Rinnovamento Italiano
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Rinnovamento Italiano è il nome di un partito politico italiano fondato da Lamberto Dini il 27 febbraio 1996.
Dini, presidente del Consiglio in carica in quel periodo (alla guida di un governo tecnico che aveva sostituito il Berlusconi I caduto per il ritiro dell'appoggio della Lega), annuncia che si presenterà alle elezioni politiche del 1996 con un suo nuovo partito.
Dini, allora esponente "tecnico" del Polo di centrodestra, dice fin da subito che non sarà alleato di Berlusconi, ma si alleerà con la nascente coalizione dell'Ulivo guidata da Romano Prodi.
Aderiscono al progetto di Dini alcuni esponenti a lui vicini (i ministri del suo governo Tiziano Treu, Augusto Fantozzi e Adriano Ossicini). Così il nuovo partito avrà come ispirazione il moderatismo ed il centrismo: aderiranno infatti al progetto di L.Dini tanto personaggi di natura cattolico-liberale (tra i quali lo stesso L.Dini, da sempre vicino agli "andreottiani"), quanto esponenti di matrice socialdemocratica (per es. il già detto braccio destro di Dini Tiziano Treu).
[modifica] Il movimento federativo del '96
Alle elezioni politiche del 1996 Rinnovamento Italiano si presenta nella quota proporzionale unendo le forze con altri movimenti centristi, liberaldemocratici, riformisti e democratici-cristiani:
- il Patto Segni, movimento liberaldemocratico di Mariotto Segni;
- il piccolo Movimento Italiano Democratico (MID), di ispirazione neodemocristiana, guidato da Sergio Berlinguer
Il centrosinistra vince le elezioni e Rinnovamento Italiano conquista il 4,3% dei consensi nella quota proporzionale eleggendo 8 deputati, in aggiunta a quelli eletti nei collegi uninominali. Si costituisce in Parlamento il gruppo di Rinnovamento Italiano con 26 deputati e 11 senatori. Dini viene nominato Ministro degli Esteri.
[modifica] La trasformazione in forza liberaldemocratica
Nel 1998 il governo Prodi I cade a causa del ritiro dell'appoggio di Rifondazione Comunista e l'incarico viene conferito a Massimo D'Alema: per Dini e il suo partito (ormai privo di grosse visibilità) sono momenti duri che si manifestano nel flop elettorale del 1999 quando, alle elezioni europee, Rinnovamento Italiano riscuote appena 350 mila voti (1,1%) in tutta Italia, eleggendo soltanto un parlamentare.
Nel frattempo si erano peraltro distaccate dal movimento le componenti dei Socialisti Italiani e del Patto Segni, riducendo il partito ad un gruppo di diniani di orientamento liberaldemocratico.
[modifica] La confluenza ne La Margherita
Alle politiche del 2001, il partito decide di presentare liste comuni, insieme al Partito Popolare Italiano, ai Democratici di Prodi e all'UDEUR. La federazione di partiti riformisti di Centrosinistra che prende il nome di La Margherita.
Un anno più tardi, nel 2002, la Margherita diventa un partito unico e Rinnovamento Italiano vi confluisce, decretando il proprio scioglimento (17 marzo 2002).