Joe Dallesandro
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Joe Dallesandro è il nome d'arte di Joseph Angelo Dallesandro (nato il 31 dicembre 1948 a Pensacola, Florida), attore italo-americano.
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[modifica] Biografia
Dallesandro è celebre al grande pubblico per la sua bellezza fisica, per le sue apparizioni di nudo nei film e per la sua bisessualità apertamente dichiarata. È stato il primo vero sex symbol maschile del cinema, inteso apertamente come possibile oggetto di desiderio sessuale (un ruolo riservato prima di lui solo alle apparizioni femminili).
Dallesandro ebbe un'infanzia e un'adolescenza molto difficile. A 5 anni (con la madre in galera per truffa) venne messo in un orfanotrofio ad Harlem dove, come avrebbe detto lui stesso, "svolse il suo primo lavoro d'attore"; doveva infatti avvicinarsi al vetro che divideva la stanza dei giochi dal resto dell'edificio e dire alle donne venute per adottare un bambino, "vuoi essere la mia mamma?".
Durante l'adolescenza fu internato, tra l'altro, in riformatorio minorile e fu pure ferito con un colpo d'arma da fuoco dalla polizia mentre tentava di rubare un'auto (episodio questo che lo convinse a procurarsi i soldi diversamente).
Ebbe cadute nella droga che lo portarano a procurarsi il denaro posando (come "Joe Catano") per foto di nudo [1] (celebri quelle di Bruce of Los Angels [2] e quelle della Athletic Model Guild [3], per la quale ultima girò anche un filmino), facendo il prostituto e lavorando in film pornografici gay. In quel periodo andava a letto con gli uomini, avrebbe dichiarato più tardi, "perché riuscivo a gestirli meglio".
Dallesandro non ha mai rinnegato la sua esperienza di quegli anni difficili, commentando: "Penso di avere insegnato a fare l'amore a molte persone". Tuttavia, intervistato nel film Beefcake, ha dichiarato che sentiva che coloro che lo fotografavano nudo gli "rubavano l'anima", sebbene - ha aggiunto - oggi sia contento di avere foto che lo ritraggono al culmine della bellezza fisica.
Sempre nell'intervista contenuta nel film Beefcake egli afferma che lavorare con Andy Warhol non era per lui una questione d'arte (definisce infatti "ridicola" l'arte di Warhol), ma un modo per imparare, e per essere più sicuro davanti alla telecamera: una specie di scuola di recitazione gratuita.
Questi aspetti della sua biografia all'epoca furono assolutamente funzionali alla creazione del suo personaggio cinematografico ("bello e dannato": bello come un angelo e dannato come un diavolo) e del mito che ne derivò. Da questo punto di vista, Dallesandro è anzi la migliore incarnazione dello slogan su cui si basava la filosofia della Factory warholiana: "Chiunque può diventare una superstar".
Trascurare come irrilevante il dato biografico dell'attore significa quindi non comprendere la filosofia artistica di Warhol: anche un giovane prostituto tossicodipendente può diventare una "superstar" mondiale semplicemente recitando la parte del giovane prostituto tossicodipendente.
Questa filosofia era falsa, e costò cara ad alcuni personaggi della Factory, che per un'effimera celebrità sacrificarono la persona al personaggio, autodistruggendosi. Dallesandro, invece, ebbe la capacità di distaccarsi da questo mondo (e dal personaggio che gli era stato cucito addosso, sia pure "su misura") non appena la fama raggiunta gli permise di lavorare per conto proprio, riuscendo così ad evitare l'autodistruzione a cui sembrava predestinato da adolescente.
Egli si disintossicò infatti da alcool e droga verso la fine degli anni ottanta: avrebbe dichiarato più tardi (1996) che la sua corsa verso l'autodistruzione era causata dal suo bisogno d'essere amato dal padre: "Ero solo un ragazzino che cercava l'amore del padre".
Oggi afferma di essere felice grazie ai suoi due figli che dichiara essere tutta la sua vita ("Insieme siamo come i tre moschettieri").
[modifica] Film
Era il 1967 quando Dallesandro, seguendo il consiglio del suo pusher, si recò nell'appartamento in cui Andy Warhol e Paul Morrissey stavano girando il film The Loves of Ondine. Costoro lo inserirono all'istante nel cast, secondo la leggenda fatta circolare ad arte dalla Factory, dopo che Joe ebbe dato un pugno a Morrisey che aveva allungato troppo le mani, e dopo che quest'ultimo (sempre secondo la leggenda) lo ebbe presentato a Warhol con la frase: "Ti presento il solo fottuto maschio di tutto l'appartamento".
Vera o falsa che sia tale leggenda, Dallesandro ovviamente fu la scelta più "logica" per la parte del giovane prostituto protagonista del film Flesh, dove apparve in numerose scene di nudo, compresa quella, diventata celebre, che lo presenta nel letto ad apertura del film. Fu così il primo uomo a diventare una figura celebre nella cultura popolare per la bellezza del suo corpo nudo. Fu anzi, senza dubbio, in gran parte per la bellezza statuaria di Dallesandro che un film underground come Flesh divenne inaspettatamente un film di cassetta in tutto il mondo (in Italia i dialoghi furono tradotti addirittura da Alberto Arbasino), e Dallesandro divenne una delle più note "stars" della Factory di Andy Warhol.
Dallessandro seppe fare un uso saggio di questa celebrità, si disintossicò dalle droghe e riuscì a diventare un attore che, sia pure apprezzato la bellezza del suo corpo nudo (esibito in effetti ogni volta che fosse possibile) riuscì a farsi notare per le sue qualità e a continuare a lavorare a lungo anche dopo che il "successo di scandalo" era ormai passato. (Di lui è stato detto: "Era talmente bello che la gente ci mise un bel po' di tempo per accorgersi che era anche bravo a recitare").
Egli ebbe così una lunga carriera, apparendo in un numero ragguardevole di film, a iniziare da quelli di Warhol Lonesome Cowboys - Cowboy solitari, Trash - I rifiuti di New York, Calore, Dracula cerca sangue di vergine... e morì di sete!!! e Il mostro è in tavola... Barone Frankenstein, di Warhol, anch'essi diretti da Morrissey. Gli ultimi due furono girati in Europa e, dopo il completamento di queste pellicole, Dallesandro decise di non fare ritorno negli Stati Uniti e continuò a interpretare film in Francia ed in Italia per il resto del decennio, vivendo fra l'altro anche a Roma, e tornando negli Usa solo negli anni Ottanta, inseguito dagli strascichi di una brutta storia di traffico d'eroina ma, soprattutto, a causa della morte del fratello.
Fra le sue interpretazioni successive, quella di Lucky Luciano nel film di Francis Coppola The Cotton Club. È apparso anche in Cry Baby di John Waters.
È considerato un'icona dalla comunità gay, nella quale può tuttora contare su molti fans.
Dallesandro è stato sposato tre volte ed ha due figli.
[modifica] Curiosità
- La copertina del primo album degli Smiths, un ragazzo a torso nudo col viso chinato, è un fotogramma da Flesh, che riproduce Joe Dallesandro.
- Il cantante Lou Reed allude a Dallesandro (chiamandolo col soprannome "Little Joe", che appare anche nel tatuaggio sulla spalla) nella celeberrima canzone Walk on the wild side, nei versi che dicono:
- La band norvegese Briskeby ha incluso nel suo secondo album, "Jumping on Cars" (2006), una canzone intitolata "Joe Dallesandro".
[modifica] Citazioni
«Mi considero un bisessuale. Non è che io fossi attratto dagli uomini in quanto tali ma, sai com'è, se fai una cosa per un po' di tempo alla fine puoi prenderci gusto [4]»
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[modifica] Fotografi che hanno ritratto Dallesandro
- Athletic Model Guild (Bob Mizer)
- Bruce Bellas (Bruce of Los Angeles)
- Ken Duncan
- Gerard Malanga
- Pat Milo (Milo of Los Angeles)
- Paul Morrissey
- Jack Robinson [5]
- Francesco Scavullo [6]
- Andy Warhol
- Joe Dallesandro ha anche posato per una campagna pubblicitaria di Calvin Klein [7].
[modifica] Filmografia
- Four Stars (1967)
- San Diego Surf (1968)
- The Loves of Ondine (1968)
- Flesh (Flesh) (1968)
- Lonesome Cowboys - Cowboy solitari (Lonesome Cowboys) (1969)
- Trash - I rifiuti di New York (Trash) (1970)
- Calore (Heat) (1971)
- Dracula cerca sangue di vergine... e morì di sete!!! (1974)
- Il mostro è in tavola… Barone Frankenstein (1974)
- Donna è bello (1974)
- Calore in provincia (1975)
- L'ambizioso (1975)
- Il tempo degli assassini (1975)
- Fango bollente (1975)
- Luna nera (Black Moon) (1975)
- Seeds of Evil (1975)
- L'ultima volta (1976)
- Je t'aime moi non plus (Je t'aime moi non plus) (1976)
- Il margine (La Marge) (1976)
- 6000 km di paura (1978)
- Un cuore semplice (1977)
- Suor Omicidi (1979)
- Fred Nauer préfère la bière (1979)
- Movimenti notturni (Tapage Nocturne) (1979)
- Parano (1980)
- Vacanze per un massacro (1980)
- Merry-Go-Round (1981)
- Queen Lear (1982)
- Cotton Club (The Cotton Club) (1984)
- Prognosi riservata (Critical Condition) (1987)
- Private War (1988)
- Sunset – Intrigo a Hollywood (Sunset) (1988)
- The Hollywood Detective (1989) film TV
- Double Revenge (1990)
- Cry Baby (Cry-Baby) (1990)
- Almost an Angel (1990)
- Inside Out (1992)
- Orchidea selvaggia 2 – Blue Movie Blue (Wild Orchid II: Two Shades of Blue) (1991)
- Guncrazy (Guncrazy) (1992)
- Love Is Like That (1993)
- Scacco al sole nero (Sugar Hill) (1993)
- T-Rex – Il mio amico Dino (Theodore Rex) (1995)
- Los Angeles senza meta (LA without a Map) (1998)
- L'inglese – The Limey (The Limey) (1999)
- Beefcake (1999) (intervista)
- Citizens of Perpetual Indulgence (2000)
- Pacino Is Missing (2002)
[modifica] Apparizioni in serie tv
- Fortune Dane (1986) serie TV
- Miami Vice negli episodi “One Eyed Jack” (1984) e “Down for the Count: Part 2” (1987)
- Wiseguy negli episodi “New Blood” (1987), “The Loose Cannon” (1987), “A Deal's a Deal” (1987) e “The Marriage of Heaven and Hell” (1987)
- The Hitchhiker nell’episodio “Fashion Exchange” (1988)
- Matlock negli episodi “The Informer: Part 1” (1990) e “The Informer: Part 2” (1990)
[modifica] Bibliografia
- Michael Ferguson, Little Joe, Superstar: the films of Joe Dallesandro, Companion Press, 1998, pp. 216, ISBN 1-889138-09-6