Camillo Procaccini
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Camillo Procaccini (Bologna, 1551 - Milano, 21 agosto, 1629[1]) è stato un pittore italiano.
Nato a Bologna nel 1551, figlio del pittore Ercole Procaccini e fratello maggiore di Giulio Cesare e Carlo Antonio, entrambi pittori.
Camillo Procaccini apparteneva ad una geniale ed illustre stirpe di pittori; dalla natia Bologna si era trasferito a Milano alla fine degli anni ottanta del Cinquecento al seguito del conte Pirro Visconti Borromeo che gli affidò ben presto l’incarico della decorazione del celebre Ninfeo nella Villa Borromeo Visconti di Lainate che, dopo lavori di restauro è ora aperta al pubblico.
Procaccini fu un artista e un Maestro di incisiva e rilevante importanza per Milano, la Lombardia e, in particolare, per l'Insubria e, ovviamente, per il Ticino che dell'area insubrica è componente essenziale e imprescindibile. Le sue capacità, al di sopra della norma, gli valsero il soprannome di "Vasari della Lombardia".
Egli, anche per il suo originale eclettismo che interiorizzava e rielaborava le precedenti quanto intense esperienze emiliane e romane, fu, quindi, nell'esplosione e nella propagazione del Barocco lombardo una guida sicura per tanti giovani pittori, tanto che la sua bottega rappresentò davvero un laboratorio esemplare al quale, tra gli altri, attinse sapere ed affinamento l’intelligente creatività di artisti del calibro di Giovan Battista Discepoli.
I suoi sforzi per riformare lo stile della pittura religiosa si basano su una esposizione chiara e logica dei principi cattolici dettati dagli artisti della controriforma.
[modifica] Opere Principali
La bravura del Procaccini emerse subito, e tra le sue primissime opere, troviamo già lavori impegnativi come l'affrescatura della chiesa di San Prospero a Reggio Emilia, del 1587.
Altri lavori degni di nota, sono l'affrescatura della navata e dell'abside del Duomo in Piacenza, in collaborazione con Ludovico Carracci lavoro completato tra il 1605 e il 1609, e gli affreschi della volta e del coro della chiesa dei Santi Paolo e Barnaba a Milano del 1625.
Al Sacro Monte d'Orta è conservata una splendida natività: un tempo dipinta per adornare le pareti della prima cappella del complesso monumentale è stata di recente trasferita nella chiesa dei Santi Nicolao e Francesco al Monte, per preservarne l'integrità. Tra le altre opere dell'artista nel comune di Orta, vi è un suo quadro rappresentante S. Carlo Borromeo durante la peste, attualmente conservato nella chiesa parrocchiale.
Da segnalare anche un ciclo di tele oggi a Torre Garofoli, dipinto per la chiesa di San Francesco a Tortona su commissione di Giustina Gasrofoli, vedova di Prospero Visconti.