Antico slavo ecclesiastico
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Antico slavo ecclesiastico (словѣньскъ) † | |
---|---|
Regioni:Parlato in: | Russia, Ucraina, Bielorussia, Bulgaria, Romania, Moldavia, Macedonia, Serbia e Croazia |
Periodo: | dal IX secolo ai tempi moderni |
Classifica: | non in top 100 |
Filogenesi: |
Lingue indoeuropee |
Statuto ufficiale | |
Codici di classificazione | |
ISO 639-1 | cu |
ISO 639-2 | chu |
SIL | chu (EN) |
Lingua - Elenco delle lingue - Linguistica | |
L'Antico slavo ecclesiastico (chiamato anche Antico bulgaro o erroneamente Antico slavo) è la prima lingua slava letteraria, sviluppata dal dialetto slavo di Solun (Salonicco) nel IX secolo da due missionari bizantini, i santi Cirillo e Metodio. I due usarono la lingua per tradurre la Bibbia e altri testi dalla lingua greca e per i propri scritti. IL'Antico Slavo Ecclesiastico giocò un ruolo basilare nella storia delle lingue slave e si evolse nella moderna lingua slava ecclesiastica, che viene usata ancora oggi come lingua di liturgia da alcune chiese ortodosse e greche cattoliche nell'Europa orientale.
Indice |
[modifica] Storia
La lingua venne standardizzata per la missione dei due "apostoli degli Slavi", i fratelli Cirillo e Metodio, nella Grande Moravia nell'863 (vedi Alfabeto glagolitico per maggiori dettagli). I due fratelli codificarono l'Antico slavo ecclesiastico dal dialetto slavo meridionale parlato nelle vicinanze della loro città, Solun (Salonicco), nell'Impero bizantino.
Come parte della preparazione alla missione, i due crearono l'alfabeto glagolitico nell'862/863, e tradussero le più importanti preghiere e libri liturgici, incluso l'Apraktos Evangeliar (un Evangeliar contente i giorni festivi e letture domenicali), lo Psalter, e gli Atti degli Apostoli (i vangeli vennero tradotti in precedenza ma non è chiaro se sia stata opera dei due missionari). La lingua e l'alfabeto vennero insegnati all'Accademia della Grande Moravia (Veľkomoravské učilište) e usati per i documenti governativi e religiosi e per i libri tra l'863 e l'885. I testi scritti durante questa fase contengono caratteristiche dei dialetti slavi moravi.
Studenti dei due apostoli, che vennero espulsi dalla Grande Moravia nell'886, portarono l'alfabeto glagolitico e l'antico slavo ecclesiastico nell'Impero bulgaro. Venne insegnato in due accademie bulgare, a Preslav (capitale dall'893 al 972) e ad Ohrid (capitale dal 976 al 1015). L'alfabeto cirillico venne sviluppato poco dopo nell'accademia di Preslav e rimpiazzò quello glagolitico. I testi scritti durante questa fase contengono caratteristiche dei dialetti bulgari. Ci sono inoltre alcune differenze linguistiche tra i testi scritti nelle due accademie.
In seguito la lingua, nella sua recensione bulgara, si diffuse negli altri territori slavi, meridionali e orientali, soprattutto in Serbia, Croazia, Boemia, Polonia orientale e nei principati russi. I testi scritti in ogni paese contengono caratteristiche proprie dei dialetti slavi locali.
Più tardi, redazioni locale dell'antico slavo ecclesiastico vennero create per usi ecclesiastici ed amministrativi, e sono conosciuti collettivamente come Slavo ecclesiastico (in bulgaro: църковнославянски език, cərkovnoslavjanski ezik; in russo: церковнославя́нский язы́к, cerkovnoslavjánskij jazýk), ma questi termini vengono spesso confusi. Lo slavo ecclesastico mantenne uno status di prestigio particolarmente in Russia, per molti secoli; tra le popolazioni slave orientali aveva uno status analogo a quello del latino nell'Europa occidentale, ma aveva il vantaggio di essere sostanzialmente poco divergente dalle lingue vernacolari di ogni parocchia. Alcune chiese ortodosse, come la Chiesa ortodossa russa, la Chiesa ortodossa bulgara e la Chiesa ortodossa serba, così come molte chiese di rito greco cattolico, usano ancora oggi lo slavo ecclesiastico nei loro servizi e canti.
[modifica] Scrittura
Per approfondire, vedi le voci Alfabeto glagolitico e Alfabeto cirillico arcaico. |
Inizialmente l'Antico Slavo Ecclesiastico veniva scritto con l'Alfabeto glagolitico, ma venne più tardi rimpiazzato dall'Alfabeto cirillico arcaico. Solo in Croazia la variante locale dell'Alfabeto glagolitico è stata preservata.
[modifica] Basi ed influenze locali
L'Antico slavo ecclesiastico è caratterizzato da una quantità di manoscritti relativamente ristretta, scritta per la maggior parte nel tardo X e nel primo XI secolo. La lingua ha una base slava meridionale con un aggiunta di caratteri slavi occidentali acquisiti durante la missione dei Santi Cirillo e Metodio nella Grande Moravia (863 - 885). I soli manoscritti ben preservati delle recensioni morave, i Folia di Kiev sono caratterizzati dal rimpiazzamento di alcune caratteristiche fonetiche e lessicali slave meridionali con altre slave occidentali. I manoscritti del regno bulgaro medievale hanno, d'altra parte minori caratteristiche slave occidentali.
L'Antico Slavo Ecclesiastico è importante per i linguisti storici perché preserva caratteristiche arcaiche, che si crede fossero una volta comuni a tutte le lingue slave:
- suoni nasali delle vocali o ed e
- uso delle vocali corte ь e ъ per le proto-indo-europee i ed u corte
- articolazione aperta della vocale jat'
- [ň] e [ľ] per i protoslavi [nj], [nl]
- sistema di declinazione proto-slavo basato sulle radici delle desinenze (ovvero radice in o, radice in jo, radice in a e radice in ja)
- i tempi aoristi, l'imperfetto, paradigmi proto-slavi per i partici venivano ancora usati.
La natura slava meridionale della lingua è evidente dalle seguenti variazioni:
- fonetiche:
- uso di [ra-], [la-] al posto dei proto-slavi [or̃-], [ol̃-]
- uso di [s] al posto del proto-slavo [ch] prima del proto-slavo åi
- uso di [cv-], [dzv-] al posto dei proto-slavi [kv’-], [gv’-]
- morfosintattiche:
- uso del caso dativo possessivo con i pronomi personali e sostantivi: рѫка ти; отъпоуштенье грѣхомъ; costruzione del tempo futuro descrittivo usando il verbo хотѣти; uso della forma comparativa мьнии (più piccolo) per indicare "più giovane".
- uso dei pronomi dimostrativi suffisso (тъ, та, то). In bulgaro e macedone questi si sono sviluppati in articoli definiti suffisso.
Alcune caratteristiche fonetiche dell'Antico slavo ecclesiastico sono tipiche solo del bulgaro:
- articolazione molto aperta della vocale jat (Ѣ); originariamente molto ben preservata nei dialetti bulgari dei monti Rodopi;
- Riflessione proto-slava di *tj ([t']) e *dj ([d']):
Proto-Slavo | A.s.e. | Bulgaro | Ceco | Macedone | Polacco | Russo | Slovacco | Sloveno | Serbo |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
*dj | žd /ʒd/ | žd /ʒd/ | z /z/ | gj /gʲ/ | dz /ʣ/ | ž /ʒ/ | dz /ʣ/ | j /j/ | dž /ʤ/ |
*tj | št /ʃt/ | št /ʃt/ | ts /ʦ/ | kj /kʲ/ | ts /ʦ/ | č /ʧ/ | ts /ʦ/ | č /ʧ/ | č /ʧ/ |
*gt/kt | št /ʃt/ | št /ʃt/ | ts /ʦ/ | kj /kʲ/ | ts /ʦ/ | č /ʧ/ | ts /ʦ/ | č /ʧ/ | č /ʧ/ |
[modifica] Recensioni bulgare
Molti centri letterari operavano nell'Impero bulgaro, centrati intori le due accademie principali a Ohrid e Preslav. Ciò portò all'apparizione di molte recensioni bulgare nel periodo dal IX all'XI secolo. Così:
- sia l'alfabeto glagolitico sia il cirillico vennero usati contemporaneamente
- in qualche documento le originali vocali corte [ъ] e [ь] si fusero e solo una delle lettere venne usata per rappresentare entrambe
- nelle recensioni bulgare occidentali [ъ] venne sostituita qualche volta con [o]
- nelle recensioni bulgare orientali le originali (rь, lь) vennero qualche volta scambiate con le discendenti ьr, ьl o veniva usata una combinazione di entrambe
- le originali [ы] e [ъi] si fusero nell'unica [ы]
- a volte l'uso della lettera 'Ѕ' (dz) viene unificato con quello della lettera 'З' (z)
- le forme verbali naricają, naricaješi vennero sostituite o alternate con naričą, naričeši
- uso di parole con origini proto-bulgare (ovvero dalla famiglia delle lingue altaiche)come кумиръ, капище, чрьтогъ, блъванъ, ecc.
[modifica] Recensioni morave
Mentre nei Frammenti di Praga la sola influenza morava è il rimpiazzamento di [št] con [c] e di [žd] con [z], la recensione evidenziata dai Folia di Kiev è caratterizzata dalle seguenti caratteristiche:
- la confusione tra le lettere Grande Jus (Ѫ) e Uk (ѹ) accade una volta nei Folia di Kiev, quando la forma attesa въсѹдъ viene scritta въсѫдъ
- uso di [c] per il proto-slavo *tj, uso di [dz] per il proto-slavo *dj, uso di šč per il proto slavo *skj
- uso delle parole mьša, cirky, papežь, prěfacija, klepati, piskati etc.
- si preserva l'uso del gruppo dl (e.g. modlitvami)
- uso della desinenza -ъmь invece di –omь al caso strumentale maschile soggetto, uso del pronome čьso
[modifica] Tarde recensioni (Slavo ecclesiastico)
Gli usi tardi della lingua in un buon numero di stati slavi medievali comportò l'aggiustamento dell'Antico slavo ecclesiastico ai vernacoli locali, nonostante una buona parte delle caratteristiche slave meridionali, morave e bulgare venne conservata. Alcune delle recesioni più tarde della lingua (chiamata Slavo ecclesiastico) sono croate, serbe e russe.
[modifica] Recensioni croate
Le recesioni croate dell'Antico slavo ecclesiastico sono tra le più recenti conosciute al giorno d'oggi. Veniva usato solo l'alfabeto glagolitico. I suoni nasali [ą]/[ę] erano stati sostituiti con [o]/[u] e i protoslavi *tj e *dj si erano fusi insieme.
[modifica] Recensioni russe
Le recensioni russe si svilupparono dopo il X secolo sulla base delle prime recensioni bulgare dalle quali differivano leggermente. Le caratteristiche principali sono:
- sostituzione del suono nasale [ą] con [u]
- fusione delle lettere [ě] e [ja]
[modifica] Recensioni serbe
Le recensioni serbe vennero scritte con l'alfabeto glagolitico all'inizio, poi passarono all'alfabeto cirillico. Apparvero nel XII secolo sulla base delle recesioni bulgare orientali:
- le vocali nasali [ą] e [ę] vennero rimpiazzate da [u] e [е]
- uso dei segni diacritici dalle recensioni di Resava
- uso delle lettere [i], [y], [ě] per il suono 'i' nelle recensioni bosniache
[modifica] Autori
La storia dell'antico slavo ecclesiastico scritto include una tradizione settentrionale iniziata dalla missione nell Grande Moravia, inclusa una breve missione nel Principato di Balaton, e una tradizione bulgara, iniziata da alcuni missionari che si stanziarono in Bulgaria dopo l'espulsione dalla Grande Moravia.
I primi scritti dell'antico slavo ecclesiastico, traduzioni di testi biblici, vennero prodotti dai missionari bizantini San Cirillo e San Metodio, soprattutto durante la missione nella Grande Moravia.
I più importanti autori della lingua dopo la morte dei due creatori e la dissoluzione dell'Accademia della Grande Moravia erano Clemente di Ohrid, Costantino di Preslav e Chernorizetz Hrabar, i quali lavorarono tutti nella Bulgaria medievale alla fine del IX secolo e all'inizio del X secolo.
[modifica] Nomenclatura
Il nome originale della lingua in Antico Slavo Ecclesiastico era semplicemente "Slavo" (словѣньскъ), così come i nomi slavi moderni della lingua sono derivati dalle parole vecchie e nuove per "Slavi". La pronuncia della vecchia parole per "slavi" doveva essere approssimativamente slovéne al tempo.
La lingua viene chiamata a volte "Slavo antico" ma è un termine da evitare perché può essere confuso con la lingua proto-slava alla base di tutte le lingue slave.
Il nominativo Antico Bulgaro (in tedesco Altbulgarisch) venne introdotto nel XIX secolo da linguisti autorevoli come August Schleicher, Martin Hattala e Leopold Geitler che fecero notare che le caratteristiche linguistiche delle prime opere letterarie balcaniche erano le stesse del bulgaro. Per ragioni simile il linguista russo Aleksandr Vostokov usò il termine slavo-bulgaro. Questa denominazione è considerata oggi scorretta, perché implicherebbe che l'antico slavo ecclesiastico sia stato l'avo della sola lingua bulgara, e che tutti i manoscritti avrebbero una connessione col bulgaro.
Il termine oggi accettato è Antico slavo ecclesiastico anche se Antico bulgaro può essere trovato in varie fonti ed è l'unico nominativo usato dai linguisti bulgari.
[modifica] Nomenclatura moderna
Qui ci sono alcuni nomi con cui viene indicato l'Antico Slavo Ecclesiastico nelle lingue slave:
- Bulgaro старобългарски (starobălgarski), letteralmente "Antico Bulgaro"
- Ceco: staroslověnština
- Croato: starocrkveni slavenski
- Macedone: старословенски (staroslovenski)
- Polacco: staro-cerkiewno-słowiański
- Russo: старославянский язык (staroslavjánskij jazýk); древнеболгарский (drevnebolgarskij)
- Serbo: старословенски (staroslovenski)
- Slovacco: staroslovienčina
- Sloveno: starocerkvenoslovanščina
- Ucraino: старословянська мова (staroslovjans′ka mova)
[modifica] Collegamenti esterni
- (EN) Antico Slavo Ecclesiastico Online Università del Texas, Austin
[modifica] Padre nostro
Ѡьчє нашь ижє ѥси на нєбєсьхъ
Да свѧтитъ сѧ имѧ твоѥ
Да прiидєтъ цѣсарьствиѥ твоѥ
Да бѫдєтъ волia твоia iaко на нєбєси и на зємли
Хлѣбъ нашъ насѫщьныи даждь намъ дьньсь
И остави намъ дльгы нашѧ
iaко и мы оставлiаѥмъ дльжьникомъ нашимъ
И нє въвєди насъ въ напасть
Но избави ны ѡъ нєприiaзни
Trascrizione
Otĭče našĭ iže jesi na nebesĭkhŭ
Da svętitŭ sę imę tvoje
Da priidetŭ cĕsarĭstvije tvoje
Da bǫdetŭ volja tvoja jako na nebesi i na zemli
Khlĕbŭ našĭ nastojęštajego dĭne daždĭ namŭ dĭnĭ sĭ
I otŭpusti namŭ dlĭgy naše
Jako i my otŭpuštajemŭ dlĭžĭnikomŭ našimŭ
I ne vŭvedi nasŭ vŭ napastĭ
No izbavi nu otŭ neprijazni
Lingue slave occidentali: Casciubo · Ceco · Lingue lusaziane · Polabo · Polacco · Slovacco · Slovinzio |