Bobo Craxi
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vittorio "Bobo" Craxi (Milano, 6 agosto 1964) è un uomo politico italiano, figlio di Bettino Craxi, attuale segretario nazionale di una formazione politica uscita dal Nuovo PSI chiamata I Socialisti e Sottosegretario agli Affari Esteri con delega ai rapporti con l'ONU.
[modifica] Biografia
Maturità classica, ha lavorato per qualche tempo come consulente aziendale. Fu consigliere comunale a Milano con il PSI e fino al 1991 mantenne la carica di segretario socialista nel capoluogo lombardo.
Dopo la morte del padre, storico leader socialista, avvenuta ad Hammamet nel 2000, Vittorio Craxi debutta nel mondo politico nazionale con un piccolo partito d'ispirazione socialista denominato "Lega Socialista", insieme a Claudio Martelli.
Poco tempo dopo, nel gennaio del 2001, è fondatore, insieme a Gianni De Michelis, di un nuovo soggetto politico denominato Nuovo PSI, che si rifà esplicitamente all'esperienza del disciolto Partito Socialista Italiano e aderisce alla Casa delle Libertà, partecipando alla maggioranza di governo guidata da Silvio Berlusconi.
Alle elezioni politiche del 2001, Craxi viene eletto deputato con il sistema maggioritario nel collegio di Trapani, per la lista del Nuovo PSI collegata alla CdL.
Si rende protagonista dell'assemblea che doveva divenire il V Congresso Nazionale del partito (successivamente annullato), tenutasi dal 21 al 23 ottobre del 2005, quando presenta una mozione alternativa a quella del segretario De Michelis, proponendo di abbandonare la CdL per ricercare un'alleanza a sinistra. Il congresso è movimentato ed il segretario in carica abbandona l'aula lasciando i soli delegati della mozione opposta ad acclamare Craxi come nuovo segretario.
In seguito ad un ricorso dello stesso Craxi circa la legittimità della sua nomina, visto che il congresso era stato dichiarato mai svolto dagli organi del partito, questa gli viene provvisoriamente riconosciuta il 28 dicembre del 2005 da una sentenza del giudice monocratico del Tribunale Civile di Roma. Successivamente però, il 25 gennaio 2006 la sentenza definitiva, in Appello, annulla la precedente decisione dichiarando legalmente mai svolto il congresso di ottobre e riconoscendo De Michelis come segretario del Nuovo PSI.
[modifica] La svolta a sinistra
Il 7 febbraio del 2006 Craxi fonda I Socialisti ed aderisce definitivamente all'Unione. Viene, però, candidato nella lista dell'Ulivo alla Camera dei deputati nella lista dell'Ulivo che gli offre il diritto di tribuna parlamentare, nel caso in cui I Socialisti non superassero gli sbarramenti previsti dalla legge elettorale.
Posizionato al nono posto della lista nella circoscrizione Lombardia 3, non viene eletto (poiché la lista si aggiudica soltanto sei seggi) né la formazione dei Socialisti riesce ad eleggere altri parlamentari: tuttavia quest'ultima, avendo ottenuto oltre 115.000 voti, risulta decisiva per la vittoria della coalizione di centrosinistra.
Il 18 maggio del 2006, un giorno dopo la nascita del nuovo esecutivo, Vittorio Craxi viene nominato sottosegretario agli Esteri (con delega ai rapporti con le Nazioni Unite) del secondo governo Prodi insieme ad Ugo Intini (vecchio membro del PSI).
Ha pubblicato due libri: Route el Fawara, Hammamet (2001), con Gianni Pennacchi, che racconta gli ultimi giorni del padre, e Craxi. Il Socialismo dei padri e quello di domani (2006), una lunga intervista rilasciata a Francesco Borgonovo in cui parte dalla figura di Bettino Craxi per delineare i suoi progetti per i socialisti italiani.
