
- Chiesa del Carmine
- Chiesa e Monastero del Corpus Domini
- antica Chiesa di San Biagio (sconsacrata)
- Chiesa di S. Antonio Abate in Ravaldino
- Santa Maria Lauretana
[modifica] Frazioni
Bagnolo, Barisano, Borgo Sisa, Branzolino, Bussecchio, Carpena, Carpinello, Casemurate, Caserma, Castiglione, Cava, Collina, Coriano, Durazzanino, Forniolo, Grisignano, Ladino, Magliano, Malmissole, Massa, Ospedaletto, Para, Pescaccia, Petrignone, Pianta, Pieve Acquedotto, Pievequinta, Poggio, Ponte Vico, Quattro, Ravaldino in Monte, Romiti, Roncadello, Ronco, Rotta, Rovere, San Giorgio, San Leonardo in Schiova, San Lorenzo in Noceto, San Martino in Strada, San Martino in Villafranca, San Tomé, San Varano, Vecchiazzano, Villa Rovere, Villa Selva, Villafranca di Forlì, Villagrappa, Villanova
[modifica] Il quartiere Ronco
Ronco è un quartiere orientale facente parte della quarta circoscrizione del Comune di Forlì. Il quartiere conta 5.421 abitanti ed è lambito dall'omonimo fiume, tra le infrastrutture presenti sul territorio va ricordato l'Aeroporto Civile di Forlì "L. Ridolfi".
Durante la Seconda guerra mondiale, nel settembre del 1944 la zona dell'Aeroporto fu teatro di esecuzioni da parte dei nazifascisti ai danni di persone di origine ebraica, partigiani, antifascisti. I crateri provocati dalle bombe venivano utilizzati come fosse comuni dopo le esecuzioni. In via Seganti è eretto un cippo alla memoria di molti dei caduti, non tutte le salme infatti poterono essere identificate con precisione.
Presso l'aeroporto, sorge il polo aeronautico, composto dall'istituto tecnico aeronautico (ITAER), la facoltà di ingegneria aerospaziale dell'Università di Bologna e la scuola per controllore di volo dell'ENAV.
[modifica] Amministrazione Comunale
Elezioni del 13/14 giugno 2004
- Sindaco: Nadia Masini (Membro del partito DS)
[modifica] Gemellaggi
- Aveiro, Portogallo
- Bourges, Francia
- Chichester, Regno Unito
- Elektrenai, Lituania
- Karlsruhe, Germania
- Peterborough, Regno Unito
- Plock, Polonia
- Skövde, Svezia
- Szolnok, Ungheria
[modifica] Galleria
[modifica] Voci correlate
[modifica] Altri progetti
[modifica] Collegamenti esterni
- Storia dello stemma
- ATR trasporti pubblici locali
- Alma mater studiorum Università di Bologna - polo didattico-scientifico di Forlì
- Le corse podistiche a Forlì e in Romagna
- Sito dell'associazione di cooperative Legacoop Forlì-Cesena
- FulgorLibertas Basket Forlì
- Sito dedicato al basket forlivese
- La sala stampa virtuale di Forlì-Cesena
- Forlì Linux Users Group
- Premio letterario Dedalus città di Forlì
- Fluidifikas Basket Forlì
- Kallimachus Cooperativa Culturale Spettacolo Formazione Eventi
- Ausl di Forlì
- Libertas Pallacanestro Femminile Forlì
Bagno di Romagna | Bertinoro | Borghi | Castrocaro Terme e Terra del Sole | Cesena | Cesenatico | Civitella di Romagna | Dovadola | Forlimpopoli | Forlì | Galeata | Gambettola | Gatteo | Longiano | Meldola | Mercato Saraceno | Modigliana | Montiano | Portico e San Benedetto | Predappio | Premilcuore | Rocca San Casciano | Roncofreddo | San Mauro Pascoli | Santa Sofia | Sarsina | Savignano sul Rubicone | Sogliano al Rubicone | Tredozio | Verghereto |