Campagna del Maryland
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La Campagna del Maryland (o Campagna di Antietam) del settembre 1862 è considerata sicuramente uno dei punti di svolta della Guerra civile americana. La prima invasione del generale Confederato Robert E. Lee nel nord era stata respinta dall'Armata del Potomac del maggior generale George B. McClellan, il quale si mosse per intercettare Lee e la sua Armata Confederata della Virginia Settentrionale e cercare di attaccarla vicino a Sharpsburg nel Maryland. Da questa situazione scaturì la battaglia di Antietam, che fu la battaglia più sanguinosa combattuta in un solo giorno in tutta la storia degli Stati Uniti.
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[modifica] I movimenti iniziali
Il 1862 iniziò in maniera positiva per le forze dell'Unione nel teatro di guerra dell'est. L'Armata del Potomac di McClellan aveva invaso la Penisola della Virginia durante la Campagna della Penisola e, da giugno, distava solo poche miglia dalla capitale Confederata Richmond. Ma quando il 1° luglio 1862 Robert E. Lee assunse il comando dell'Armata Confederata della Virginia Settentrionale, la fortuna voltò le spalle all'Unione. Lee combattè in maniera aggressiva contro McClellan nelle battaglie dei Sette Giorni, e il "piccolo Mac" perse la sua sfacciataggine e la sua Armata fu costretta a ritirarsi dalla Penisola. Quindi Lee condusse la Campagna della Virginia del Nord, durante la quale sconfisse John Pope e la sua Armata della Virginia nella Seconda battaglia di Bull Run. La Campagna del Maryland di Lee può essere considerata la parte conclusiva di una serie di tre Campagne che hanno caratterizzato l'offensiva estiva contro le forze dell'Unione nel teatro di guerra orientale.
I Confederati avevano subito significative perdite durante le Camopagne estive. Tuttavia Lee decise che la sua armata era pronta per il grande salto: l'invasione del nord. Il suo obiettivo era quello di raggiungere l'estremo nord del Maryland e della Pennsylvania, così da tagliare la linea ferroviaria Baltimore & Ohio che riforniva Washington. Tale operazione avrebbe seriamente minacciato le città di Washington e di Baltimore.
Dietro la decisione di Lee di lanciare un'invasione c'erano parecchi motivi. Innanzituto aveva bisogno di rifornire la sua armata e sapeva che le fattorie del nord non erano state coinvolte nella guerra, come invece era accaduto per quelle della Virginia; lo spostamento della guerra verso nord avrebbe tolto la pressione dalla Virginia. Il secondo motivo riguardava il morale del Nord. Lee sapeva che la Confederazione non avrebbe mai sconfitto il nord militarmente; aveva solo bisogno di far sì che la popolazione del Nord e il suo Governo fossero poco propensi a continuare la guerra. Con l'avvicinarsi delle elezioni del novembre 1862, Lee credeva che un'invasione armata avrebbe fatto pendere la bilancia dei voti del Congresso verso il Partito Democratico, che avrebbe costretto Abraham Lincoln a negoziare la fine della guerra.
Ma c'erano anche dei motivi secondari. L'invasione Confederata avrebbe potuto causare una rivolta nel Maryland, soprattutto perché era uno Stato che utilizzava gli schiavi e una gran parte della popolazione simpatizzava per il Sud. Alcuni politici Confederati, incluso Jefferson Davis, credevano che la prospettiva di un riconoscimento della Confederazione da parte di Stati stranieri, sarebbe stata più forte se ci fosse stata una vittoria militare sulla terra dell'Unione. In effetti le notizie della vittoria nella seconda battaglia di Bull Run e l'inizio dell'invasione di Lee provocarono un'aumento considerevole dell'attività diplomatica tra gli Stati della Confederazione, Francia e Inghilterra.
Il 3 settembre, due giorni dopo la battaglia di Chantilly, Lee scrisse al Presidente Davis che egli avava deciso di entrare nel Maryland a meno che il Presidente stesso non si fosse opposto, e il giorno stesso inizò a far muovere la sua armata verso nord e ovest, da Chantilly verso Leesburg in Virginia. Il 4 settembre alcune truppe avanzate dell'Armata della Virginia Settentrionale attraversarono il fiume Potomac, avvicinandosi a Leesburg. Il 7 settembre il grosso dell'Armata raggiungeva Frederick nel Maryland. I 55.000 uomini dell'Armata di Lee erano stati rinforzati dalle divisioni dei maggior generali D.H. Hill e Lafayette McLaws e da due brigate comandate dal generale di brigata John G. Walker, che però riuscivano appena ad integrare i 9.000 uomini persi da Lee nelle battaglie di Bull Run e Chantilly.
L'invasione di Lee coincise con un'altra offensiva strategica da parte dei Confederati. I generali Braxton Bragg e Edmund Kirby Smith avevano simultaneamente lanciato un attacco per invadere il Kentucky. La politica di Jefferson Davis era quella di cercare di convincere l'opinione pubblica (e, di riflesso, i vari Stati europei) che i movimenti militari che si stavano svolgendo dovevano essere letti essenzialmente come atti di autodifesa contro l'aggressione da parte di una "forza straniera". Le notizie dell'invasione causarono il panico nel Nord e Lincoln fu costretto ad agire in maniera rapida: George B. McClellan aveva vissuto in una specie di limbo militare dopo il rientro dalla Penisola, ma Lincoln gli affidò il comando di tutte le forze intorno a Washington e gli ordinò di occuparsi di Lee.
[modifica] L'Armata di Lee
Quando entrò nel Maryland, Lee divise la sia Armata. Dopo aver ricevuto informazioni sull'attività militare a Chambersburg in Pennsylvania, Lee inviò il maggior generale James Longstreet a Boonsboro e poi a Hagerstown; al maggior generale Thomas J. "Stonewall" Jackson fu ordinato di conquistare il deposito di munizioni dell'Unione a Harpers Ferry. A causa di questi spostamenti, a South Mountain, a retroguardia dell'Armata, rimasero solamente la cavalleria del maggior generale J.E.B. Stuart e la divisione del maggior generale D.H. Hill.
La ragione specifica per la quale Lee scelse questa strategia rischiosa di dividere il suo esercito per conquistare Harpers Ferry, non è mai stata appurata. Una supposizione sarebbe quella che egli aveva inviato le sue linee di rifornimento attraverso la Shenandoah Valley; prima di entrare nel Maryland aveva dato per scontato che i presidi dell'Unione a Winchester, Martinsburg e Harpers Ferry sarebbero stati abbandonati senza sparare un colpo (ed in effetti, questo avvenne a Winchester e Martinsburg). Un'altra possibilità è che erano semplicemente obiettivi strategici militari, con molti rifornimenti vitali, ma virtualmente indifendibili per il nemico. McClellan richiese il permesso a Washington di evacuare Harpers Ferry, aggregando tutto il presidio alla sua Armata, ma la richiesta venne rifiutata.
[modifica] Reazioni all'invasione
L'invasione di Lee fu costellata di difficoltà sin dall'inizio. L'Armata confederata, numericamente più forte, ebbe grosse difficoltà a causa della sua dispersione sul territorio e per le numerose diserzioni dei suoi uomini. Sebbene partì da Chantilly con 55.000 uomini, in soli 10 giorni il suo effettivo si era ridotto a 45.000 unità. Alcune truppe si rifiutarono di attraversare il fiume Potomac in quanto un'invasione del territorio dell'Unione violava la concezione che essi stessero combattendo solamente per difendere i loro Stati dall'aggressione di quelli del Nord. Molte altre defezioni furono dovute a malattie (una specie di dissenteria causata dal mangiare un "cereale verde" non maturo prodotto nei campi del Maryland) o a impossibilità di proseguire il cammino a causa di infezioni ai piedi dovute all'utilizzo di stivali non idonei per le dure strade del Nord. Lee ordinò ai suoi comandanti trattare con severità coloro che abbandonavano, considerandoli dei vigliacchi "che abbandonavano nel deserto i loro camerati nel pericolo".
Ancora lontani dal trovare i rifornimenti che speravano, i confederati, una volta entrati nel Maryland, dovettero affrontare le reazioni della popolazione, che variava dalla curiosità, ad un freddo entusiasmo, all'ostilità pura. Robert E. Lee rimase contrariato dalla resistenza della popolazione, una circostanza che non aveva assolutamente previsto; avrebbe dovuto rendersi conto che, anche se il Maryland era uno Stato che utilizzava gli schiavi, le simpatie per i confederati erano situate soprattutto nella parte orientale dello Stato, intorno a Baltimora, mentre l'invasione di Lee iniziò nella zona occidentale; inoltre, molte persone del Maryland favorevoli al Sud, si erano già diretti a sud all'inizio della guerra, per entrare a far parte dell'Armata confederata in Virginia. Quindi furono molto pochi coloro che si unirono a Lee in Maryland.
Il Maryland e la Pennsylvania si prepararono alla guerra. Andrew Curtin, Governatore della Pennsylvania, richiamò alle armi 50.000 uomini, affidaqndoli al comando del maggior generale John F. Reynolds; questo causò un notevole conflitto tra McClellan e Joe Hooker, comandante dei Corpi d'armata di Reynolds, ma Henry Halleck ordinò a Reynolds di servire sotto il comando di Curtin e invitò Hooker a trovare un nuovo comandante di divisione. Non molto lontano a nord, a Wilkes-Barre, le campane delle chiese e dei distretti suonavano, chiamando gli uomini alle armi. Baltimora era stata considerata, sin dai primi giorni della guerra, come un covo di secessionisti, che aspettavano solamente l'arrivo dell'esercito confederato per rivoltarsi. Ma la reazione all'invasione di Lee causò un considerevole allarme: la gente affollava le strade attendendo l'uscita dei giornali per informarsi sugli eventi bellici e ai bar fu imposto di limitare la vendita di alcolici per evitare che la gente si "eccitasse" troppo. Ci fu una corsa per accaparrarsi il maggior numero di derrate alimentari per la paura di subire un assedio. Il panico regnava a Philadelphia, nonostante distasse oltre 150 miglia da Hagerstown e non corresse nessun pericolo imminente.
[modifica] L'inseguimento di McClellan
Stati Uniti d'America |
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