Filosofia moderna
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La filosofia moderna si fa iniziare con l'Umanesimo (secolo XIV ca.) e la sua rivalutazione dell'uomo e della esperienza eminentemente terrrena di questo e terminare con la figura di Immanuel Kant (1724 - 1804, il pensatore che aprirà la strada al Romanticismo e alla filosofia contemporanea. Il suo tratto distintivo è infatti un accentuato antropocentrismo, che in alcuni pensatori, soprattutto verso la fine del secolo XVIII, con l'Illuminismo si spinge ad un relativismo che per molti aspetti preannuncia quello che sarà poi caratteristico del Positivismo e dei nostri giorni. In questo ambito, un ruolo centrale assume la scienza, che, in questo periodo, staccata da sovrastrutture trascendenti, si rivolge ad indagare il campo a lei proprio della natura attraverso gli strumenti matematici, soprattutto grazie alle ricerche determinanti di scienziati e pensatori come Copernico, Bacone, Galileo, Cartesio, Newton. Un'altra tematica basilare di questo periodo della filosofia è quella politica: è in questi secoli che si sviluppa la riflessione politica più variegata e significativa del pensiero occidentale, dalle proposte monarchiche, quando non assolutiste, di Hobbes, alla prima, fondamentale, idea "liberale" di Locke e poi degli Illuministi come Montesquieu e Rousseau. Alquanto tralasciato, come si è detto, è l'interesse per la metafisica, che proprio sul finire del Settecento verrà riconosciuta essere dallo stesso Kant la vocazione ultima dell'essere umano. È con questa nostalgia di Assoluto che si aprirà il Romanticismo.
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