Monti Lepini
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I Monti Lepini sono una catena montuosa appartenente agli Antiappennini, contenuta interamente nel Lazio, sita a cavallo fra le province di Latina e di Roma e con una piccola estensione nella provincia di Frosinone.
Confinano a nord con i Colli Albani, ad est con la Valle della Ciociaria, a sud con i Monti Ausoni e ad ovest con l'Agro pontino. La vetta più alta è il Monte Semprevisa con i suoi 1536 metri.
Il nome pare derivare dalla voce latina lapis, cioè pietra composta da rilievi calcarei.
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[modifica] Descrizione
I Monti Lepini sono composti da due sottocatene principali: una sud-occidentale (la maggiore) e l'altra nord-orientale.
La prima, lunga 30 km, con andamento da nord-ovest a sud-est, ha origine ad oriente dei Colli Albani ed assume una sua definizione più netta a partire dalla vetta del Monte Lupone (m 1378); quindi prosegue lungo lo spartiacque (sud-est), con una serie di rilievi minori: Colle Piano, Il Monte, Colle la Costa, Colle Zappetella, Monte Gorgoglione (m 928), Monte Perentile (m 1022).
La sequenza altimetrica è interrotta dal Passo della Fota, valico mulattiero di comunicazione fra il versante pontino e quello interno della catena; quindi riprende quota con il Monte Belvedere (m 1258), il Monte Caprea (m 1421), il Monte Ardicara (m 1440), dopo il quale si stende la Sella del Semprevisa (m 1335), che domina Camporosello. Da qui il crinale prosegue per fitte faggete culminando nella vetta della Semprevisa (m 1536) e ridiscendendo poi, verso il territorio di Roccagorga, con le cime più meridionali: Monte la Croce (m 1429), Monte Erdigheta (m 1336), Monte Pizzone (m 1313), Monte della Difesa (m 923).
La catena nord-orientale, lunga 25 km, procede da nord a sud. Si forma nella zona fra Sgurgola e Gorga, sul confine fra le province di Roma e Frosinone, e si definisce a partire da Monte Filaro (m 1230); procede quindi attraverso una densa teoria di rilievi: Monte Favilozzo (m 1283), Rocca San Marino (m 1387), Monte Alto (m 1416), Sprone Maraoni (m 1328), Monte Malaina (m 1480); e, proseguendo al di là del pianoro di S. Serena: Monte Gemma (m 1457), Monte Salerio (m 1439), Monte Acuto (m 827), Monte Sentinella (m 1110), Monte Cacume (m 1095) e Monte Calvello (m 935).
Al di là di queste due sottocatene principali, vi sono dorsali meno rilevanti; in particolare alle propaggini meridionali della catena principale, verso la Pianura Pontina, si presentano numerose elevanzioni minori: M. Arrestino, M. Forcino, M. Fulcino, M. Rotondilio, M. Della Bufala e molti altri.
[modifica] Conformazione
Da un punto di vista geomorfologico, queste montagne sono caratterizzate da pronunciati fenomeni carsici. Per questo motivo, su questo territorio non è infrequente trovare voragini, grotte e pozzi, che costituiscono motivi d'interesse speleologico fra i più rilevanti del Lazio e di tutta l'Italia Centrale.
In particolare meritano menzione:
- Grotta dell'Erdigheta
- Grotta del Rapiglio
- Abisso Consolini (inghiottitoio verticale - profondità circa 100 m)
- Ouso di Pozzo Comune (profondità quasi 200 m)
- Pozzo del Frigorillo
- Grotta del Faggeto (profondità 315 m - una delle più profonde del Lazio).
[modifica] Rilievi principali
Scorrendo in sequenza le due catene emergono:
- Monte Lupone (m 1378)
- Monte Perentile (m 1022)
- Monte Belvedere (m 1258)
- Monte Caprea (m 1421)
- Monte Ardicara (m 1440)
- La Semprevisa (m 1536)
- Monte Erdigheta (m 1336)
- Monte della Difesa (m 923)
- Monte Malaina (m 1480)
- Monte Cacume (m 1095)
[modifica] Flora e fauna
La flora è molto varia in quanto sia la quota sia l'esposizione di questi monti sono altrettanto variabili. Mentre sui versanti più bassi ed occidentali abbonda la macchia mediterranea, nelle zone elevate ed esposte a nord (come la Sella del Semprevisa) si stendono fitte faggete. Particolare menzione merita la Selva di Cori, una bosco di essenze miste sito nella zona più nord-occidentale del comprensorio, tra Cori e Norba, nel territorio compreso fra il M. Lupone e il M. Arrestino. Infine, rinomata è l'Oasi di Ninfa, un magnifico e lussureggiante parco floristico, visitabile soltanto in periodi predefiniti.
Molto ricca è la fauna avicola, rappresentata dal Falco pellegrino, dal Corvo Imperiale, dall'Aquila Reale, dal Falco Lanario e dall'Avvoltoio Capovaccaio (o grifone).
E' presente anche il Lupo, le cui cucciolate sono state rese oggetto di una caccia spietata nella zona. Forse l'episodio culminante di questa opera distruttiva fu raggiunta in un episodio del 1983, quando un cucciolo di lupo (morto) fu inchiodato sul portone del municipio di Carpineto Romano, come monito per gli ambientalisti.
[modifica] L'uomo
Questa zona storicamente fu abitata dai Volsci, fieri nemici dei Romani. Di epoca romana restano ben conservati, a Cori, il tempio di Ercole (89-80 a.C.) ed il tempio di Castore e Polluce (I sec. a.C.). Ricca di testimonianze è l'acropoli di Norba, fondata da Roma nel 492 a.C., di cui resta il tempio di Giunone, il Foro e l'intero circuito murario, che aveva lo scopo di proteggere la città. Sezze (l'antica Setia) conserva tratti di mura in opera poligonale. La città medioevale di Ninfa, già citata per l'oasi omonima, fu feudo dei Frangipane, distrutta dal Barbarossa e abbandonata nel 1680 per poi essere ricostruita per scopi museali nel 1920. Sermoneta, amata da Virgilio, conserva intatto il centro storico medioevale.
[modifica] Comuni
I Comuni interessati dai Monti Lepini sono: