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Luigi Meroni - Wikipedia

Luigi Meroni

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

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Luigi Meroni, detto Gigi (Como, 24 febbraio 1943 - Torino, 15 ottobre 1967) è stato un calciatore italiano.

Morì a ventiquattro anni investito da un'auto mentre attraversava un viale del capoluogo piemontese, poco dopo la fine di una partita tra la squadra in cui militava - il Torino Calcio - e la U.C. Sampdoria. Aveva fino ad allora disputato 145 partite in Serie A realizzando ventinove reti.

Ala destra del Como (la squadra della sua città natale), del Genoa e del Torino, Meroni è ricordato per il talento sportivo ma anche per il modo anticonformista di concepire la vita fuori dai campi da gioco; personaggio a tutto tondo, non semplice campione di calcio, diventò ben presto un personaggio nell'Italia che stava cambiando degli Anni Sessanta.

Cresciuto calcisticamente nelle formazioni giovanili del Como, giunto a giocare in prima squadra sia pure nella seconda divisione, Meroni venne ceduto al Genoa, la più antica squadra di calcio italiana, che all'epoca riviveva un momento di rilancio. All'ombra della Lanterna, Meroni ebbe momenti di grande notorietà.

Con la maglia della nazionale azzurra - quando già, nonostante il malcontento della tifoseria rossoblu, era stato ceduto al Torino - partecipò all'infausta spedizione guidata dall'allenatore Edmondo Fabbri ai Mondiali di Inghilterra del 1966, per riprendere con rinnovato entuasiamo la stagione agonistica nelle fila del Torino, fino alla tragica conclusione della sua vita.

Meroni è stato un'ala destra (giocava con il numero 7) di notevole valore tecnico: amante del dribbling stretto, calzettoni sempre abbassati alla Sivori (all'epoca il regolamento lo consentiva), non si sottraeva all'agonismo, pronto ad affrontare con tenacia e vigoria, nonostante la minuta struttura fisica, i più arcigni difensori della Serie A dell'epoca.

Generoso sul campo, abbigliamento stravagante nel tempo libero, fortemente condizionato dal clima culturale beat in auge al principio degli anni Sessanta - ma dotato anche di un talento pittorico che avrebbe potuto farne un artista di fama - Meroni fu tanto estroverso negli atteggiamenti pubblici (un'istantanea lo ritrae mentre passeggia per il corso con una gallina al guinzaglio) quanto riservato nella sua vita privata.

La pressione della stampa fu notevole - e probabilmente al limite del sopportabile per un giovane di poco più di vent'anni che come tanti suoi coetanei amava ascoltare la musica dei Beatles ed il jazz - quando si seppe della sua relazione d'amore con Cristiana, una ragazza che lavorava in un luna park e che - per andare a vivere nella mansarda che il calciatore occupava nel centro di Torino - fuggì letteralmente da un matrimonio (poi reso nullo) che le era stato imposto dalla famiglia.

L'immagine di Meroni, sicuramente forte per l'epoca, la sua vita in concubinato, il rifiuto di assimilarsi agli stilemi proposti dal mondo del calcio di allora gli valsero però non pochi fastidi culminati in alcune mancate convocazioni in nazionale.

Meroni fu molto amato dalle tifoserie delle squadre nelle quali militò. I supporter granata si opposero energicamente ad una sua cessione - in cambio di 500 milioni di lire, cifra notevole per l'epoca - alla società rivale della Juventus. Nell'arco - assai breve - della sua carriera, fece a tempo a diventare un simbolo per gli appassionati di calcio: una icona di quel talento in grado di trasformare una giocata in una pennellata artistica.

La sera del 15 ottobre 1967, dopo l'incontro contro la Sampdoria, Meroni fu convinto dal suo grande amico Poletti, giocatore nella stessa squadra, ad abbandonare il ritiro post-partita della squadra prima del suo termine, mentre attraversava il corso Re Umberto per raggiungere il bar che di solito frequentava venne investito da un'auto e gettato sulla corsia opposta, dove un'altra vettura - guidata (ironia del destino) dal futuro presidente del Torino, Attilio Romero, allora suo semplice tifoso - lo investì per una seconda volta, il compagno di squadra rimase illeso. Ci sono dati controversi sulla sua morte, mentre alcuni affermano che morì sul colpo, altri sostengono che morì poche ore dopo all'ospedale Mauriziano.

Migliaia di persone parteciparono ai suoi funerali.

A Meroni sono stati dedicati vari libri - tra cui quello di Nando Dalla Chiesa, La farfalla granata - e una canzone: "Chi si ricorda di Gigi Meroni?" degli Yo Yo Mundi. A suo nome sono stati intitolati diversi club sportivi e il ricordo di un calciatore che avrebbe potuto dar molto al calcio italiano rimane immutato.

[modifica] Carriera in cifre

  • Como - Serie B
    • stagione 1960-61
    • stagione 1961-62 - 3 gol
  • Genoa - Serie A
    • stagione 1962-63 - 1 gol
    • stagione 1963-64 - 5 gol
  • Torino - Serie A
    • stagione 1964-65 - 5 gol
    • stagione 1965-66 - 7 gol
    • stagione 1966-67 - 9 gol
    • stagione 1967-68 - 1 gol

Nazionale A - Convocazioni: 8 Presenze: 6 Reti: 2 Partecipa al Mondiale 1966

[modifica] Collegamenti esterni


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