Privacy Policy Cookie Policy Terms and Conditions Elizabeth Taylor - Wikipedia

Elizabeth Taylor

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Dame Elizabeth Rosemond Taylor (Londra, 27 febbraio 1932) è un'attrice cinematografica statunitense, vincitrice di due premi Oscar.

Liz Taylor è stata a lungo considerata una delle donne più belle del mondo e, secondo molti, la più bella attrice statunitense della storia del cinema, anche grazie al suo "marchio di fabbrica", gli inconfondibili occhio viola.

É considerata da molti l'ultima grande diva dell'era d'oro di Hollywood.

Indice

[modifica] Le origini e gli inizi della carriera

Elizabeth Taylor nasce ad Hampstead, Londra, seconda figlia di Francis Lenn Taylor (28 dicembre 1897 - 20 novembre 1968) e Sara Viola Warmbrodt (21 agosto 1896 - 11 settembre 1994), due statunitensi residenti in Gran Bretagna. Suo fratello maggiore è Howard Taylor (nato nel 1929), e alla figlia viene data la nazionalità statunitense. Entrambi i genitori erano originari di Arkansas City, nel Kansas. Suo padre era un commerciante di arte e sua madre una ex-attrice famosa col nome d'arte di Sara Sothern, ritiratasi dalle scene quando si sposò nel 1926 a New York.

Anche se molto spesso ci si riferisce a lei come Liz, ha sempre dichiarato di preferire il suo nome proprio per esteso; i suoi nomi di battesimo sono stati scelti in onore alla nonna paterna, Elizabeth Taylor, nata Elizabeth Mary Rosemond.

All'età di 3 anni Elizabeth inizia a prendere lezioni di danza. Dopo l'entrata in guerra del Regno Unito i suoi genitori scelsero di tornare negli Stati Uniti per evitare le ostilità. Elizabeth ed il fratello tornarono immediatamente con la madre, mentre il padre le reggiunse poco tempo dopo per finire di sistemare gli affari a Londra. La famiglia si trasferì a Los Angeles, dove viveva al momento la famiglia di Sara, i Warmbrodts.

Taylor appare nel suo primo film all'età di 9 anni, There's One Born Every Minute (1942), prodotto dagli Universal Studios. Scaduto il contratto con gli Universal, che comprendeva solo questa pellicola, Elizabeth ne firma uno nuovo, questa volta con la Metro-Goldwyn-Mayer. Il suo primo lavoro per il nuovo studios è Torna a casa Lassie! (1943), che la porta all'attenzione del pubblico. Dopo un altro paio di pellicole, una delle quali "in prestito" alla 20th Century Fox, appare nel suo primo film come protagonista, guadagnandosi lo status di "bambina-prodigio", interpretando Velvet Brown, una bambina che allena un cavallo per vincere l'Aintree Grand National, nel film di Clarence Brown Gran premio (1944), con Mickey Rooney. La pellicola ottiene un grandissimo successo, guadagnando oltre 4.000.000$ al botteghino. Il grande successo e le ottime critiche spingono la casa di produzione a proporle un lauto contratto di lungo termine.

Frequenta la scuola direttamente negli studi di posa della Metro-Goldwyn-Mayer, e successivamente si diploma alla University High School di Los Angeles il 26 gennaio 1950, lo stesso anno in cui si sposa per la prima volta, all'età di 18 anni.

[modifica] Il successo e i matrimoni

Elizabeth Taylor nel film Cleopatra
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Elizabeth Taylor nel film Cleopatra

Nel 1961 vince l'Oscar alla migliore attrice per la sua interpretazione in Venere in visone (1960) di Daniel Mann, che vedeva nel cast accanto alla Taylor il suo ex-marito Eddie Fisher. Nel 1967 vince nuovamente la statuetta per Chi ha paura di Virginia Woolf? (1966) di Mike Nichols, sul set del quale incontra il futuro marito Richard Burton.

La Taylor ottenne anche altre tre nomination consecutive per L'albero della vita (1957) di Edward Dmytryk, interpretato accanto a Montgomery Clift, La gatta sul tetto che scotta (1958) di Richard Brooks, in cui impersona una procace moglie insoddisfatta a causa dell'indifferenza del marito (interpretato da Paul Newman), e Improvvisamente l'estate scorsa (1959) di Joseph L. Mankiewicz, con Clift, Katharine Hepburn e Mercedes McCambridge.

Nel 1963 divenne la star cinematografica più pagata quando le venne offerto un contratto da 1.000.000$ per interpretare come protagonista il kolossal Cleopatra della 20th Century Fox. Fu durante la lavorazione di questa pellicola che incontrò per la prima volta, sul set, il futuro marito Richard Burton, che interpretava Marco Antonio. I tabloid scandalistici cominciarono a parlare della relazione nata sul set tra i due attori, poiché all'epoca entrambi erano già sposati. Coinvolta in questa nuova relazione sentimentale, la Taylor lasciò il marito Eddie Fisher per Burton, non molto tempo dopo che che lo stesso Fisher aveva lasciato a sua volta in maniera simile la moglie Debbie Reynolds per sposare Elizabeth Taylor. Anni dopo, Burton avrebbe ironicamente definito tutto l'affare come "la scandale". L'episodio, che consolidò la reputazione della Taylor come femme fatale, lanciò incredibilmente la carriera di Debbie Reynolds, cui vennero offerti numerosi ruoli romantici come tipica "fidanzatina" americana bionda, e portò Burton nell'Olimpo delle stelle di Hollywood. Solo Fisher non ottenne in realtà alcun vantaggio da tutto lo scandalo e dalla pubblicità gratuita che ne scaturì.

Elizabeth Taylor è stata spostata 8 volte ed ha avuto 7 mariti:

Secondo il settimanale britannico "The Sunday Express", Liz avrebbe intenzione di sposarsi per la nona volta. Il nuovo marito sarebbe un fotografo di origini iraniane di nome Firooz Zahedi, diciassette anni più giovane della Diva, di cui sarebbe follemente innamorata.

La Taylor ebbe due figli con Wilding, Michael Howard Wilding (nato il 6 gennaio 1953) e Christopher Edward Wilding (nato il 27 febbraio 1955), ed una figlia, Liza, da Mike Todd,(nata il 6 agosto 1957), poi adottata da Burton durante il primo matrimonio con la madre. Nel 1964 lei e Fisher iniziarono le pratiche per l'adozione di una bambina, poi in seguito adottata da Burton, Maria Burton (nata il 1° agosto 1961). Durante il suo matrimonio con Fisher, la Taylor si convertì al Giudaismo (dopo aver fatto parte della Chiesa Scientista dalla nascita).

Oltre al cinema, Elizabeth Taylor ha recitato in diversi programmi per la televisione, tra i quali il film per la TV del 1973 girato col marito Richard Burton intitolato Divorzia lui divorzia lei. Nel 1985 ha interpretato la giornalista di gossip Louella Parsons in Malice in Wonderland, accanto a Jane Alexander, che interpretava Hedda Hopper, ed è anche apparsa nella mini-serie North and South. Nel 2001 ha interpretato un'agente in These Old Broads. É apparsa anche in un elevato numero di altri show televisivi, tra i quali le soap opera General Hospital e All My Children e la serie d'animazione I Simpson (due volte, la prima nel ruolo di sé stessa e la seconda come voce di Maggie).

La Taylor ha recitato anche in teatro, debuttando a Broadway e nel West End nel 1982 con un revival di The Little Foxes di Lillian Hellman. Ha poi preso parte ad una produzione dell'opera di Noel Coward Private Lives nel 1983, nel cast del quale figurava anche l'ex-marito Richard Burton.

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[modifica] Altri interessi

Elizabeth Taylor ha sempre dichiarato la sua passione per la gioielleria. Nel corso degli anni ha posseduto una grande quantità di famosi gioielli, due dei quali, tra i più celebri, sono stati il diamante Krupp da 33,19 carati (6,638 g) e il diamante Taylor-Burton, a forma di "pera", da 69,42 carat (13,884 g), che, come si può intuire dal nome, è stato uno dei numerosi incredibili regali del marito Richard Burton. La sua collezione di gioielli è stata immortalata dal libro My Love Affair with Jewelry (2002). Nel 2005 si è messa in società con Jack e Monty Abramov della Mirabelle Luxury Concepts di Los Angeles per introdurre la House of Taylor Jewelry.

Ha anche creato e lanciato tre profumi col suo nome, "Passion," "White Diamonds" e "Black Pearls", che insieme hanno incassato complessivamente circa 200.000.000$ in vendite annuali.

La Taylor ha impegnato molto tempo e molte energie nella lotta all'AIDS, attraverso manifestazioni e raccolte fondi. É stata tra le fondatrici American Foundation for AIDS Research (amfAR, amfar.org) dopo la morte del suo collega ed amico Rock Hudson. Ha anche dato vita ad una propria fondazione. Fino al 1999, ha aiutato a raccogliere circa 50.000.000$ per la lotta alla malattia.

Nei primi anni '80 si trasferì a Bel-Air, Los Angeles, California, dove risiede tuttora. La proprietà, la cui privacy è difesa da alte recinzioni e cancelli, è una delle fermate principali dei tour della case delle star, ed è segnata sulle mappe vendute ai turisti.

[modifica] Premi e onori

Dame Elizabeth Taylor ha vinto due Oscar alla migliore attrice. La prima statuetta le venne attribuita per l'interpretazione in Venere in visone (1960) di Daniel Mann, e la seconda per Chi ha paura di Virginia Woolf? (1966) di Mike Nichols, che molti considerano la sua miglior performance. Per la stessa interpretazione riceve un BAFTA quale attrice britannica dell'anno.

La Taylor ha ricevuto dall'Academy of Motion Picture Arts and Sciences anche il Premio umanitario Jean Hersholt nel 1992. L'anno successivo, 1993, ha ricevuto dall'American Film Institute il Life Achievement Award, il premio alla carriera. Nel 2002 ha ricevuto l'onoreficienza del Kennedy Center Honors dal John F. Kennedy Center for the Performing Arts.

Nel 1999 è stata nominata Dama dell'Order of the British Empire (DBE) dalla Regina Elisabetta II.

Nel 2001, il Presidente degli Stati Uniti Bill Clinton ha voluto premiarla con il Presidential Citizens Medal, riconoscendo i suoi meriti e il suo impegno per fini filantropici; la medaglia è la la seconda più importante onoreficenza civile statunitense, e viene assegnata a cittadini statunitensi "che hanno dimostrato un impegno o dei servizi esemplari" per il proprio paese e per i propri concittadini.

Le impronte delle mani e dei piedi di Elizabeth Taylor sono impresse ed immortalate nel pavimento davanti al Grauman's Chinese Theater, ed ha una stella sulla Hollywood Walk of Fame, al numero 6336 di Hollywood Boulevard a Hollywood, California.

Il 10 novembre 2005 ha ricevuto il Britannia Award for Artistic Excellence in International Entertainment.

[modifica] Gli anni recenti

Nel novembre 2004 la Taylor ha annunciato di avere una grave forma di insufficienza cardiaca, una condizione terminale nella quale il cuore non riesce a pompare nel corpo una quantità sufficiente di sangue. Si è infortunata alla schiena cinque volte, la prima delle quali all'età di 9 anni mentre girava There's One Born Every Minute (1942), è sopravvissuta ad un'operazione per la rimozione di un tumore benigno al cervello, un cancro alla pelle e a due polmoniti. Per lunghi periodi ha vissuto, anche per colpa della cattiva salute, da reclusa, dovendo spesso rinunciare ad apparizioni pubbliche. Secondo le ultime notizie la sua mobilità è ormai limitata ed è costretta su una sedia a rotelle.

Il 27 aprile 2006 si è diffusa la notizia che la Taylor fosse vicina alla morte proprio per i suoi problemi cardiaci, e che, consapevole della fine vicina, stesse dettando le sue volontà per i funerali. La notizia è stata prontamente smentita dal suo portavoce, Dick Guttman, secondo il quale le informazioni diffuse su Internet e da alcuni giornali non trovano fondamento, mentre Elizabeth Taylor gode tuttora di buona salute ed ha una vita impegnata con le sue linee di profumi e gioielli e il suo impegno nella lotta all'AIDS.

Nel 2005 ha più volte difeso pubblicamente Michael Jackson, uno dei suoi milgiori amici, durante il processo di quest'ultimo per le accuse di pedofilia in California.

Durante gli ultimi anni, secondo diverse fonti la Taylor si è attaccata sempre di più al suo cagnolino, un cucciolo di maltese di nome Sugar, senza il quale non si sposta mai. In un'intervista al magazine W ha raccontato che era più felice quando era con i mariti Todd e Burton, ma ora si deve accontentare di Sugar per avere un po' di compagnia. Dopo la morte del cane, avvenuta nel giugno 2005, la Taylor nel settembre dello stesso anno ha adottato un nuovo cane di nome Daisy.

[modifica] Filmografia

  • There's One Born Every Minute, regia di Harold Young (1942)
  • Torna a casa Lassie! (Lassie Come Home), regia di Fred M. Wilcox (1943)
  • La porta proibita (Jane Eyre), non accreditata, regia di Robert Stevenson (1944)
  • Le bianche scogliere di Dover (The White Cliffs of Dover), non accreditata, regia di Clarence Brown (1944)
  • Gran premio (National Velvet), regia di Clarence Brown (1944)
  • Il coraggio di Lassie (Courage of Lassie), regia di Fred M. Wilcox (1946)
  • Vita col padre (Life with Father), regia di Michael Curtiz (1947)
  • Cynthia, regia di Robert Z. Leonard (1947)
  • Così sono le donne (A Date with Judy), regia di Richard Thorpe (1948)
  • La bella imprudente (Julia Misbehaves), regia di Jack Conway (1948)
  • Piccole donne (Little Women), regia di Mervyn LeRoy (1949)
  • Alto tradimento (Conspirator), regia di Victor Saville (1949)
  • La sbornia di David (The Big Hangover), regia di Norman Krasna (1950)
  • Il padre della sposa (Father of the Bride), regia di Vincente Minnelli (1950)
  • Quo Vadis? (Quo Vadis), regia di Mervyn LeRoy (1951)
  • Papà diventa nonno (Father's Little Dividend), regia di Vincente Minnelli (1951)
  • Un posto al sole (A Place in the Sun), regia di George Stevens (1951)
  • Marito per forza (Love Is Better Than Ever), regia di Stanley Donen (1952)
  • Ivanhoe, regia di Richard Thorpe (1952)
  • Vita inquieta (The Girl Who Had Everything), regia di Richard Thorpe (1953)
  • Rapsodia (Rhapsody), regia di Charles Vidor (1954)
  • La pista degli elefanti (Elephant Walk), regia di William Dieterle (1954)
  • Lord Brummell (Beau Brummell), regia di Curtis Bernhardt (1954)
  • L'ultima volta che vidi Parigi (The Last Time I Saw Paris), regia di Richard Brooks (1954)
  • Il gigante (Giant), regia di George Stevens (1956)
  • L'albero della vita (Raintree County), regia di Edward Dmytryk (1957)
  • La gatta sul tetto che scotta (Cat on a Hot Tin Roof), regia di Richard Brooks (1958)
  • Improvvisamente l'estate scorsa (Suddenly, Last Summer), regia di Joseph L. Mankiewicz (1959)
  • Scent of Mystery, regia di Jack Cardiff (1960)
  • Venere in visone (BUtterfield 8), regia di Daniel Mann (1960)
  • Cleopatra, regia di Joseph L. Mankiewicz e, non accreditati, Rouben Mamoulian e Darryl F. Zanuck (1963)
  • The V.I.P.s, regia di Anthony Asquith (1963)
  • Castelli di sabbia (The Sandpiper), regia di Vincente Minnelli (1965)
  • Chi ha paura di Virginia Woolf? (Who's Afraid of Virginia Woolf?), regia di Mike Nichols (1966)
  • La bisbetica domata (The Taming of the Shrew), regia di Franco Zeffirelli (1967)
  • Il dottor Faustus (Doctor Faustus), regia di Richard Burton e Nevill Coghill (1967)
  • Riflessi in un occhio d'oro (Reflections in a Golden Eye), regia di John Huston (1967)
  • I commedianti (The Comedians), regia di Peter Glenville (1967)
  • La scogliera dei desideri (Boom), regia di Joseph Losey (1968)
  • Cerimonia segreta (Secret Ceremony), regia di Joseph Losey (1968)
  • Anna dei mille giorni (Anne of the Thousand Days), regia di Charles Jarrott (1969)
  • L'unico gioco in città (The Only Game in Town), regia di George Stevens (1970)
  • X Y e Zi (Zee and Co.), regia di Brian G. Hutton (1972)
  • Under Milk Wood, regia di Andrew Sinclair (1972)
  • Una faccia di c... (Hammersmith Is Out), regia di Peter Ustinov (1972)
  • Divorzia lui divorzia lei (Divorce His - Divorce Hers), regia di Waris Hussein (1973)
  • Ad un'ora della notte (Night Watch), regia di Brian G. Hutton (1973)
  • Mercoledì delle ceneri (Ash Wednesday), regia di Larry Peerce (1973)
  • Identikit, regia di Giuseppe Patroni Griffi (1974)
  • Il giardino della felicità (The Blue Bird), regia di George Cukor (1976)
  • La lunga notte di Entebbe (Victory at Entebbe), regia di Marvin J. Chomsky (1976)
  • A Little Night Music, regia di Harold Prince (1978)
  • Return Engagement, film TV, regia di Joseph Hardy (1978)
  • Rebus per un assassinio (Winter Kills), non accreditata, regia di William Richert (1979)
  • Assassinio allo specchio (The Mirror Crack'd), regia di Guy Hamilton (1980)
  • Between Friends, film TV, regia di Lou Antonio (1983)
  • Malice in Wonderland, film TV, regia di Gus Trikonis (1985)
  • There Must Be a Pony, film TV, regia di Joseph Sargent (1986)
  • Poker Alice, film TV, regia di Arthur Allan Seidelman (1987)
  • Il giovane Toscanini, regia di Franco Zeffirelli (1987)
  • Sweet Bird of Youth, film TV, regia di Nicolas Roeg (1989)
  • The Flintstones, regia di Brian Levant (1994)
  • These Old Broads, film TV, regia di Matthew Diamond (2001)

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