Cappelle Medicee
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Le Cappelle medicee sono un museo statale di Firenze, ricavato da alcune aree della Basilica di San Lorenzo a Firenze, al quale si accede dal retro della chiesa, in Piazza Madonna degli Aldobrandini.
Le due parti principali che si visitano sono prolungamenti dell'abside della basilica: la Sagrestia Nuova, edificata da Michelangelo dal 1519 in un decennio circa, e la grande Cappella dei Principi, del secolo successivo, completamente ricoperta da marmi e pietre semi-preziose dove sono sepolti i granduchi di Toscana e i loro familiari; inoltre fanno parte del percorso alcune sale della cripta (ideata dal Buontalenti) sotto la Cappella dei Principi, dove è situata la biglietteria, il bookshop e talvolta sono realizzate esibizioni temporanee.
Indice |
[modifica] La cripta
La Cripta è il primo ambiente al quale si accede dall'ingresso del museo. In questo ambiente sorretto da basse volte, si trovano sul pavimento el lastre tombali dei granduchi, delle loro consorti e dei familiari stretti. Recentemente vi è stata sistemata in numerose teche una ricca collezione di reliquiari Sei-Settecenteschi legati alla sfarzosa committenza granducale. Da questo ambiente si accede attraverso due scalinate alla soprastante Cappella dei Principi.
A partire dal 2005 si stanno svolgendo degli esami sulle spoglie dei Medici per far luce su alcuni punti oscuri della loro storia familiare. Fra i primi ritrovamenti ancora inspiegati, la salma di un neonato sconosciuto, forse il figlio illegittimo di un personaggio di famiglia.
Esiste anche un'altra cripta sotto la basilica, dove si trovano le tombe di Cosimo il Vecchio e di Donatello, ma non è accessibile da qui.
[modifica] La Cappella dei Principi
Lo sfarzoso ambiente ottagonale è largo 28 metri ed è sormonatato dalla cupola di San Lorenzo, la seconda per maestosità in città dopo quella del Brunelleschi.
Fu ideata da Cosimo I, ma la sua realizzazione si deve al suo successore Ferdinando I, che incaricò l'architetto Matteo Nigetti, 1604 su disegno di Don Giovanni de' Medici, fratello dello stesso granduca. Lo stesso Buontalenti intervenne modificando in parte il progetto.
Lo sfarzo abbagliante è dato dai ricchissimi intarsi creati con pietre semipreziose, per la realizzazione dei quali fu cerato l'Opificio delle Pietre Dure. Questa arte del cosiddetto commesso fiorentino, tutt'ora praticata soprattutto nella decorazione di mobili e vasi, trova qui il suo apice, anche se il tono funebre dell'opera fece scegliere i colori più smorzati e cupi con porfidi e graniti. Nella zoccolatura invece si usarono pietre dure più colorate, nocnhè la madreperla, i lapislazzuli e il corallo per riprodurre gli stemmi delle sedici città toscane fedeli alla famiglia dei Medici.
Nelle nicchie sarebbero dovute entrare le statue dei granduchi, anche se furono poi realizzate soltanto quelle per Ferdinando I e Ferdinando II, opere entrambe di Pietro Tacca eseguite tra il 1626 ed il 1642.
Gli altri sepolcri granducali appartengono a Cosimo I (1519-1574), Cosimo II (successore di Ferdinando I, 1590-1561) e Cosimo III (succeduto a Ferdinando II, 1643-1723). Al centro dell'atrio, nelle intenzioni dei committenti, doveva trovarsi il Santo Sepolcro, sebbene i vari tentativi di comprarlo o rubarlo a Gerusalemme fallirono.
I sarcofaghi sono in realtà vuoti e le vere spoglie dei granduchi e dei loro familiari (una cinquantina fra maggiori e minori) fino a Anna Maria Luisa de' Medici (ultima erede della dinastia, 1667-1743), sono conservati in semplici ambienti nascosti dietro le mura, nella cripta del Buontalenti.
Da dietro l'altare si accede a un piccolo vano dove sono esposti altri preziosi reliquiari, alcuni dei quali donati alla città da Leone X.
[modifica] La Sagrestia Nuova
Per approfondire, vedi la voce Sagrestia Nuova. |
Edificata da Michelangelo a più riprese tra il 1521 ed il 1534, vi si accede da un corridoi dalla Cappella dei Principi, mentre la porta che permette di entrare nella basilica oggi è chiusa.
Commissionata da Papa Leone X ed il cardinale Giulio de' Medici (futuro Clemente VII), Michelangelo la realizzò partendo dalla stessa pianta della Sacrestia Vecchia del Brunelleschi e divise lo spazio in forme più complesse, con archi trionfali che si aprono su delle specie di absidi. Incassati nelle due pareti laterali realizzò i sepolcri monumentali dedicati a Giuliano Duca di Nemours e suo nipote Lorenzo Duca d’Urbino, per i quali scolpì tre sculture ciascuno: le Allegorie del Tempo, adagiate sopra i sepolcri, e i ritratti soprastanti dei Duchi. Per la tomba di Giuliano de’ Medici, seduto in fiera postura, scelse le il Giorno e la Notte; per quella di Lorenzo, in posa malinconica e pensierosa, il Crepuscolo e l’Aurora.
Entrambe le statue guardano verso il centro della cappella dove Michelangelo realizzò e pose una Madonna con Gesù in grembo. Volgendo il loro sguardo alla rappresentazione sacra i duchi esprimono le inclinazioni religiose dell’artista, secondo il quale, quando le glorie terrene passano, solo la spiritualità e la religione riescono a dare sollievo alle inquietudini degli uomini. Completano il corredo le statue dei Santi Cosma e Damiano, di seguagi di Michelangelo.
Sotto l’altare sono sepolti anche Lorenzo il Magnifico e suo fratello Giuliano de' Medici, per i quali non ci fu mai il tempo per costruire una sepoltura monumentale: nel 1534 infatti Michelangelo partì definitivamente da Firenze e lasciò l'opera incompiuta.
[modifica] Voci correlate
- Commons contiene file multimediali su Cappelle Medicee
- Basilica di San Lorenzo (Firenze)
- Medici
- Monumenti di Firenze
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