Spazio proiettivo
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
In geometria, lo spazio proiettivo è lo spazio ottenuto da uno spazio euclideo (ad esempio, la retta o il piano) aggiungendo i "punti all'infinito". A seconda della dimensione, si parla quindi di retta proiettiva, piano proiettivo, ecc.
Lo spazio proiettivo è stato introdotto nel XVI secolo per modellizzare lo spazio visto dall'occhio umano, negli studi sulla prospettiva. Dal punto di vista geometrico, è uno spazio che presenta numerosi vantaggi rispetto a quello euclideo o affine: nello spazio proiettivo ci sono meno "casi particolari" da considerare (ad esempio, nel piano due rette si intersecano sempre), e molti concetti profondi vengono espressi in modo più sintetico ed elegante.
Indice |
[modifica] Definizioni
[modifica] Punti all'infinito
Sia lo spazio euclideo n-dimensionale. Ad esempio, per n = 2 questo è semplicemente il piano cartesiano. Definiamo un "punto all'infinito" come la direzione indicata da una retta nello spazio. Quindi due rette parallele definiscono lo stesso punto all'infinito.
Lo spazio proiettivo n-dimensionale è l'unione di e di tutti i suoi "punti all'infinito".
A questo punto si possono estendere allo spazio proiettivo molti concetti geometrici usuali. Ne risulterà, ad esempio, che due rette si intersecano sempre: se sono parallele, lo faranno nel punto all'infinito che determinano.
[modifica] Rette passanti per l'origine
Una definizione come quella appena data ha però il difetto di trattare i punti all'infinito come "punti speciali", mentre la filosofia della geometria proiettiva è quella di non distinguere questi punti dagli altri in nessun modo. Per questo motivo si preferisce solitamente usare la definizione seguente.
Lo spazio proiettivo n-dimensionale è definito come l'insieme delle rette in passanti per l'origine.
Intuitivamente, è lo spazio che vede un occhio posizionato nell'origine. Questa definizione descrive chiaramente le relazioni con la prospettiva.
[modifica] Campo arbitrario
Le definizioni appena date possono essere estese al caso in cui lo spazio di partenza sia uno spazio vettoriale su un campo K arbitrario, come ad esempio quello dei numeri reali o complessi. Questa estensione è utile, perché molti teoremi di geometria proiettiva sono più potenti ed eleganti se il campo base è algebricamente chiuso come i complessi.
Lo spazio proiettivo n-dimensionale su K è definito come l'insieme delle rette passanti per l'origine in Kn + 1. Cioè,
dove è la relazione d'equivalenza che identifica due punti se e solo se stanno sulla stessa retta passante per l'origine, cioè se e solo se sono multipli:
- per qualche .
Ad esempio, (1,2 − 3) e ( − 2, − 4,6) sono multipli e danno quindi luogo allo stesso punto.
Nel resto di questa voce supporremo lo spazio proiettivo definito in questo modo, dipendente da un campo K.
[modifica] Sottospazi
[modifica] Definizione
Poiché uno spazio proiettivo è l'immagine di uno spazio vettoriale tramite la proiezione
indotta dalla relazione di equivalenza, molte nozioni degli spazi vettoriali si trasferiscono senza problemi sullo spazio proiettivo.
Un sottospazio proiettivo di è definito come l'immagine di un sottospazio vettoriale di Kn + 1 tramite p.
Dati due sottospazi S e T, è possibile definire i sottospazi intersezione e somma in modo analogo, come immagini tramite p dei sottospazi intersezione e somma in Kn + 1.
[modifica] Formula di Grassmann
Una delle proprietà basilari valide in uno spazio proiettivo, ereditata dagli spazi vettoriali, ma che non è valida in uno spazio affine, è la formula di Grassmann per i sottospazi. Dati due sottospazi S e T, vale cioè l'uguaglianza
dove si intende che il punto ha dimensione 0 (come sempre) e l'insieme vuoto ha dimensione − 1.
[modifica] Rette parallele
Come conseguenza della formula di Grassmann, due rette nel piano si intersecano sempre. Infatti
poiché S + T ha dimensione al più 2 (ogni sottospazio del piano ha dimensione al massimo 2, e 2 solo se è tutto il piano).
[modifica] Coordinate omogenee e carte affini
[modifica] Coordinate omogenee
Per approfondire, vedi la voce coordinate omogenee. |
Ogni punto dello spazio proiettivo è una classe di equivalenza di punti in Kn + 1. Come è usuale in matematica, una classe di equivalenza viene descritta tra parentesi quadre: in questo modo,
definisce la classe a cui appartiene il vettore . Per brevità, tale classe si indica con
Questa espressione fra parentesi quadre definisce le coordinate omogenee del punto. Due vettori di coordinate determinano la stessa classe (cioè lo stesso punto)
se e solo se sono uno multipli dell'altro, cioè se esiste un k in K tale che yi = kxi per ogni i.
[modifica] Punti impropri
Con le coordinate omogenee è possibile recuperare la definizione originaria di spazio proiettivo come spazio affine a cui si aggiungono dei punti. Basta definire E come il sottoinsieme formato dai punti tali che . Ogni punto in E si scrive come
in modo univoco, e quindi tramite la funzione
definiamo una corrispondenza biunivoca tra E e lo spazio affine Kn. I punti dello spazio proiettivo che non sono in E hanno in questo contesto il ruolo dei "punti all'infinito". Ciascuno di questi punti è del tipo
e la funzione
definisce una corrispondenza biunivoca tra i punti all'infinito e lo spazio proiettivo di dimensione più piccola di uno. Quindi i "punti all'infinito" ad esempio del piano proiettivo formano una retta proiettiva, detta retta all'infinito o retta impropria. In dimensione arbitraria, si parla di iperpiano improprio.
[modifica] Carte e atlante
La stessa descrizione è fattibile per ogni definendo Ei come l'insieme dei punti la cui i-esima coordinata è non nulla. Per ogni i si ottiene quindi un differente iperpiano improprio, e una differente carta affine Ei.
Il nome "carta" deriva dalla proprietà seguente: l'unione degli Ei è tutto lo spazio, quindi le carte "ricoprono" tutto lo spazio proiettivo, mentre ciascuna di esse ne descrive solo una parte, proprio come le carte geografiche. L'insieme
è detto atlante affine.