Guerra d'indipendenza greca
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La guerra greca d'indipendenza è la guerra combattuta tra il 1821 ed il 1832 dal popolo greco per affrancarsi dall'occupazione turca.
[modifica] Premesse generali ed ideologiche
L'occupazione della Grecia da parte dei Turchi ebbe inizio nel 1453, con la caduta di Costantinopoli in mano ai califfi. Atene, la capitale culturale dell'antica Grecia, cadrà nel 1456.
Il regime di terrore, instaurato dai Turchi, fece nascere diversi moti rivoluzionari, che vennero però tutti soffocati nel sangue. Molti uomini dovettero lasciare le loro terre e rifugiarsi sulle montagne. Queste persone venivano chiamate Kleftes, letteralmente "ladri" (dal greco κλέπτω, rubare), ma per il popolo questa parola prese il significato di "partigiani". Essi agivano come dei guerriglieri, compiendo azioni rapide e turbando il dominio ottomano. Venne così istituita una specie di "milizia" di cittadini greci allo scopo di contrastare questi partigiani. I miliziani vennero chiamati Armatolì. Anche se creati per combatterli, gli Armatolì finirono per collaborare con i Kleftes, tant'è che, all'epoca dello scoppio della guerra d'indipendenza, le due figure avevano ormai perduto i tratti distintivi per diventare un unico gruppo di resistenza.
Eccezion fatta per una sola importante rivolta, quella di Morea nel 1718, la sovranità turca rimase praticamente incontrastata per la maggior parte del XVIII secolo.
L'embrione del movimento patriottico prese vita non tanto in Grecia, quanto piuttosto negli ambienti dell'emigrazione greca in Europa. Nel 1814 venne fondata ad Odessa la Filiki Etairia, una organizzazione segreta a carattere cospirativo presieduta da Alexandros Ypsilanti. All'organizzazione venne dato un impianto capillare ed allo stesso tempo si assicurò l'alleanza di Alì Pascià, ex collaboratore del sultano turco.
[modifica] I fatti dal 1821 al 1832
I primi combattimenti ebbero luogo nel 1821: l'insurrezione divampò in tutta la Grecia continentale, fomentata prima dall'arcivescovo di Patrasso, Germanos, poi anche grazie all'appoggio degli Armatolì e dei Kleftes guidati da Theodoros Kolokotronis. Contemporaneamente aveva luogo la successione dell'Epiro guidata da Alì Pascià. La repressione dei Turchi non tardò ad arrivare: nel 1822 ripresero rapidamente il controllo dell'Epiro e tentarono di ristabilire il loro dominio con il terrore. I fatti più sanguinosi ebbe luogo nell'isola di Chio, dove nell'Aprile 1822 la popolazione venne pressochè interamente sterminata, ed a Costantinopoli, dove il patriarca venne impiccato.
Questi fatti sollevarono un'ampia eco negli ambienti liberali di tutta Europa; molti illustri intellettuali, come l'inglese George Gordon Byron e l'italiano Santorre di Santarosa, partirono per unirsi ai rivoluzionari che, guidati nel Peloponneso da Kolokotronis ed a Missolungi da Markos Botzaris, mantenevano ancora alcune importanti sacche di resistenza.
La situazione si sbloccò grazie all'intervento di truppe inviate dal pascià egiziano Mehmet Alì, grazie all'aiuto delle quali vennero riconquistate Navarino nel 1825, Missolungi nel 1826 ed Atene nel 1827. La tenacia della resistenza greca, condotta nel nord da Georgios Karaiskakis e sul mare dai due navarchi Miaulis e Sachturis, portò il conflitto all'attenzione delle grandi potenze che, nel 1827, a seguito di un fallito tentativo di mediazione con i Turchi, aprirono le ostilità, annientando la flotta turca nella rada di Navarino e, nel 1828, occupando la Morea.
La fine della guerra e l'autonomia della Grecia saranno sancite, sotto il protettorato di Francia, Gran Bretagna e Russia, con il trattato di Adrianopoli del 1829, poi trasformata in indipendenza con il protocollo di Londra nel 1830. La Grecia mancava ancora di alcune regioni rimaste in mano turca, come Creta, la Tessaglia, la Macedonia, l'Epiro e la Tracia.
Fin dal 1827 i rivoluzionari si erano dati un ordinamento repubblicano interno, sotto la presidenza di Ioannis Kapodistrias; la sua politica autoritaria e filorussa non piacque e, conseguita l'indipendenza, venne assassinato (1831). L'episodio fu il pretesto colto dalle potenze protettrici per ingerirsi nella politica greca ed imporre la monarchia. La scelta del sovrano cadde sul principe ereditario di Baviera, Ottone di Wittelsbach, eletto re dei greci a Nafplio nell'Agosto del 1832.
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