Wusun
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I Wusun (烏孫) furono un'antica popolazione europoide dell'Asia Centrale e della Cina occidentale, nemica degli Yueh-chi e degli Unni Hsiung-nu di cui subì la signoria per molti secoli. Nelle cronache cinesi, per quanto è noto, cessano di essere registrati dal IV secolo DC, dopo che i resti dei Wusun, che ormai erano un popolo poco numeroso, fuggirono nella catena montuosa del Tien-Shan e quindi probabilmente entrarono a far parte della composizione etnica dei Tagichi. In Kazakhstan, esiste tuttora un clan che porta il nome Usun.
Non si conoscono con sicurezza l'appartenenza etnica e la lingua, ma è stato proposto che fossero di ceppo iranico, probabilmente affini agli Alani. Infatti vengono descritti dai cinesi come individui assai pelosi di alta statura, con gli occhi azzurri ed i capelli biondi, il che è compatibile con la descrizione che storici d'Occidente lasciarono degli Alani. Non si può non ricordare una nota ironica lasciataci da un commentatore del VII secolo, Yan Shigu, che a causa della peluria diffusa e della barba attribuiva ai Wusun la fisionomia scimmiesca di un macaco.
Inoltre è stato proposto che il nome Wusun possa essere accostato agli etnonimi Iazi, Asi, Oss(et)i con cui gli Alani si definivano.
È stato anche proposto che i Wusun siano Proto-Turchi dell'Asia centrale, a causa del fatto che essi consideravano il Lupo animale totemico (come i Proto-Turchi), ma questa osservazione non pare essere decisiva poiché il lupo ha un importante ruolo anche in culture indoeuropee (come nel caso della leggenda di Romolo e Remo per gli antichi romani).
D'altro canto è senz'altro possibile che un ramo dei Wusun abbia originato i Peceneghi, che in origine si chiamavano Vusenegh.
Da fonti cinesi, si sa che nella lingua Wusun la parola Gun-mo (gummo, kunmo secondo le traslitterazioni) significava re.
[modifica] Pei-ch'ou ko, canto di un triste autunno
È nota una poesia scritta dalla principessa cinese Shsi-chun andata in sposa, per ragioni di stato e decisione dell'imperatore Wudi della dinastia Han, ad un re dei barbari Wusun. Il marito pare fosse una brava persona, ma rozzo e vecchio imponeva alla giovinetta i suoi usi barbarici. I due sposi non parlavano mai poiché ignoravano le reciproche lingue materne, né la giovane e orgogliosa principessa si era rassegnata ad imparare quella del popolo ospite. Questo lamento fu scritto nel 110 a.C. (dinastia Han).
Canto di un triste autunno |
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I miei m'hanno maritato |
m'hanno inviato in un paese straniero |
presso il Re Wusun. |
Una tenda è la mia casa |
di feltro sono i muri, |
per nutrimento, carne cruda, |
per bevanda, latte di giumenta. |
Non cesso di sognare la mia patria |
e occupa il mio cuore la tristezza |
Non sono io una cicogna gialla |
che possa volare in braccio al mio paese |
con un solo battito d'ali |
[modifica] Bibliografia
- Gumilev, Lev N. Gli Unni. Un impero di nomadi antagonista della Cina, Einaudi 1972 (orig. Khunnu, 1960)
- S.Giovacchini La Cina dai Chou agli Han occidentali, Editrice G.D'Anna