Castello Sforzesco di Milano
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Il Castello Sforzesco fu costruito nel XV secolo da Francesco Sforza, divenuto da poco Duca di Milano, sui resti di una precedente fortificazione risalente al XIV secolo.
Giovanni Visconti alla sua morte lasciò in eredità il ducato ai tre nipoti Matteo II, Galeazzo II e Bernabò, alla morte di Matteo i due fratelli si spartirono la città e tra il 1360 e il 1370 Galeazzo Visconti fece costruire, a cavallo delle mura della città, in corrispondenza della porta detta Giovia (o Zobia) una fortificazione detta, appunto, Castello di Porta Giovia. L'edificio venne ampliato dai suoi successori: Gian Galeazzo, Giovanni Maria e Filippo Maria il risultato è un castello a pianta quadrata con i lati lunghi 180 m e quattro torri agli angoli. La costruzione divenne così dimora permanente della dinastia viscontea.
Nel 1447 venne distrutto dalla neo Repubblica Ambrosiana. Fu Francesco Sforza a ricostruirlo nel 1450 per farne la sua residenza dopo aver abbattuto la repubblica.
Nel 1452 il principe ingaggiò il Filarete per la costruzione e la decorazione della Torre Mediana.
Alla morte di Francesco Sforza, gli successe il figlio Galeazzo Maria che fece continuare i lavori dall'architetto Benedetto Ferrini. La parte decorativa fu invece affidata ai pittori del ducato.
Nel 1476, sotto la reggenza di Bona di Savoia, fu costruita la torre omonima.
Nel 1494 salì al potere Ludovico il Moro e il castello divvenne una fastosa opera, alla realizzazione della quale si dice parteciparono artisti come Leonardo da Vinci e il Bramante. Negli anni a seguire il castello è danneggiato dai continui attacchi che francesi, milanesi e truppe germaniche si scambiano vicendevolmente e nel 1521 la Torre del Filarete esplode colpita da un fulmine (sembra che era adibita a deposito di munizioni) provocando ingenti danni e alcuni morti.
Ritornato al potere e al castello, Francesco II Sforza ristruttura e amplia la fortezza, adibendone una parte a sontuosa dimora della moglie Cristina di Danimarca.
Passato di mano ai Gonzaga sotto il dominio spagnolo, il castello è il fulcro della nuova cittadella, fortificazione a stella con 12 enormi bastioni, e sede delle truppe militari iberiche. Le antiche sale affrescate sono ormai adibite a falegnameria e a dispense, mentre nei cortili vengono costruiti pollai in muratura.
Quando il Lombardo-Veneto cade sotto gli austriaci per mano di Eugenio di Savoia, Milano diventa una capitale illuminata e culturalmente attiva, ma il cdastello rimane caserma militare. L'unica nota artistica del dominio austriaco è la statua di San Giovanni Nemuceno, santo cecoslovacco protettore dell'esercito austriaco, posta nel cortile della Piazza d'armi.
Quando Napoleone conquistò il Nord Italia la popolazione firmò una petizione dove si chiedeva di abbattere il castello, visto da secoli come simbolo dello sfruttamento e della violenza a cui i milanesi erano sottoposti. Tuttavia il generale continua a usarlo come caserma, fermando lì 4.000 soldati e ordinando di ricostruire le difese.
Nel 1799 il Castello Sforzesco subisce l'ennesimo assedio da parte degli austriaci, ma già un anno dopo il dominio francese è ristabilito.
Nel 1800 viene progettata dall'architetto Giovanni Antolini, su ordine del Bonaparte, un enorme ellisse stradale e residenziale attorno al castello. Fu completata però solo la parte rivolta verso via Dante (che porta comunque il nome dell'ambizioso progetto: Foro Bonaparte) mentre la parte restrostante venne adibita a piazza d'armi (700 metri quadrati circa) che vede all'altra sua estremità il candido Arco della Pace, a quel tempo dedicato a Napoleone.
Pochi anni a seguire però, nel 1815, Milano venne riconquistata dagli austriaci e il castello arricchito di cortine, passaggi, prigioni e fossati, divenne tristemente famoso perché durante la rivolta dei milanesi nel 1848 (le cosìdette Cinque Giornate di Milano), il maresciallo Radetzky darà ordine di bombardare la città proprio con i cannoni del castello.
Durante i tragici avvenimenti delle guerre d'indipendenza italiane, gli austriaci si ritirarono per qualche tempo e i milanesi ne approfittarono per smantellare parte delle difese rivolte verso la città.
Quando nel 1859 Milano è definitivamente in mano sabauda e parte del Regno d'Italia la popolazione invade il castello, derubando e saccheggiando in segno di rivalsa.
Circa 20 anni dopo il castello è oggetto di dibattito e molti milanesi propongono di abbatterlo per dimenticare i secoli di gioco militare e soprattutto per costruire un quartiere residenziale etremamente lucroso: tuttavia prevale la cultura storica e l'architetto Luca Beltrami lo sottopose a un restauro massiccio, quasi una ricostruzione, che aveva come scopo far tornare il castello alle forme della signoria degli Sforza. Restauro che terminò nel 1905, quando venne inaugurata la Torre del Filarete, ricostruita in base a disegni del XVI secolo e dedicata a re Umberto I di Savoia, assassinato pochi anni prima. Nella vecchia piazza d'armi vengono inoltre messe a dimora centinaia di piante nel nuovo polmone verde cittadino, il Parco del Sempione, giardino paesaggistico in stile inglese. Il Foro Bonaparte è ricostruito a scopo residenziale anteriormente al castello.
Nel corso del XX secolo il castello viene danneggiato e ristrutturato dopo la seconda guerra mondiale; negli anni '90 fu costruita in piazza castello una grande fontana ispirata ad una precedentemente installata sul posto. Nel 2005 si è concluso l'ultimo restauro di cortili e sale.
Il quadrilatero attuale del castello racchiude l'ampia piazza d'armi, il corpo dell'edificio che fronteggia l'ingresso principale e la torre mediana è interrotto dalla torre di Bona di Savoia. Antistante vi è il fossato morto, parte dell'antico fossato medievale in corrispondenza del quale sono le fondamenta del castello di porta Giovia. Una porta introduce al cortile della Corte Ducale, di forma rettangolare e con un porticato sui tre lati. Dal lato opposto vi è invece la Rocchetta, la parte del castello più inespugnabile nella quale gli Sforza si rifugiavano in caso di attacco.
Il complesso del castello è al centro di un fossato, racchiuso dentro delle mura rinascimentali e allargato posteriormente (il cosiddetto barco). Questa espansione verso la campagna era chiamata Ghirlanda (fu abbattatuta da Beltrami) e collegata al castello interno da altri rivellini e da un barbacane, ancora oggi visibili ma in rovina, così come parte della Ghirlanda (protetta negli angoli da massicce torri).
[modifica] "Forziere" d'arte e cultura
Attualmente il complesso ospita:
- Pinacoteca del Castello Sforzesco (una ricchissima collezione di dipinti, tra cui opere di Antonello da Messina, Andrea Mantegna, Canaletto, Correggio, Tiepolo e la magnifica statua di Michelangelo, la Pietà Rondanini)
- Museo della Preistoria
- Museo Egizio
- Museo d'arte antica
- Museo del Mobile
- Raccolte d'arte applicate
- Museo degli strumenti musicali
- Rivellino del Santo Spirito (escursione tra i tetti e i passaggi coperti sulla mura esterne del castello)
- Biblioteca d'Arte del Castello Sforzesco
- Civica Raccolta delle Stampe "Achille Bertarelli"
- Libreria del Castello-Art Bookstore Allemandi [1]
nonché numerose mostre itineranti.
[modifica] Altri progetti
- Commons contiene file multimediali su Castello Sforzesco di Milano
[modifica] Collegamenti esterni
Milano | ||
Portale Milano Modifica template |
Milano: Storia · Personalità e artisti · Borsa · Categoria · Foto e Immagini su Commons |