Presente indicativo
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Il presente indicativo è la foma verbale coniugabile più usata in lingua italiana e trova un suo corrispondente in tutte le lingue ad essa vicina. Come tempo più corrente dell'italiano, è anche quello che prevede il maggior numero di usi e di forme irregolari.
Secondo le grammatiche tradizionali, esso indica uno stato o avvenimento presente. Si osservi ad esempio il seguente enunciato:
- In questo momento esco di casa
È chiaro che il momento dell'azione viene visto come contemporaneo rispetto al momento in cui si parla: per meglio specificare, secondo la terminologia di Bertinetto, diremo che il presente indica generalmente un'azione o situazione che si svolge al momento dell'enunciazione.
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[modifica] Coniugazione del presente
- Questa forma verbale si coniuga sostituendo le desinenze dell'infinito (-are, -ere, -ire) con quelle previste nel sistema verbale italiano per il presente (es.: canto, canti, canta, cantiamo, cantate cantano; vedi anche grammatica italiana).
- I verbi che terminano in -care e -gare (come cercare e pagare) mantengono il suono velare di C e G in tutte le forme, il che rende necessario un adattamento ortografico (pago, paghi, paga). Vale esattamente il discorso opposto per le forme in -cere e -gere, come vincere o piangere: il suono di C e G cambia a seconda della persona (vinco, vinci, vince), ma non si rende necessario alcun adattamento ortografico.
- Il presente presenta pochissimi verbi irregolari nella coniugazione in -are (stare, fare, dare ed andare), mentre le altre ne sono ricche.
[modifica] Il presente, i suoi usi basilari e le altre forme verbali
Il presente differisce e si trova in opposizione con il passato prossimo. La differenza tra le due forme sta principalemente nell'aspetto. Mentre il presente è una forma fondamentalmente imperfettiva (e presenta quindi gli avvenimenti considerati durante il loro svolgimento), il passato prossimo è esclusivamente perfettivo (e presenta dunque l'azione nella sua pienezza, fino al momento del loro compimento):
- Oggi sto male
è dunque un enunciato che presenta una situazione in corso in un dato momento. Al contrario, l'enunciato
- Oggi sono stato male
considera e presenta la situazione durante tutto l'arco del suo svolgimento. La frase descrive quindi anche il momento in cui la situazione giunge a compimento o alla fine. Se nel primo enunciato il malessere viene visto come uno stato, il secondo lo vede piuttosto come un evento.
Il presente differisce dall'imperfetto, anche se entrambe le forme sono fondamentalmente imperfettive. L'imperfetto descrive infatti una situazione in corso che viene focalizzata nel passato (quando essa non giunge ancora a compimento o alla fine):
- Ieri alle sei ero a Roma.
Il presente descrive la situazione nello stesso modo, ma esso focalizza il momento presente, dunque quello dell'enunciazione:
- Oggi, in questo momento, sono a Roma.
Si deve comunque dire le due forme verbali hanno una certa somiglianza tra di loro.
Il presente si trova in rapporto di opposizione con il futuro. Se il primo, rispetto al secondo indica una azione o situazione sicura, il secondo la pone solo come possibile:
- Sara oggi è a Milano
esprime dunque più sicurezza rispetto a
- Sara oggi sarà a Milano.
Si dirà a questo punto che il futuro indica la posteriorità temporale, rispetto alla contemporaneità indicata dal presente. Questa teoria viene sostenuta da diversi studiosi, ma è stata ripetutamente contestata. Va detto infatti che entrambe le forme hanno la possibilità di riferirsi tanto ad avvenimenti presenti quanto ad avvenimenti futuri.
Se fondamentalmente il presente indica contemporaneità, ciò non significa necessariamente che nell'uso della lingua questa caratteristica venga rigidamente applicata.
[modifica] Altri usi del presente
Come tutte le forme verbali della grammatica italiana, il presente conosce dunque usi che non rispecchiano il suo nome o le sue caratteristiche principali. Esso ha comunque diverse funzioni ed è di gran lunga il tempo più ricorrente in italiano. Si tratta della forma verbale non marcata, dunque di quella che in teoria può sostituire le altre forme verbali (Coseriu). Questa forma si può spesso usare indipendentemente dal momento di enunciazione, per azioni anteriori o posteriori ad esso:
- Garibaldi nasce a Nizza nel 1807
- Fra un anno vado ad abitare a Nizza
Inoltre, questo tempo è talmente flessibile che può sostituire le forme verbali di altri modi:
- Non credo che è vero al posto di Non credo che sia vero.
Nonostante il significato non sia esattamente lo stesso, e a dispetto del fatto che non sempre gli enunciati corrispondono alle regole dell'italiano standard, con l'ausilio del presente è facile produrre degli enunciati indiscutibilmente, logici, comprensibilissimi e spesso assai correnti grazie ai vari usi della lingua parlata e scritta.
1) Uno dei più comuni è il presente usato spesso in letteratura o in cronaca al posto dei tempi del passato: esso viene scelto per dare maggiore efficacia espressiva all'enunciato (in inglese si parla di vivid present; in italiano si può parlare di presente drammatico):
- L'assassino si impossessa dei gioielli e fugge via con una lambretta, dirigendosi verso Verona.
L'effetto di questo uso potrebbe essere ricercato in un maggior coinvolgimento emotivo, a differenza del prossimo caso.
2) Si pensi all'esempio inoltre un esempio già proposto:
- Garibaldi nasce a Nizza.
Si parla in questo caso dell'uso storico del presente, che si distingue dal precedente per l'intenzione di semplificare l'enunciato, non di drammatizzarlo.
3) Un altro caso speciale è il presente usato come alternativa all' imperativo, non per descrivere uno stato di cose non reale, ma desiderato o prescritto:
- Nessuno entra qui senza il mio permesso, altrimenti chiamo la polizia.
Questo uso del presente ha il vantaggio di poter riferirsi anche alla prima persona singolare.
4) In alcuni casi, inoltre, si indicano stati di cose che prescindono dai concetti di posteriorità temporale o di anteriorità:
- Dio vede tutto.
Il senso dell'enunciato è infatti che Dio vedeva, vede e vedrà tutto. Si parla in questo caso di uso gnomico del presente. Esso è frequente nei proverbi.
Rispetto ai tempi del passato e del futuro, il presente dà in ogni caso maggiore enfasi all'enunciato, sicché l'atto linguistico di chi parla avrà maggior impatto su chi ascolta o legge (dire mani in alto o sparo ha senza dubbio maggior efficacia che dire mani in alto o sparerò).
[modifica] Forme verbali dell'indicativo
Forma semplice | Esempio (3. pers. sing.) | Forma composta | Esempio (3. pers. sing.) |
---|---|---|---|
Presente | canta | Passato prossimo | ha cantato |
Imperfetto | cantava | Trapassato prossimo | noi avevamo cantato |
Passato remoto | cantò | Trapassato remoto | ebbe cantato |
Futuro | canterà | Futuro anteriore | avrà cantato |
I modi in italiano: Infinito | Indicativo | Condizionale | Congiuntivo | Imperativo | Gerundio | Participio
[modifica] Voci correlate
[modifica] Riferimenti bibliografici
- Bertinetto, Pier Marco, Tempo, Aspetto e Azione nel verbo italiano. Il sistema dell'Indicativo, Firenze, Accademia della Crusca 1986.
- Coseriu, Eugenio., Das romanische Verbalsystem, Tübinger Beiträge zur Linguistik Vol. 66, Tübingen, Gunter Narr 1976.