Carpenedolo
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Carpenedolo | |||
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Stato: | Italia | ||
Regione: | Lombardia | ||
Provincia: | Brescia | ||
Coordinate: |
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Altitudine: | 73 m s.l.m. | ||
Superficie: | 30,14 km² | ||
Abitanti: |
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Densità: | 377 ab./km² | ||
Frazioni: | Ravere, Lame, Tezze, Taglie,S.Apollonia, Lametta, Uve Bianche, Cornali. | ||
Comuni contigui: | Acquafredda, Calvisano, Castel Goffredo (MN), Castiglione delle Stiviere (MN), Montichiari | ||
CAP: | 25013 | ||
Pref. tel: | 030 | ||
Codice ISTAT: | 017039 | ||
Codice catasto: | B817 | ||
Nome abitanti: | Carpenedolesi | ||
Santo patrono: | San Bartolomeo | ||
Giorno festivo: | 24 agosto | ||
Sito istituzionale |
Carpenedolo (Carpenédol in bresciano) è un comune di 11.757 abitanti della provincia di Brescia, situato nella Bassa Bresciana Orientale.
Indice |
[modifica] Carpenedolo in Breve
Carpenedolo è un paese bresciano di 11.757 abitanti, di medie dimensioni (30,15 kmq ), punta estrema della pianura bresciana sud-orientale sul confine con la provincia di Mantova. Il suo territorio è distribuito su una superficie prevalentemente pianeggiante, frammentato dalle le colline appartenenti all'Anfiteatro morenico del Garda; gode quindi di una posizione privilegiata a metà fra Brescia e Mantova e a poco più di 15 km da Desenzano del Garda, il che gli consente di fruire di qualunque servizio, culturale, turistico, economico. La più bella descrizione della zona ci viene offerta dal sommo poeta latino Virgilio, che, cantando la dolce bellezza dei luoghi da lui frequentati perché qui possedeva poderi, dice nella IX Egloga: "...là dove i colli cominciano ad abbassarsi - e a degradare con delicato pendio all'acqua, - e ai vecchi faggi, ora tronchi mozzati". A poca distanza dal paese scorre il fiume Chiese, tanto caro ai carpenedolesi, un'oasi verde che mantiene ancora pienamente intatte le sue caratteristiche naturali. Il paese è attraversato dalla Fossa Magna, un canale lungo 18 km costruito in età viscontea, che fino ad alcuni decenni fa azionava tre mulini ed alcune segherie. L'economia presenta un duplice aspetto: accanto all'antica vocazione agricola, che continua nelle frazioni circostanti, è in continua crescita la nuova realtà delle piccole e medie imprese artigianali ed industriali. La vicinanza al fiume Chiese ha fatto sì che sin da molto prima della nascita di Cristo vi fossero insediamenti umani sul territorio che ora fa parte del Comune di Carpenedolo.
[modifica] La Storia
Testimonianze archeologiche rivelano stanziamenti di una popolazione celtica, i Galli Cenomani, all'incirca nel 2000 a.c. Numerosi sono anche i resti attestanti la presenza dell'Impero Romano in queste zone. Il primo nucleo di vita permanente si sviluppò verso il V sec. d.C., quando a sud-est dell'odierno centro, all'interno di un vasto bosco di carpini (da qui probabilmente il nome del paese) nacque il primo nucleo parrocchiale, il Pievenato, nel luogo dove nel XII secolo fu costruita la Pieve di Santa Maria in Carpino. La storia alto medioevale del paese è poco documentata, restano però tracce significative del periodo feudale nella torre e nelle mura del Castello, costruito sul Monte Rocchetta prima del 1043 retto dalla famiglia Poncarale e distrutto intorno al 1250 da un esercito di Ghibellini. Dal XIV secolo la storia di Carpenedolo è dominata dalle lotte espansionistiche fra i Visconti signori di Milano e la Serenissima Repubblica di Venezia. Le vicende dei secoli successivi non si discostano da quelle di quasi tutta l'Italia setttntrionale: la dominazione spagnola, quella napoleonica, quella austriaca, le lotte risorgimentali, fino ad arrivare ai nostri giorni attraverso la storia comune italiana.
[modifica] Geografia
Il paese è situato nella regione sud-orientale della Provincia di brescia, presso l'estremo gruppo collinare dei depositi morenici del Garda e confinante con la Provincia di Mantova. Entro una superficie di 30,14 Kmq, distante 25 Km e da Brescia e 45 Km da Mantova vi si possono ritrovare infatti quattro collinette: la più alta è il Monte Rocchetta a 132 m.l.m, poi le tre minori sono il Colle Zecchi, il Monte Paletta e il Monte Fogliuto. Il paese è attraversato nella campagna occidentale dal fiume Chiese, mentre il centro cittadino dalla Fossa Magna.
[modifica] Frazioni e Località
Il territorio comunale, vasto circa 30 Kmq, è composto dal capoluogo Carpenedolo, e da altre sette Frazioni/Località. Sebbene in questo caso la parola Frazione sia un po' esagerata, non esistendo un vero centro abitato in nessuna delle sette. Queste frazioni rappresentano per lo più la campagna e il territorio agricolo di Carpenedolo e assieme rappresentano quasi l'80 % del territorio.
SUDDIVISIONE TERRITORIO
- Carpenedolo..6,7 Kmq pari al 22%
- Ravere...........6,0 Kmq pari al 20%
- Lame..............5,1 Kmq pari al 17%
- Tezze............4,2 Kmq pari al 14%
- Taglie..........3,6 Kmq pari al 12%
- S.Apollonia...2,4 Kmq pari al 8%
- Lametta.........1,5 Kmq pari al 5%
- Uve Bianche....0,6 Kmq pari al 2%
[modifica] Paesaggio
[modifica] Fiume Chiese
Scorre a ovest, confine naturale con il territorio di Calvisano,il fiume Chiese, facilmente raggiungibile dal centro abitalo. I filari curvilenei di alberi, i lievi dislivelli di terreno, segnali dell'antico corso del fiume, preannunciano che si è in prossimità dell' argine. Proprio in quel tratto, uno dei più suggestivi del corso d'acqua, il fiume lascia alle spalle i monti e i dossi sinuosi delle ultime colline moreniche prima di incanalarsi nel tratto rettilineo verso sud, in aperta pianura. Tuttavia, prima di scorrere stretto tra gli argini al di là del ponte di Mezzane di Calvisano, l'acqua prende fiato nella larga Elscia di esondazione che si prolunga per alcuni chilometri formando un'ampia area golenale in cui si sono ricreate situazioni di grande pregio naturalistico. Il caratteristico ghiaieto dell' ampio alveo lascia spazio ad un bosco misto ripario dominato dal salice bianco e dal pioppo (populus nigra), accompagnati da solitari esemplari di platano e olmo. Le zone boschive si alternano ad ampi spazi di prateria, a tratti paludosi, a pozze alimentate dalle resorgive ricche di flora e di fauna. Sentieri e percorsi tra stagni e manto erboso si rinnovano ogni anno; percorrerli è vivere una rara immersione nel verde, con la fortuna di intravedere tra i rami dei salici gli uccelli che li nidificano: un pendolino o una garzetta che vola sull' acqua o il più raro martin pescatore o ancora la nitticora, il tarabusino, l'airone cinenno. È una zona unica nella pianura; in questo tratto, il fiume non è mai asciutto, nemmeno in estate, al contrario di quanto accade più a nord, nel territorio della" brughierà' di Montichiari. Proprio ai piedi dell'ultima collina morenica di S. Giorgio, infatti, i terreni impermeabili intersecano la pianura, permettendo all'acqua di sgorgare spontaneamente. Queste sorgenti, dette fontanili, scaturiscono a partire dalla campagna carpenedolese fino nei dintorni di Acquafredda e Visano, formando la storica" linea dei fontanili", cosa preziosa per l'agricoltura dei luoghi. Dall' argine sono possibili due itinerari in bicicletta o a piedi; uno meno agevole, ma comunque praticabile anche dai meno allenati, verso nord fino a Montichiari, il secondo seguendo l'ampio argine verso sud fìno al ponte di Mezzane, attraversata la provinciale, fino alla zona dei "tre salti", frequentata nel periodo estivo da numerosi bagnanti. In quest' ultimo tratto il fìume ha l'aspetto di un canale, nonostante la vegetazione abbia ormai invaso gli argini in cemento e sassi, per fortuna ormai invisibili. Due boschetti di modesta superficie a ridosso degli argini spezzano la monotonia del paesaggio agricolo. Rappresentano tuttavia un prezioso rifugio per numerose specie vegetali e animali contribuendo ad incrementare la biodiversità della zona. Per gli abitanti del luogo, il fiume costituisce uno dei pochi ambienti non ancora antropizzati dove cercare sollievo e frescura nei periodi più caldi o dove passeggiare lontano dalle code degli automobilisti della domenica in cerca di svago e relax.
[modifica] Fossa Magna
Risale a Bernabò Visconti il corso d'acqua che, nascendo a nord del paese, al fontanone di S. Apollonia, attraversa il centro abitato e segue la provinciale asolana per immettersi nel Chiese. Anticamente l'acqua giungeva dal Chiese passando per Lonato. Dal 1750 , da quando Montichiari intercettò le acque provenienti da Lonato, la storica Fossa Magna si alimenta di sole risogive e di due affluenti, la seriola Lametta e il Fontanone della Scala. Entrambi raccolgono le acque delle sorgenti che a sud e a est del monte Rocchetta formavano nell' antichità lame e paludi, in seguito bonificate ed utilizzate per l'agricoltura. Laumento del fabbisogno idrico e l'utilizzo di nuovi sistemi di irrigazione ha prosciugato le resorgive e capita che in estate la Fossa sia asciutta in alcuni tratti. Coperta in più parti nel XIX secolo per la realizzazione della piazza Ospedale, della piazza della Chiesa e di piazza Europa, scorre ancora in gran parte libera allo sguardo di chi attraversa il paese da nord a sud, lungo la provinciale ormai dismessa. Proprio a sud del centro abitato è ancora visibile la ruota di uno dei mulini che utilizzavano l'acqua della Fossa.
[modifica] Monumenti
[modifica] Campanile
Il Campanile ebbe al momento della sua costruzione il nome di Torre Nuova, sostituiva infatti il vecchio campanile demolito nel 1720 perché minacciava rovin, e che sorgeva a nord della chiesa parrochiale, vicino alla Cappella dell'Immacolata.
Fu eretto su un'area di proprietà privata a partire dal 1726, per iniziativa della Comunità, che aveva nominato un'apposita commissione per la scelta del luogo, e per merito delle generose offerte dei carpenedolesi, come risulta da manoscritti conservati nella Fabbriceria Parrocchiale.
L'opera, in stile barocco, venne costruita su progetto dell'architetto lonatese Paolo Soratini, proprio di fronte alla Chiesa Parrocchiale, da cui è separato da una piazzetta lastricata. Fu terminato nel 1736. Ancor oggi il campanile si erge maestoso, ben quadrato, proporzionato alla chiesa e raggiunge l'altezza di metri 66 (fra i più alti della provincia di Brescia).
L'iniziale cupola in bronzo, opera di un certo Piamarta di Brescia, bruciata nel 1975 perché colpita da una fulmine, venne sostituita l'anno successivo. Alle varie riparazioni ha provveduto fin dall'inizio la Comunità. Le quattro campane di cui era dotato inizialmente, furono sostituite nel 1843 dalle nove attuali, fuse da Innocenzo Maggi di Brescia. Esse riportano sulla loro superficie esterna, oltre al nome del fonditore, motti latini, santi in gloria e scene del Nuovo Testamento.
[modifica] La Torre Vecchia
Sul monte Rocchetta si erge la bruna e quadrata torre merlata che, insieme a resti di possenti mura, testimonia la presenza nel paese di un castello in epoca medioevale. Il Castello fu edificato intorno all'anno Mille, come documenta una pergamena del 1043 conservata nell' Archivio Vaticano, che attesta che a Carpenedolo sorgeva un castello con torrione e un fossato all'intorn.
La tradizione locale riferisce che il castello fu eretto dalla famiglia Poncarale, una delle più potenti casate bresciane di parte guelfa, e ciò è confermato anche da indicazioni trovate in pergamene vaticane e ambrosiane; inoltre l' Odorici nelle sue Storie Bresciane, definisce Ardizzon Losco Poncarale Capitano di Carpenedol e lo storico Rossi nel 1600 lo chiama difensore del castell.
Il maniero dominava l'estesa pianura a sud e ad ovest; lo fronteggiavano altri luoghi ben muniti: Montichiari, Lonato, Castiglione. Ai piedi del colle sorgevano case modeste, situate a semicerchio, dei servi della gleba e degli arimanni. Fino ad alcuni decenni fa un ampio vallo, denominato redefoss, distanziava la torre dalla parte più bassa del colle. Nel 1237, anno della discesa in Italia di Federico II, il castello fu assalito e distrutto da truppe reggiane ghibelline. La torre fu ricostruita nel XIV secolo sui resti della precedente ai tempi di Bernabò Visconti, contemporanea perciò alla Fossa Magna. L'attuale torre risale al 1650 e conserva tracce significative della torre medioevale nel muro interno orientale e nei due angoli ad esso adiacenti: tre corsi di sassi e due di mattoni. Nel 1917 la torre, con i ruderi del castello, è stata dichiarata monumento nazionale.
[modifica] Santuario della Madonna
L'opera, per concorde attribuzione, viene riferita al maestro architetto G.B. Marchetti, operante a Brescia e dintorni verso la metà del XVII secolo. Si accede alla chiesa per mezzo di un'ampia scalinata che sbocca su un sagrato pensile, circondato da un'elegante balconata, dalla quale lo sguardo si estende all'infinito sulla pianura circostante. La pianta del Santuario è di forma di due croci allineate; nel centro un gruppo di quattro semicolonne regge gli archi, sui quali poggia il tiburio poligonale con le finestre munite di timpano che proiettano luce all'interno, in ogni direzione per tutte le posizioni del sole. L'interno è definito dagli esperti un gioello unico nel bresciano per la sintesi armonica di architettura, scultura e pittura. La disposizione a forma circolare della navata fa sentire il fedele accolto e partecipe. L'altare maggiore a ciborio è un tempietto, attribuito al comasco Solari, sorretto da quattro colonne cui si appoggiano altrettante statue rappresentanti le quattro virtù teologali. La chiesa magnificamente affrescata contiene due notevoli tele del Maffei: La natività di Gesù e La Visitazione di Maria Elisabetta alla Vergine.
[modifica] Pieve Romanica di S.Maria in Carpino
La vecchia basilica dalle linee semplici e severe, di stile romanico assai primitivo e modesto, centro religioso e civile della rustica plebs che abitava nel circostante territorio, risale al secolo V o VI, quando al culto pagano subentrava lentamente il culto cristiano. Qui si svolgevano i riti pagani attorno al tempio delle civiltà campestri, e il collegio dei sacerdoti e le autorità del pago tenevano i concilia e il mercato festivo, al quale convenivano, dalle poche case rustiche sparse d'intorno, i plebei. All'esterno è ben visibile la composizione del muro semicircolare in pietra di Botticino, con massi di maggiori dimensioni alla base, lavorata e tagliata neIJe forme deIJo stile romanico primitivo. Sul fondo sono tre sottili finestre a strombatura e centinate, framezzate all'esterno da lesene leggermente sporgenti dal confine semicircolare. In alto è evidente il segno dell'innalzamento posteriore, effettuato forse nel XV secolo, nel materiale laterizio della cornice a sega, che gira per tutto il semicerchio. Sulle pareti esterne meridionale e settentriol1ale, usati come materiale da costruzione, due conci, uno alto medioevale, l'altro deIJa Roma imperiale. Quest'ultimo porta raffigurato un rito pagano, perciò è murato capovolto. Interessante è quel che resta dell'affresco in facciata: si notano tracce della sinopia e delle incisioni eseguite sulla calce fresca per facilitare e sveltire l'opera del pittore. Nel 1966 fu demolita una piccola casa rustica, già sacrestia e abitazione del romito, che appoggiava al muro meridionale della chiesa; sono ancora visibili i segni della posi tura del tetto. Interno rettangolare a unica navata, misura m. 19,94 di lunghezza ed è larga m. 5,92, con abside semicircolare e tetto a travatura, sostenuta da cinque archi leggermente acutI. Entrando, il visitatore è attratto dalle pitture dell' abside e dall'affresco in forma di trittico cuspidato che si trova sull' altare. Tale opera, di notevole interesse artistico, venne attribuita al maestro cremonese Bonifacio Bembo operante a Brescia verso la metà del Quattrocento. Rapptesenta il Natale di Gesù. Al centro è la Vetgine in veste bianca, ticco manto e mani incrociate, che volge il capo alla sua destra doe si trova il Bimbo di gentili forme. Sei angioletti, tre per parte, adorano a mani giunte. Il polittico è contornato da una cornice in ceramica a dentelli che ne orna la sommità. Tutta la parete absidale è decorata. Sul fondo del catino, entro uno spazio ovale, è Gesù-Maestro seduto in trono che appoggia la mano sinistra sul codice aperto del Vangelo. Nel rimanente spazio a destra e a sinistra sono i simboli dei quattro evangelisti. La fascia del coro è variamente dipinta. Nel riquadro che accoglie S. Pietro con il pastorale e la destra levata in atto benedicente, vi è un'iscrizione in lettere gotiche quasi completamente leggibili nella quale compare il nome Pietro. Forse questo Pietro appartenne alla numerosa famiglia cremonese dei Bembo, esperti nell' arte pittorica nel XV secolo. A questo nome potrebbe essere attribuita tutta la decorazione della parte absidale, meno raffinata rispetto al polittico. Le pareti laterali recano sotto l'intonaco affreschi parziali; essi indicherebbero che, prima dell' erezione degli attuali pilastri, il tetto fosse sostenuto da capriate. All'interno due quadri rappresentanti S. Luigi e l'Annunciazione, resraurati nel 1993 da Raffaella e G. Paolo Zuliani, bresciani di scuola fiorentina.
[modifica] Chiesa Parrocchiale
La chiesa Parrocchiale in titolata a S.Giovanni Battista fu costruita nei secoli XVII-XVIII. L'edificio è ad una sola navata, di vaste proporzioni ed altezza, a croce latina. Al suo interno la pala grande di pregevole fattura del XVIII sec., che rappresnta la natività di S.giovanni Battista, misura ben 80 mq; il suo autore resta ancora oggi ignoto. Sugli altari laterali si possono ammirare tele recentemente restaurate: Il martirio di San Bartolomeo del Maffei, patrono della città, L'ultima cena e San Francesco che riceve le stimmate dell'autore F.Zugno, il Martirio di San Lorenzo di Gandin Vecchio. Oltre a queste opere di singolare bellezza si ricordano le pareti, le volte e la cupola tutte interamente affrescate.
[modifica] La Chiesetta di S.Pietro
L'antichissima chiesetta di S. Pietro è situata nella zona campestre della periferia del paese, a poca distanza dalla strada per Calvisano. Si può presumere che la sua costruzione risalga all'anno 974, come risultava da una lapidetta, ora scomparsa, ritrovata durante lavori di sistemazione della piazzetta antistante. Il titolo di S. Pietro rimanda ad altre chiese bresciane ugualmente denominate, sorte sui possedimenti del monastero di S. Pietro in Monte di Serle, esistenti anche a Carpenedolo in epoca medioevale, passati poi al vescovo di Brescia. In più di mille anni di storia, la chiesetta ha subito parecchie ristrutturazioni e oggi porta il segno della sovrapposizione di vati stili. La più importante modifica venne operara nel 1692. Labside, che otiginariamente era tivolta a est, venne demolita (forse perché cadente), con la conseguente scomparsa di preziosi affreschi e l'altare fu collocato all'estremo opposto, dove era l'entrata. L ingresso fu così sistemato ad oriente, protetto da un portichetto, costruito al posto dell' abside. Larco ora visibile all'ingresso (reca una data, 1475, e una bella decorazione con trama a fiorami, forse di epoca seicentesca) era il primitivo arco trionfale, che separava il presbiterio dalla navata. Il vecchio soffitto della navata a capriate fu modificato con il sostegno di un arco centrale a centina più elevata dell'arco trionfale, con le colonne portanti aderenti alle pareti, una delle quali ha coperto, in parne, una crocifissione. Furono costruiti un nuovo presbiterio e un nuovo altare, separati dalla navata da un arco posto a sostegno di uno più antico, del quale si intravede traccia. Opere di restauro condotte in varie fasi dal 1974 (in occasione del millennio di fondazione) al 200l hanno permesso di ben rilevare le parti architettoniche e gli affreschi. Interno. Laltare, aderente al muro dell'abside, è stato costruito quando la chiesa venne mutata di direzione nel 1692. È di intonaco e stucco con paliorro ornato di fiori e fogliame, nel cui mezzo è disegnata la mitra papale con le chiavi. Sopra l'altare è posto un tabernacolo ligneo dipinto. La pala raffigura la Madonna con Bambino (l'immagine riprende quella del santuario del Castello, di Pietro Ricchi), i Santi Pietro e Paolo e il rirratto del committente, indicato da un'iscrizione: "R.(everendus) D.(ominus) Fau.(stinus) Cerutus R.(ector) S.(ancti) P.(etri). 1680". Trad.: "Il rev. signor Faustino Ceruti rettore di S. Pietro". Alla sinistra dell' altare vi è un piccolo tabernacolo, nel quale si riponevano le reliquie, indicate da un'iscrizione: "Rel.(iquiae) San.(ctorum) Perri P.(apae) A.(postoli) nec non Gottardi et Rochi". Trad.: "Reliquie dei Santi Pietro papa apostolo, Gottardo e Rocco". La chiesetta comunica con una angusta sagrestia, dove si trova un discreto affresco, raffigurante il Crocifisso, alla destra un sacerdote inginocchiato in preghiera, alla sinistra la morte biancovestita con la falce. Accanto alla chiesa sorge un campaniletto, con due campane. Una piccola lapide in marmo apposta sulla facciata sud del campanile, sopra il tetto del tempio, riporta un'iscrizione latina della data di costruzione o del restauro, e gli offerenti: "Didaci Azzi aliorumque Impensis extat a die XIII Aprilis Anno MDCCClXY". Trad.: "Edificato a spese di Didaco Azzi e di altri dal giorno 13 aprile 1865". Gli affreschi. Sulle pareti laterali interne spiccano pregevoli affreschi quattrocenteschi, il cui restauro è stato completato nel 200 l. La loro data compare sulla bordatura superiore dell' affresco della parete meridionale, rappresentante la fuga in Egitto: "1474 Dip.>" (dipinto commemorativo dei 500 anni di costruzione). A tale data risalgono anche i dipinti della crocifissione e di S. Pietro, sulla parete opposta. I rimanenti affreschi raffiguranti S. Antonio abate, S. Bernardino, e ancora S. Antonio abate, sono della stessa epoca, ma sembra non siano dello stesso autore. Vi sono altri frammenti di affreschi di santi non identificati. Un affresco situato vicino alla parete di facciata del presbiterio, raffigurante papa S.Gregorio e le anime purganti, è di epoca posteriore. Gli affreschi recano i segni della devozione dei fedeli, che ricorrevano ai santi, quando erano provati da vicende dolorose; guerre epidemie e carestia. Di questi fatti vi è ricca testimonianza nelle scritte graffite tracciate da ignoti popolani sui muri e sugli affreschi stessi. Sono ricordate le pesti del 1576 e del 1630.
[modifica] Cittadini Illustri
- Ugo Adriano Graziotti
- Lorenzo Ercoliani (1806-1866)
- Padre Marcantonio Galizzi (1599-1665)
- Diodato Laffranchi (1595-1665)
- Giovanni Evangelista Lancellotti (1470 circa-1538)
[modifica] Manifestazioni e Fiere
- CARNEVALE CARPENEDOLESE Dopo la guerra ha ripreso vita la tradizione di festeggiare l'ultimo giorno di Carnevale in piazza con la sfilata di Carri Allegorici. Negli anni '50 i carri dei "Goghi", furono noti nella zona fino al lago. La tradizione continua tutt'ora assieme al Comitato Carnevale. Il sabato prima del martedì grasso nella piazza principale gremita di gente sfilano i carri e i gruppi mascherati, mentre le squadre di arrampicatori si preparano alla Scalata dell'albero della Cuccagna. Durante la feste vengono inoltre distribuiti gratuitamente gnocchi caldi. Quella del 2007 sarà la 49^ Edizione.
- FIERA DI SAN BARTOLOMEO Attestazioni specifiche in riguardo alla fiera di san Bartolomeo (patrono del paese), risalgono alla fine del XV secolo. La fiera dei tempi passati durava più giorni. Alla vigilia e nella notte antecedente si tenevano aperti i potoni delle case per accogliere i forestieri che convenivano in paesi de varie parti dellìItalia settentrionale. I carpenedolesi festeggiano ancora oggi con entusiasmo questa festività; per tutta la settimana del 24 Agosto (giorno esatto del patrono), la cittadina offre momenti di svago, cultura e divertimento con mercatini, luna-park e spettacoli di vario genere.
- CONCERTO DI NATALE Da alcuni anni, la domenica precedente il Natale, la corale polifonica Ars Nova di Carpenedolo, tiene un atteso concerto nella Chiesa Parrocchiale. L'Ars Nova si è costituita nel 1981 sotto la guida di Mario Tononi, diplomato in musica e direzione corale presso il conservatorio di Brescia. Ha tenuto numerosi concerti in varie città italiane ed ha partecipato a importanti rassegne e concorsi internazionali. Nel dicembre 1992 la corale è stata invitata a solennizzare la Santa Messa celebrata da Papa Giovanni Paolo II nella Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma.
- STAGIONE CONCERTISTICA Ogni anno l'Associazione e Accademia Musicale A.Vivaldi propone alla cittadinanza nel periodo Gennaio-Marzo un ciclo di concerti di musica classica nel Piccolo Teatro di Palazzo Laffranchi. L'Accademia, diretta dal M°Giacomo Bellini, è una scuola di musica rinomata anche nei paesi limitrofi e che oltre vent'anni offre corsi annuali ad allievi di ogni età, dalla propedeutica all'uso di vari strumenti musicali.
[modifica] Sport
- La A.C.Carpenedolo, società calcistica fondata nel 1957, partecipa al campionato 2006/2007 in serie C2.
- La neopromossa Yokohama-Carpenedolo, squadra femminile di pallavolo partecipa al campionato 2006/2007 in serie B2.
- La neopromossa AmicoBasketCarpenedolo, squadra maschile di pallacanestro partecipa al campionato 2006/2007 in Promozione.
- Vi sono inoltre molte realtà a livello individuale, che riscuotono spesso molto successo anche in gare nazionali e internazionali. Fra queste L'Atletica Carpenedolo, Tennis Carpenedolo, Bocciofila Carpenedolo, e le varie scuole di Karate presenti nel paese.
[modifica] Stampa Locale
Sono presenti sul territorio editoriali d'imformazione:
- Il Megafono, primo periodico gratuito carpenedolese d'Informazione, cultura e sport. Edito dall'Associazione culturale "IL MEGAFONO". Dal 1997.
- Piazza Europa, periodico gratuito carpenedolese d'Informazione, culturale, sportiva. Edito dall'Associazione Culturale "Sotto il cielo dei Carpini". Dal 2004.
- Il Castello, bollettino parrocchiale d'informazione, iniziative parrocchiali, ritrovo giovanile e oratorio. Edito dalla Parrocchia di S.Giovanni Battista di Carpenedolo.
- Vita di Carpenedolo, periodico gratuito, edito dall'Amministrazione comunale, d'Informazione, opere sul territorio, politica amministrativa ec... Dal 2004.
Scrivono poi sempre di Carpenedolo:
- Il Gazzettino, quindicinale di Castiglione delle Stiviere.
- NEW ENTRY, il giornale della Bassa Bresciana, bimestrale di Brembate D'Adda.
[modifica] Amministrazione comunale
Sindaco: Gianni Desenzani dal 14/06/2004
Assessori: Gentili Lino (Vicesindaco), Assolini Alberto, Fontanini Nerina, Tafelli Antonio Consiglieri:Gruppo Consiliare "Progetto democratico per Carpenedolo":DESENZANI ELENA capogruppo, TAFELLI ANTONIO,BOTTURI ANNA, GENTILI LINO,MORBIO MATTEO,FONTANINI NERINA,ZANIBONI LAURA, BESCHI GIOVANNI,BASSI ALDO,DONATELLI TANIA,ASSOLINI ALBERTO,RONCADORI GIOVANNI, FERRARI GIANNI; Gruppo Consiliare "Carpenedolo al centro - Valentino Treccani": TRECCANI VALENTINO capogruppo, RODELLA ROBERTO; Gruppo Consiliare "Il Polo per Carpenedolo ": VECCHIOLINI PASQUALE capogruppo, TONELLI IVO; Gruppo Consiliare "Area civica per Carpenedolo":BOSELLI STEFANO capogruppo, TONONI GUIDO; Gruppo Consiliare "Lega Nord": GALLETTI FRANCESCA capogruppo
Centralino del comune: 030 9697961
Email del comune: sindaco@comune.carpenedolo.bs.it
[modifica] Evoluzione demografica
Abitanti censiti