Carinaro
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Carinaro | |||
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Stato: | Italia | ||
Regione: | Campania | ||
Provincia: | Caserta | ||
Coordinate: |
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Altitudine: | 19 m s.l.m. | ||
Superficie: | 6 km² | ||
Abitanti: |
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Densità: | 1121 ab./km² | ||
Frazioni: | |||
Comuni contigui: | Aversa, Gricignano di Aversa, Marcianise, Santa Maria Capua Vetere, Teverola | ||
CAP: | 81032 | ||
Pref. tel: | 081 | ||
Codice ISTAT: | 061016 | ||
Codice catasto: | B779 | ||
Nome abitanti: | carinaresi | ||
Santo patrono: | Sant'Eufemia | ||
Giorno festivo: | 16 settembre | ||
Carinaro è un comune di 6.729 abitanti della provincia di Caserta.
Indice |
[modifica] Storia
Carinaro sorse nel territorio dell'antica Liburia Atellana, una regione assai fertile, compresa tra il fiume Clanio, il bosco di Acerra e il fossato di Napoli, già luogo di insediamenti umani in età neolitica e di successive frequentazioni databili alle età del bronzo e arcaica, nonché probabile sede d'uno stanziamento militare di confine tra centurie romane.
A seguito alle invasioni barbariche, la popolazione della città osca di Atella, già famosa nell'antichità ed importante sede vescovile dell'Impero Romano d'Occidente, cercò rifugio nelle contrade vicine dando vita a piccole comunità agricole assediate da Saraceni, Greci e Longobardi. Questi ultimi occuparono il casale di Carinaro, menzionato per la prima volta in alcuni scritti longobardi del V secolo come Cerinaru.
L'arrivo dei Normanni nella contea di Aversa (1030) segnò la rinascita dell'agro.
Delle scarse notizie storiche di Carinaro in età feudale, sappiamo che al tempo di |Giovanna II il feudo fu proprietà dei Sanframondo e che fu poi diviso tra gli eredi, venendo riunito di nuovo solo nel 1527 dai Brancaccio ed acquistato dai di Sangro nel 1580. Nel [[1689] contava 98 fuochi e ne erano duchi i Mormile, proprietari dell'omonimo palazzo ducale; nel 1797, passato in proprietà al barone Ronchi e fatto oggetto alla sua morte d'una violenta contesa, contava 750 anime. In quest'epoca gli abitanti del vicino villaggio di Casignano furono assegnati alla sua parrocchia e le due circoscrizioni unificate.
Nel 1928, con l'abolizione di Terra di Lavoro, Carinaro fu aggregata alla città di Aversa e riottenne la sua autonomia solo nel 1946.
[modifica] Urbanistica
Il centro storico di Carinaro, che si snoda intorno alle emergenze dell'antica chiesa madre di Sant'Eufemia e del Palazzo Mormile, è caratterizzato da un tessuto di case a corte. Si tratta d'una tipologia edilizia tipica dell'area aversana e discendente dal modello romano della domus, che qui si rivela perfettamente funzionale al sistema sociale patriarcale e alla duplice destinazione residenziale ed agricola dell'abitato.
[modifica] Evoluzione demografica
Abitanti censiti
[modifica] Cultura
[modifica] Manifestazioni
La festa di Sant'Eufemia, patrona di Carinaro, è oggi la principale e più sentita tra i pochi eventi tradizionali, per lo più religiosi, ancora onorati.
Essa ricorre il 16 settembre, ma le celebrazioni durano diversi giorni dando vita ad un nutrito programma di manifestazioni nel quale i riti religiosi si alternano alle cerimonie pubbliche, agli spettacoli di piazza, alle più varie e spettacolari competizioni, come la gara di fuochi pirotecnici o la popolare "Gara delle mazze", una sorta di asta pubblica nella quale il miglior offerente si aggiudica "le mazze di Sant'Eufemia", ossia il diritto ad accompagnare a spalla la statua della santa nel tragitto intercorrente fra la piazza di Carinaro e la chiesa.
È questo uno dei momenti salienti della festività, insieme naturalmente alle solenni processioni e funzioni eucaristiche, cui presiedono le massime autorità comunali e alla tradizionale vendita degli oggetti offerti alla Santa, ossia delle offerte in natura elargite durante la processione e la visita all'abitato.
[modifica] Carinaresi celebri
Negli ultimi anni Carinaro è assurta agli onori della cronaca per aver dato i natali a S.E. Crescenzio Sepe, già segretario generale del Grande Giubileo del 2000, elevato alla porpora cardinalizia, oggi Arcivescovo di Napoli.