Charles M. Schulz
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Charles Monroe Schulz (Saint Paul, 26 novembre 1922 – Santa Rosa, 12 febbraio 2000) è stato un autore di fumetti statunitense. Schulz è conosciuto in tutto il mondo per aver disegnato le strisce dei Peanuts.
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[modifica] Biografia
Figlio di Dena e Carl Schulz. Suo zio gli diede (al terzo giorno di vita) il soprannome di "Sparky", come il cavallo Spark Plug nei fumetti di Barney Google.
Ha frequentato la scuola elementare a St. Paul, saltando due semestri. In questo modo, era il più piccolo della classe quando frequentò la scuola superiore anni dopo, il che potrebbe essere il motivo per cui era così timido e isolato quando era ragazzo. Dopo la morte della madre, nel 1943, è stato arruolato e mandato a Camp Campbell in Kentucky. È stato poi mandato in Europa due anni dopo per combattere nella Seconda Guerra Mondiale. Dopo aver lasciato l'esercito nel 1945, ha lavorato come insegnante.
La sua prima striscia a fumetti con cadenza regolare fu pubblicata nel 1947 dal St. Paul Pioneer Press, e si intitolava Li'l Folks. Anche il Saturday Evening Post accettò di pubblicare alcune vignette dei Li'l Folks. (Fu in queste striscie che apparve per la prima volta Charlie Brown, così come un cane somigliante a Snoopy). Nel 1950 propose i suoi lavori alla United Features Syndicate, e i Peanuts furono pubblicati per la prima volta il 2 ottobre 1950. Questo fumetto divenne uno dei più popolari di tutti i tempi. Per breve tempo disegnò anche una striscia ispirata allo sport chiamata It's Only a Game (1957-1959), ma la abbandonò a causa del successo avuto dai Peanuts.
Molta della sua vita viene raccontata nei Peanuts attraverso le somiglianze con Charlie Brown, il personaggio principale. Per esempio:
- anche il padre di Schulz era barbiere e sua madre casalinga.
- anche Schulz da piccolo aveva un cane (a differenza di Snoopy, però, il suo cane Spike era un pointer).
- anche Schulz era timido e introverso.
- la ragazzina dai capelli rossi di Schulz era Donna Johnston, con cui aveva avuto una relazione. Schulz le chiese di sposarlo, ma lei rifiutò. Rimasero comunque sempre amici.
Schulz si è sposato due volte, la prima volta nel 1951 con Joyce Halverson. Hanno avuto cinque figli, ma hanno divorziato nel 1972. In seguito si è risposato nel 1973 con Jean Forsyth Clyde, con cui ha vissuto il resto della vita.
Il padre di Schulz è morto nel 1966 mentre era andato a trovarlo, lo stesso anno in cui il suo studio in California è bruciato in un incendio.
Peanuts è stato pubblicato per quasi 50 anni praticamente senza interruzioni ed è apparso su 1.600 quotidiani in 75 paesi. Nel novembre 1999 Schulz ha avuto un attacco, e più tardi si scoprì che aveva un cancro. A causa della chemioterapia e per il fatto che non riusciva a leggere o vedere con chiarezza, il 14 dicembre 1999 ha annunciato il suo ritiro, all'età di 77 anni.
L'ultima striscia è stata pubblicata il 13 febbraio 2000, il giorno dopo la morte del vignettista avvenuta a Santa Rosa in California a causa di un attacco cardiaco. Schulz ha richiesto nel suo testamento che i personaggi dei Peanuts rimanessero genuini e che non si disegnassero nuove strisce basate sulle sue creature. Fino ad oggi le sue volontà sono state rispettate, e le vecchie strisce continuano a essere pubblicate su quotidiani e riviste.
Dal 17 agosto 2002 il museo a lui dedicato a Santa Rosa è aperto al pubblico.
[modifica] Influenze
- George Herriman
- Roy Crane
- Elzie C. Segar
- Percy Crosby
(EN)
«[It] would be impossible to narrow down three or two or even one direct influence on [Schulz's] personal drawing style. The uniqueness of Peanuts has set it apart for years... That one-of-kind quality permeates every aspect of the strip and very clearly extends to the drawing. It is purely his with no clear forerunners and no subsequent pretenders.»
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(IT)
«Sarebbe impossibile trovare tre o due o anche una sola influenza diretta sullo stile personale di Schulz. L'unicità dei Peanuts lo ha allontanato per anni... Quella qualità unica permea ogni aspetto della striscia a si estende molto chiaramente anche al disegno. È genuinamente suo senza chiari precursori e nessun imitatore successivo.»
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(da Good Grief: The Story of Charles M. Schulz, p. 68.)
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[modifica] Bibliografia
- Good Grief: The Story of Charles M. Schulz, Rheta Grimsley Johnson (1989) ISBN 0-88687-553-6
- Charles M. Schulz: Conversations, M. Thomas Inge (2000) ISBN 1-57806-305-1
- Peanuts: the Art of Charles M. Schulz, Chip Kidd (2001) ISBN 0-375-42097-5
[modifica] Altri progetti
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[modifica] Collegamenti esterni
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