Sacro Monte di Belmonte
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Il Sacro Monte di Belmonte , con il suo Santuario e le cappelle della Via Crucis, è posto sopra un poggio che si erge isolato nel territorio del comune di Valperga a quota 727 metri, coperto da una folta vegetazione.
Indice |
[modifica] Il sito
Il sito unisce ad elementi di interesse naturalistico per la presenza di una qualità non comune di granito di colore rosso, per il patrimonio boschivo e per la suggestione di un grandioso panorama che spazia su larga parte del territorio piemontese, elementi di interesse archeologico e storico.
Sono state infatti rinvenute tracce di una antica cultura preistorica risalente all’età del bronzo; mentre scavi effettuati di recente hanno portato alla luce i resti di un villaggio longobardo e delle sue fortificazioni.
[modifica] La storia del Santuario
Una cella benedettina, posta sotto la giurisdizione dell’Abbazia di Fruttuaria di San Benigno Canavese era già presente in questo sito nel XI secolo. La tradizione vuole che sia stato Re Arduino ad ordinarne la costruzione per ringraziare la Vergine di una miracolosa guarigione che egli avrebbe ottenuto in Ivrea nel 1002 quand’era gravemente infermo.
Ai monaci benedettini che rimasero nel Santuario fino al 1326, subentrarono le suore di Santa Scolastica, dette anche suore benedettine, che vi rimasero sino al 1601, quando, in virtù di disposizioni emanate dopo il Concilio di Trento, venne deciso che i santuari delle suore non dovessero essere posti in luoghi romiti.
Un documento custodito in Valperga narra di un evento miracoloso che sarebbe avvenuto proprio il giorno in cui le pie suore avevano deciso di abbandonare il convento per sistemarsi in Cuorgnè, portando con loro la statua della Madonna. Racconta il documento che quando si iniziò a rimuovere la statua calò nella chiesa un buio profondo, mentre il viso della Madonna venne assalito da un intenso pallore. I molti fedeli (alcuni dei quali sottoscrissero come testimoni il documento in questione) furono presi da grande spavento e capirono che la Madonna manifestava prodigiosamente la volontà – subito esaudita - che la statua fosse lasciata nel Santuario di Belmonte.
Alle suore benedettine subentrarono i frati minori di San Francesco che ampliarono progressivamente il Santuario; nel 1620 ricostruirono interamente la chiesa, mentre a partire dal 1712 iniziarono la costruzione del percorso devozionale della Via Crucis con le sue 13 cappelle che si inerpicano verso la sommità del poggio.
La fama delle facoltà miracolose della statua della Vergine crebbe al punto che nel 1788 il capitolo Vaticano ne riconobbe la virtù soprannaturale.
Costituisce oggi una significativa testimonianza della speciale devozione popolare verso la Madonna di Belmonte la galleria di quadri e di cuori votivi posta a fianco del santuario nei locali ricavati con i lavori di restauro del tetto.
Dopo le traversie del periodo napoleonico, la chiesa fu completamente ristrutturata tra 1873 ed il 1876 da C. Reviglio della Veneria, nella sobria eleganza dello stile romanico-lombardo.
Nel 1888 la facciata assunse, ad opera dell'architetto Carlo Ceppi l’aspetto attuale, con il timpano affrescato da Giacomo Grosso.
Risale allo stesso periodo la costruzione dei piloni con i misteri del Rosario lungo la suggestiva via pedonale che collega Valperga al Sacro Monte.
Al 1960 risale la costruzione della imponente statua a San Francesco, opera in bronzo dello scultore Giovanni Vogliazzi di Vercelli, alta 4,50 metri e pesante 1000 kg. Posta sul punto più alto del monte, la statua del santo pare interpretare – sospesa tra terra e cielo - il Cantico delle Creature inciso sul suo piedestallo.
Posta sotto la tutela del sistema di Riserve Naturali della Regione Piemonte, il Comitato per il Patrimonio Mondiale dell’ UNESCO, nel 2003, ha iscritto Belmonte, assieme agli altri principali Sacri Monti di Lombardia e Piemonte, nella lista dei patrimoni dell'umanità.
[modifica] Cenni artistici
Al notevole interesse naturalistico, storico e religioso, il sacro monte di Belmonte associa un interesse artistico che – se comparato con altri Sacri Monti del Piemonte (in primis quello di Varallo) – non può che essere definito minore.
Da notare, scolpita assieme alla sedia in un unico blocco ligneo, la statua della Madonna in trono, sistemata in una bella nicchia dalla cornice dorata. Si tratta dell' opera di artista ignoto, scolpita in data anteriore al 1600.
Nel timpano della facciata, notevole è l’affresco del pittore Giacomo Grosso, uno dei più significativi artisti torinesi tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo. Esso raffigura la Madonna di Belmonte con ai lati, inginocchiati, il Re Arduino, San Francesco e altri santi.
Le 13 cappelle si sviluppano lungo un cammino circolare sulla sommità del monte, con un percorso ad anello che parte dal Santuario e vi fa ritorno. Esse ospitano statue ed affreschi con le scene della Passione di Cristo. Opera di ignoti autori (forse operanti nelle botteghe di lavorazione della terracotta di Castellamonte), le statue, oggi purtroppo in cattivo stato di conservazione, offrono un esempio comunque interessante del linguaggio semplice e popolare con il quale l’arte sacra del XVIII secolo riesce ad esprimersi lontano dai centri artistici maggiori.
[modifica] Collegamenti esterni
Le suggestioni di Belmonte - Parchi Piemonte
[modifica] Bibliografia
AA.VV. Sacri Monti in Piemonte - itinerari nelle aree protette di Belmonte, Crea, Domodossola, Ghiffa, Orta, Varallo, Kosmos Ed., Torino, 1994
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