Privacy Policy Cookie Policy Terms and Conditions Battaglia di Zama - Wikipedia

Battaglia di Zama

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Battaglia di Zama
Parte della Seconda guerra punica

Data: 19 ottobre 202 a.C.
Luogo: Zama, nei pressi di Cartagine
Esito: vittoria romana
Schieramenti
Esercito romano Cartaginesi
Comandanti
Publio Cornelio Scipione Annibale
Effettivi
circa 43.000 uomini circa 64.000 uomini
Perdite
1.500 31.000
Seconda guerra punica
TicinoTrebbiaLago TrasimenoCanne – 1a Nola – 2a Nola – 3a Nola – 1a Capua – Silaro – 1a Erdonia – Baetis superiore – 2a Capua – 2a Erdonia – Numistro – Ascoli – Baecula – Grumento – MetauroIlipa – Crotone – Bagbrades – Zama

La Battaglia di Zama, fu la battaglia decisiva che segnò la fine della Seconda guerra punica e il ridimensionamento di Cartagine quale potenza militare e politica del Mar Mediterraneo. Fu combattuta il 19 ottobre 202 a.C. fra truppe Romane e Cartaginesi nella località di Zama.

Indice

[modifica] Problemi di fonti

Ci restano due tradizioni riguardo la battaglia di Zama, una di Livio e Polibio, che è seguita dalla maggior parte degli storici moderni, l'altra di Appiano e Cassio Dione, meno attendibile e perciò meno seguita, quest'ultima trova un suo sostenitore in Saumagne. Le differenze tra le due versioni sollevano difficoltà di ordine topografico, strategico, tattico, numerico e cronologico. Tutti i testi antichi, anche quelli storici, peccano in oggettività e rigore, spesso le fonti degli storici erano opere epiche e letterarie che si basavano sulla fantasia e anche quando esse erano i documenti di qualche generale l'attendibilità era viziata dalla volontà del condottiero di costruirsi la gloria più sulla carta che sui campi di battaglia. Nei resoconti di Zama tutti questi dubbi vengono esasperati ad un livello tale che alcuni storici sono arrivati a supporre una lacuna nel testo storico (Veith) o un'alterazione dell'ordine dei movimenti nel corso della battaglia (De Sanctis). In questo resoconto resteremo fedeli alla tradizione e al massimo citeremo nuove ipotesi e idee.

[modifica] Precedenti

Publio Cornelio Scipione sbarcò in Africa nel 204 a.C. e iniziò subito la sua campagna per costringere i Cartaginesi ad arrendersi. Affrontò in diverse battaglie i generali nemici sconfiggendoli tutti e perfezionando la tattica d'accerchiamento che ora riusciva a fare anche senza cavalleria. Il romano era riuscito a portare dalla sua parte anche un principe numida in esilio, Massinissa, appoggiandolo nella sua campagna per conquistare il trono, tenuto da Siface, alleato di Cartagine. Il giovane principe ricambiò il quirita offrendo il suo aiuto e la sua preziosa cavalleria, che tanto aveva aiutato Annibale nelle numerose battaglie. Dopo una serie di pesanti sconfitte, il sinedrio cartaginese, decise di richiamare Annibale dall'Italia, per affrontare la minaccia nel proprio territorio. Il Barcide toccò il suolo africano, dopo 33 anni, non a Cartagine ma ad Adrumeto (Susa), 80 km più a sud nella Byzacena, dove la sua famiglia aveva dei possedimenti. Era il 203 a.C. e subito, appena sbarcato con i suoi 15.000 veterani, si diede a risistemare l'esercito, ricevendo reclute da Cartagine e i mercenari di Gisgone e Magone, per prepararsi a combattere la più difficile delle sue battaglie. I Punici, ora sicuri della vittoria, rifiutarono un trattato di pace offerto da Scipione, il quale immediatamente si diede a devastare i territori dell'interno della Tunisia, mentre richiamava Massinissa e la sua cavalleria, impegnati a pacificare alcune zone del regno numida in rivolta. Annibale, sollecitato ad agire dai suoi concittadini e per evitare che i due si incontrassero marciò a tappe forzate verso l'interno senza però riuscire nel suo intento. Dopo aver cercato ancora una soluzione pacifica perché conscio dei limiti dei suoi uomini, fu costretto a combattere.

[modifica] Luoghi della battaglia

Il luogo della battaglia di Zama non è certo, è stata di recente collocata a Naraggara (per es. da De Sanctis) o a Margaron (da Veith); ma ciò significa solo sostituire un'incertezza a un'altra. Si riporta un testo tratto da "Storia del mondo Romano, vol 1." di Howard. H. Scullard:

"Nell'Africa settentrionale vi erano probabilmente due città chiamate Zama (una terza a Sidi Abd el Djedidi, a nord-ovest di Kairouan, non era forse chiamata Zama). Zama Regia era con ogni probabilità Seba Biar, ma questo insediamento può essere scomparso e la Zama dell'impero romano può essersi trovata nell'odierna Jama: vedi Scullard, Scipio (1970), pag. 271 segg. Una volta determinati approssimativamente i paraggi di Zama, i luoghi esatti sono meno importanti per le operazioni militari, dal momento che a Zama c'era evidentemente solo l'accampamento di Annibale, prima della sua avanzata finale a ovest verso il campo di battaglia. Dal canto suo, Scipione si accampò a Naraggara (Livio; Polibio indica Margaron, che è altrimenti sconosciuta), ma è impossibile individuare in quella zona un campo di battaglia adatto. Il luogo più probabile è quello proposto da Veith (Atlas, col. 40, Schlachtfelder, IV, p. 626 segg.) nella pianura di Draa-el-Metnam, a circa tredici chilometri da El Kef, pressappoco a metà strada tra Naraggara e Zama (Seba Biar). Un sopralluogo ha corroborato in chi scrive la convinzione della plausibilità di questa collocazione, su basi geografiche oltre che letterarie. La maggior parte della letteratura sulla questione è vagliata criticamente da Veith, Schlachtfelder, III, pag. 599 segg. e IV, p. 626 segg., sebbene egli stranamente trascuri la valida versione data da De Sanctis, SR, III, 2, pp. 549 segg., 588 segg., che apparve prima che egli pubblicasse il suo quarto volume. Per la discussione di un'altra collocazione, proposta da F. H. Russell ("Archeology", 1970, p. 122 segg.), vedi Scullard in Polis and Imperium, Stud. in Hon. of E. T. Salmon (a cura di J. A. S. Evans, 1974), p. 225 segg. (dove ho corretto il nome della collina su cui Scipione si accampò da Koudiat el Behaima a Koudiat Sidi Slima).

[modifica] Forze in Campo

[modifica] Romani

Guidati da Publio Cornelio Scipione l'Africano

  • Fanteria: 23.000 Romani e Italici (citati da Appiano), 6.000 Numidi (Liv., XXX, 29, 4; Pol., XV, 5, 12) e probabilmente 900 berberi (De Sanctis).
  • Cavalleria: 1.500 Romani e Italici (citati da Appiano), 4.000 Numidi (Liv., XXX, 29, 4; Pol., XV, 5, 12), 600 Berberi (citati da Appiano).

[modifica] Cartaginesi

Guidati da Annibale Barca

  • Fanteria: 12.000 mercenari tra Liguri, Celti, Baleari e Mauri (Pol., XV, 11, 1), 10.000 Libi e Cartaginesi, 15.000 veterani della campagna d'Italia e probabilmente anche 4.000 macedoni (Liv., XXX, 26, 3).
  • Cavalleria: 2.000 Cartaginesi, 2.000 Numidi.
  • Elefanti: 80 (Liv., XXX, 33, 4) o un numero leggermente maggiore (Pol., XV, 11, 1).

[modifica] Schieramento

[modifica] Romani

  • Centro = Le legioni, in prima linea gli astati, dopo di questi i principi e infine i triari. Sia Livio che Polibio mettono però in evidenza in fatto che i manipoli non fossero schierati a scacchiera, come era solito fare ai romani, ma che ogni manipolo di principi e triari fosse allineato perfettamente al corrispondente degli astati sul fronte dell'esercito, per permettere il passaggio degli elefanti senza troppi danni negli ampi spazi così liberati. Per evitare che il fronte così sistemato si presentasse debole tra un manipolo e l'altro di astati furono sistemati i veliti, col preciso ordine di iniziare la battaglia e di ritirarsi dietro l'esercito lasciando liberi i corridoi verticali.
  • Ala Sinistra = Cavalleria italica guidata da Gaio Lelio (Pol., XV, 9, 8; Liv., 30, 33) e probabilmente anche i cavalieri berberi di Damacas.
  • Ala Destra = Cavalleria e fanteria numidica guidata da Massinissa (Pol., XV, 9, 8; Liv., 30, 33).

[modifica] Cartaginesi

  • Centro = Davanti a tutti si trovavano gli 80 o più elefanti, dietro questi la prima linea di fanteria formata dai mercenari, in seconda linea si trovavano i libi e i cartaginesi, stando a Livio (XXX: 26, 3; 33, 5; 42, 4-5) anche forze inviate dalla Macedonia in aiuto dei punici guidate da Soprato, infine in terza linea distanziati di uno stadio (Pol., XV, 11, 2), circa 200 metri, i veterani della campagna italica di Annibale.
  • Ala Sinistra = Cavalleria numidica
  • Ala Destra = Cavalleria cartaginese

[modifica] Combattimento

La battaglia di Zama - Cornelis Cort, 1567
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La battaglia di Zama - Cornelis Cort, 1567

Annibale lanciò la carica degli elefanti ma ormai i romani avevano imparato come trattare quelle enormi bestie; con trombe acute e alte grida spaventarono i bestioni che, imbizzarriti, si volsero contro la cavalleria numidica dell'ala sinistra cartaginese. Massinissa che era posto di fronte a questa con i suoi cavalieri, approfittò della disorganizzazione per sbaragliare totalmente gli avversari diretti.

Qualche elefante che non si era spaventato si avventò contro la fanteria romana. I manipoli degli hastati romani, utilizzando lo spazio libero, semplicemente si fecero da parte lasciando passare i bestioni lasciandoli alla mercé di princeps e velites che colpendoli di fianco e davanti li costrinsero alla fuga. Questi elefanti si avventarono contro l'altra ala della cavalleria cartaginese.

Annibale Barca
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Annibale Barca

Anche qui, Lelio, al comando della cavalleria italica approfittò dell'occasione per chiudere la partita con i diretti avversari.

Tutta la cavalleria di Annibale fuggì inseguita da Massinissa e Lelio. Premeditazione? In effetti potrebbe essere. La cavalleria di Annibale, che aspettava -invano- rinforzi da Vermina, non era forte come quella romana ed è possibile che il condottiero l'avesse utilizzata come specchietto per allodole, per fare credere a una parziale vittoria e allontanare la cavalleria romana. Annibale aveva inventato qualcosa di simile a Canne dove aveva utilizzato i fanti più deboli al centro della schieramento per farli arretrare e simulare difficoltà. Sta di fatto che sul campo si arrivò infine allo scontro fra le fanterie.

Le prime file di Annibale non reggevano (o sembravano non reggere) a lungo allo sforzo e arretrarono fra le seconde file. Forse una mossa tattica; Annibale potrebbe aver studiato il racconto dei reduci della battaglia ai Campi Magni e aver capito che le legioni di Scipione non manovravano più come quelle vinte a Canne. D'altra parte Scipione, abbia o non abbia direttamente partecipato a quella terribile battaglia, se ne era comunque fatto raccontare le fasi dai reduci, come loro stessi le avevano vissute. Aveva studiato la strategia e la tattica dell'avversario.

Publio Cornelio Scipione Africano
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Publio Cornelio Scipione Africano

Comunque sia gli hastati di Scipione erano stanchi e le seconde file cartaginesi rinforzavano la difesa. Scipione tentò di ripetere la manovra dei Campi Magni e muove le sue file di princeps e triarii sui fianchi per accerchiare le forze di Annibale. La manovra fallì parzialmente perché i veterani che Annibale teneva di riserva nella terza linea, lontana dalle prime, non potevano essere circondati. Scipione fu costretto a far tornare indietro le seconde file per reggere l'urto dei cartaginesi e non aveva più massa di manovra.

La situazione stava diventando critica per Scipione ma Annibale aveva davanti a sé le legioni di Canne. Quegli uomini sconfitti dai nemici ed esecreati dai loro stessi concittadini avevano, alla fine, una seconda possibilità e da quella speranza, da quella rabbia, trassero la forza di resistere alle forze puniche che li sovrastavano.
Definitivamente dispersa la cavalleria avversaria o disperatamente chiamati indietro da Scipione, alla fine tornarono Lelio e Massinissa con i loro cavalieri. Si avventarono alle spalle delle forze cartaginesi e le annientarono.
Quella che forse stava per diventare un'altra sconfitta per Roma diventò la disfatta finale di Annibale e di Cartagine.

[modifica] Bibliografia

  • Fonti Antiche
    • Polibio - Storie
    • Livio - Storia di Roma dalla sua fondazione
  • Lavori Moderni
    • H. H. Scullard - Storia del mondo romano, vol. 1
    • G. Brizzi - Il guerriero, l'oplita, il legionario
    • B. L. Hart - Scipione Africano
    • G. De Sanctis - Storia dei Romani III
    • Y. Le Bohec - Histoire militaire des guerres puniques

[modifica] Voci correlate

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