Anita O'Day
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Anita O'Day (Anita Belle Colton O'Day) (Chicago, 8 ottobre 1919-Los Angeles, 23 novembre 2006) fu una cantante jazz statunitense.
Nata a Chicago e di origini irlandesi, la O'Day era ammirata per il suo senso del ritmo e della dinamica: le sue prime apparizioni nei primi anni 40, con l'orchestra di Gene Krupa - con cui raggiunse il suo primo successo, "Let Me Off Uptown" - dissiparono l'immagine tradizionale e aggraziata di "ragazza che canta".
Dopo un'esperienza con l'orchestra Stan Kenton, Anita passò alla carriera solista. La O'Day amava impersonare un personaggio di musicista "hip", apparendo in scena in giacca e gonna e rifiutando i tradizionali abiti da sera. Tra le cantanti che l'avevano più influenzata, ella citava Martha Raye, ma aveva una grande ammirazione anche per Mildred Bailey, Ella Fitzgerald, e Billie Holiday. Una delle poche (forse l'unica) cantante bianca a poter rivaleggiare da pari a pari con le sue contemporanee Ella Fitzgerald e Sarah Vaughan e registrando per l'etichetta Verve Records, la O'Day si fece apprezzare tanto nelle ballad, quanto nei brani veloci in cui sfoderava un inconfondibile fraseggio scat.
Dopo aver superato sia l'alcoolismo, sia la dipendenza dall'eroina - che, assieme ad un carattere difficile e imprevedibile le avevano guadagnato il soprannome di "Jezebel del jazz", e l'avevano quasi uccisa nel corso degli anni '60 - Anita O'Day era rimasta attiva fino a tarda età. Il suo ultimo disco "Indestructible!" (e il primo dopo 13 anni di assenza dagli studi) uscì nel 2006.
Anita O'Day si è spenta a 87 anni, il 23 Novembre del 2006 in un ospedale di Los Angeles, per gli strascichi di una polmonite.
[modifica] Biografia
Fuggita di casa a 12 anni, Anita inziò la sua carriera due anni dopo, nel 1934, girando per il Midwest come concorrente nelle maratone di danza e guadagnando mance cantando "The Lady in Red". Nel 1936, la O'Day lasciò le maratone e, nonostante avesse accidentantalmente perduto l'ugola durante una tonsillectomia e fosse perciò incapace di produrre l'effetto detto vibrato, decise di diventare una cantante professionista. Iniziò cantando nel coro dei locali del centro di Chicago (locali quali il "Celebrity Club" e il "Vanity Fair") e proseguì come cantante e cameriera al "Ball of Fire", il "Vialago", e il "Planet Mars". Al Vialago incontrò il batterista Don Carter, che le insegnò la teoria musicale e che sarebbe divenuto suo marito nel 1937. Il suo primo colpo di fortuna arrivò quando Carl Cons, l'editore di Down Beat, la assunse per il suo nuovo club al 222 di State Street, l'Off-Beat, che divenne rapidamente un frequentato locale per musicisti. Fu mentre cantava all' Off Beat che Anita incontrò Gene Krupa, che le promise un'audizione quando la cantante Irene Daye avrebbe lasciato la sua orchestra.
Nel settembre del 1939, Anita fece un'audizione con Benny Goodman che era al Chicago Theater per il programma radiofonico Camel Caravan e aveva bisogno di un rimpiazzo per Louise Tobin. Anita non fu assunta per aver improvvisato la melodia; Goodman finì poi per assumere Helen Forrest. Un'audizione con l'orchestra di Raymond Scott ebbe più successo, ma Anita venne licenziata dopo tre soli giorni, per aver dimenticato le parole della canzone che stava cantando e aver quindi rimediato col fraseggio scat (in pratica inventando le parole).
All'inizio del 1941, Krupa la chiamò e Anita inizò a lavorare con la sua orchestra: in due anni incise 34 canzoni, tra cui il duetto con Roy Eldridge "Let Me Off Uptown", che divenne il suo primo successo. Down Beat scrisse che Anita era la "Nuova Stella dell'Anno", e nel 1942 ella apparve in due brevi film musicali (allora detti soundies) in cui cantava "Thanks for the Boogie Ride" e "Let Me Off Uptown". Quell'anno entrò nella classifica dei cantanti orchestrali di Down Beat al quarto posto: Helen O'Connell fu prima, Helen Forrest seconda, Billie Holiday terza, e Dinah Shore quinta. Inoltre Anita si risposò, con il golfista e appassionato di jazz Carl Hoff.
«Il tempo che passai con Stan (Kenton) mi permise di coltivare il mio innato senso della struttura armonica»
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(Anita O'Day)
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L'anno successivo l'orchestra di Krupa si sciolse, perché il leader fu arrestato per possesso di marijuana. O'Day fu allora scritturata per un mese da Woody Herman, ai teatri Palladium e Orpheum a Hollywood, terminando poi l'anno come solista. Nonostante i suoi dubbi sulla omatibilità dei rispettivi stili musicali, Anita finì per accettare una scrittura da Stan Kenton, con cui rimase 11 maesi, a partire dall'aprile del 1944, registrando 21 pezzi e apparendo in un documentario della Universal Pictures dal titolo Artistry in Rhythm (1944). La canzone "And Her Tears Flowed Like Wine" vendette moltissimo e svelò Kenton al grande pubblico. Con Kenton, O'day fece anche un soundie, dove cantò "I'm Going Mad for a Pad" and "Tabby the Cat". Nel 1945 tornò con l'orchestra di Krupa, con cui rimase quasi un anno incidendo dieci pezzi, in due dei quali ("That Feeling in the Moonlight" and "Harriet"), Anita canta assieme a Buddy Stewart un promettente cantante bebop la cui carriera fu stroncata nel 1950 da un incidente (fu investito mentre prestava soccorso a un automobilista). Nel 1946, Anita lasciò Krupa e ricominciò a proporsi come solista.
Anita registrò poco nella seconda parte degli anni '40, non più di 24 pezzi per piccole case discografiche, cercando un equilibrio tra la ricerca del successo e la sua identità di cantante jazz - tra i brani migliori si possono ricordare "Hi Ho Trailus Boot Whip", "Key Largo", "How High the Moon", e "Malaguena". Nel 1947 iniziarono i problemi di droga: Anita e il marito furono arrestati e incarcerati per 90 giorni per essere stati trovati in posseso di marijuana. Nel 1948, la O'Day aprì con Count Basie al Royal Roost di New York con grande successo.
Il suo posto nella storia del jazz arrivò quando fu messa sotto contratto dalla Verve Records, con cui avrebbe registrato, tra il 1953 e il 1962, i diciassette album che la resero famosa. Nel primo, Anita O'Day Sings Jazz (riedito col titolo The Lady Is a Tramp) fu registrato nel 1953 e fu anche il primo album della Verve in assoluto: fu un grande successo di critica. Nel 1952, Anita fu processata e assolta per un nuovo possesso di marijuana, e per possesso di eroina nel 1953: per il secondo reato dovette scontare sei mesi di prigione. Subito dopo il suo rilascio, registrò il suo secondo album, Songs by Anita O'Day (riedito come An Evening with Anita O'Day). Avrebbe continuato a registrare pr tutti gli anni 1950, con piccoli gruppi e grandi orchestre. Dal vivo, si presentava con un trio il cui batterista, John Poole la accompagnoò per quarant'anni.
Anita apparve in concerti dal vivo con Louis Armstrong, Oscar Peterson, Dinah Washington, George Shearing, Cal Tjader, e Thelonious Monk; inoltre apparve nel documentario sul festival di Newport del 1958, dal titolo Jazz on a Summer's Day e l'anno dopo, in un cammeo per il film The Gene Krupa Story, dove canta "Memories of You". Nel 1959 fu in tourneè con Benny Goodman, ma il viaggio non andò bene: secondo quanto O'Day dice nella sua autobiografia, Goodman prima tentò di diminuire l'entusiasmo del pubblico per lei mettendola in ombra e quando questo fallì ridusse i suoi numeri a due per l'intero spettacolo. Anita tornò a fare la solista, registrando poco, dopo la scadenza del suo contratto con la Verve nel 1962. Quando, nel 1968, fu quasi uccisa da un'overdose di eroina molti pensarono che la usa carriera fosse finita.
Anita invece si disintossicò e tornò sulle scene al festival jazz di Berlino, nel 1970. Tornò sullo schermo nei film Zig Zag (1970) e The Outfit (1974). Riprese anche a registrare, in studio e dal vivo, anche per la sua etichetta Emily Records. Nel 1981, Anita pubblicò la sua autobiografia High Times, Hard Times, dove parla con franchezza dei suoi problemi di droga.
Nel 2005, comparve sull'antologia Verve Remixed 3 con un remix della sua versione di "Sing, Sing, Sing" e nel 2006 pubblicò il suo primo album dopo 13 anni, dall'appropriato titolo Indestructible!. Nel frattempo girava il documentario dal ttolo Anita O'Day: The Life of A Jazz Singer diretto da Robbie Cavolina e Ian McCrudden e la cui data di pubblicazione è fissata per l'inizio del 2007.
Anita O'Day morì nel sonno la notte del Giorno del Ringraziamento, il 23 novembre 2006, in un ospedale di West Hollywood, California. Era convalescente da una polmonite e due giorni prima aveva chiesto di essere dimessa.
[modifica] Collegamenti esterni
- Il sito di Anita O'Day
- Profilo sul sito della Verve
- Biografia su Jazz Profiles
- Anita O'Day su Internet Movie Database