Fatalismo
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In filosofia il fatalismo è la concezione che considera il mondo e gli eventi governati da un fato irrevocabile ed è la fede che un ordine cosmico detto Logos presiede alla vita di tutti i giorni. Più in generale, è l'atteggiamento di chi accetta passivamente il corso degli eventi, senza quindi tentare di modificarne il corso.
La cultura greca antica è in gran parte fatalista: miti, come quello delle Moire, indicano infatti che sono gli dei a determinare il corso della vita umana. Il fatalismo è presente nello stoicismo greco e romano.
La cultura latina presenta un esempio di fatalismo con Manilio, il quale, nel suo scritto "Astronomica", fa trasparire lievemente ed in forma velata la sua concezione fatalistica basata sull'esistenza di un Logos inteso anche come Demiurgo della realtà che ci circonda.
Una forma diversa di fatalismo è presente anche nella dottrina cristiana della Divina Provvidenza.
In Nietzsche fatalismo e fiducia sono le caratteristiche del "pessimismo coraggioso" del Superuomo, che è in sostanza una sintesi del pessimismo schopenhaueriano e dell'ottimismo antifatalistico emersoniano del saggio "Fato". Il fato, secondo Nietzsche, ripropone ciclicamente le stesse situazioni; non è dunque possibile interpretare la vita, illudendosi di potere agire su di essa, ma bisogna accettarla con la semplicità di un bambino. In secondo luogo, all'uomo superiore Nietzche attribuisce un'adesione incondizionata al proprio destino.