Divenire
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Il divenire è, secondo Eraclito, la forma dell'Essere, poiché ogni cosa è soggetta al tempo e alla trasformazione. Anche quello che sembra statico (alla percezione sensoriale) in verità è dinamico e in continuo cambiamento.
Questo concetto si concretizza nella tesi che individua nel fuoco (πῦρ, in greco) il principio delle cose. Questo elemento simboleggia per antonomasia il movimento e la distruzione. Il fuoco è quindi la legge che regola l'alternanza di nascita e morte. È l'identità del diverso, ovvero l'elemento che unifica il molteplice (ciò che in tutte le molteplici cose è costante).
Eraclito, infatti, afferma che tutto scorre (panta rei), che tutto è in perenne movimento, e la staticità è morte. In questa concezione, infatti, il divenire è la condizione necessaria dell'Essere, della vita stessa. Tipico è l'esempio del fiume: Eraclito afferma che è impossibile bagnarsi due volte nello stesso fiume, perché dopo la prima volta, sia il fiume (nel suo perenne scorrere) sia l'uomo (nel suo perenne divenire) non sono più gli stessi.
L'armonia delle cose, per Eraclito, sta proprio nel suo perenne mutamento e nel continuo contrasto tra gli opposti. Questo concetto è definito polemos ("guerra", "opposizione"), il quale permette l'esistenza di tutte le cose.
[modifica] Concezioni fondate sul divenire
Oltre ad Eraclito, anche altri pensatori hanno condiviso l'idea della realtà come in perenne movimento.
Un esempio è il vitalismo, di cui uno dei maggiori esponenti fu Luigi Pirandello, in cui è rintracciabile questa concezione della vita come in perenne movimento, sempre sottoposta al divenire.
Nell'ambito del dibattito filosofico attuale una dei più originali contributi al concetto del divenire è quello del filosofo Emanuele Severino che incentra il suo pensiero proprio sulla considerazione del mutare. Per Severino il divenire, ossia l'intendere il processo vitale come un costante passaggio tra l'essere ed il non-essere, è alla base della concezione moderna del mondo. Il divenire è da Severino inteso come l'apparire dal nulla e lo scomparire nel nulla degli enti, motivo per cui il concetto di divenire provoca un costante senso d'angoscia nell'uomo moderno. Da questa angoscia scaturisce il bisogno, per l'uomo, di escogitare una qualche scappatoia da questo processo di nullificazione dell'esistenza e dell'essenza. Tale scappatoia è vista da Severino nell'innalzamento degli Immutabili, ossia di valori, come la Gloria, che riescono in qualche modo a superare l'orizzonte ontico e a superare la mortalità dell'uomo.
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