Telepace
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Telepace è un'emittente televisiva specializzata in trasmissioni in diretta di importanti eventi di carattere religioso riguardanti il cattolicesimo all'interno di un palinsesto classico. Ha iniziato a trasmettere nel 1979.
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[modifica] Storia dell'emittente
[modifica] Da Radiopace a Telepace
La nascita di Telepace avvenne quasi per caso. Nel 1977 alcuni ragazzi di Cerna, frazione di Sant'Anna d'Alfaedo, centro vicino ad un campo scuola della Diocesi di Verona che era situato a pochi chilometri nella pineta del Monte Loffa, decisero di creare una piccola radio: Radiopace.
La radio divenne un'emittente seguita in tutta la Diocesi e, nel 1979, si trasformò in Telepace.
[modifica] Un momento di crisi
Un momento critico nella crescita della televisione - con conseguenti difficoltà finanziarie - si ebbe quando si decise di trasmettere, invece che localmente, ad una dimensione sovraregionale. Don Guido Todeschini, il motore della crescita della televisione, descrive questa situazione critica in un libro di Ambrogio Stirelli dal titolo Storia di Telepace.
[modifica] Da piccola TV locale a emittente internazionale
Nell 1985, Telepace venne autorizzata ad accedere al seguito papale nei viaggi internazionali di Giovanni Paolo II. Fu la consacrazione che la fece diventare piano piano una televisione di livello internazionale.
Nel 1990, per desiderio dello stesso Papa Giovanni Paolo II fu aperta la sede di Telepace Roma: l'udienza del mercoledì, l'Angelus, il Rosario e le celebrazioni del pontefice arrivano integralmente e direttamente in ogni casa.
Con la crescita di Telepace migliorarono anche le tecnologie utilizzate: nel 1979 i programmi principali in esterni erano ripresi con telecamera fissa: in meno di venti anni l'emittente era arrivata ad essere una televisione all'avanguardia nell'uso delle migliori tecnologie.
Dal 1996 Telepace trasmette anche via satellite in digitale (Hot Bird II), raggiungendo l'Europa, il nord Africa e il Medio Oriente. In tutta la sua storia, Telepace non si è mai finanziata tramite messaggi pubblicitari ma è vissuta esclusivamente grazie donazioni o usando le parole di uno slogan : Telepace, che è voce di chi non ha voce, vive di carità per la carità
Giovanni Paolo II ebbe un rapporto di affetto particolare con Telepace. In una visita pastorale a Verona, nel 1988 - due anni prima dell'apertura degli studi di Roma - benedisse l'opera di questa televisione con le parole: Vi incoraggio a proseguire sulla strada di questo prezioso servizio all'uomo, fedeli a Dio e alla Chiesa.
Da questa esortazione Telepace ha aperto studi fissi in Italia (Trento, Agrigento e Lodi) e all'estero (Fatima e Gerusalemme)
[modifica] Va in onda TeleBugia
In un articolo apparso sul settimanale L’espresso, il giornalista Marco Damilano rivela alcuni retroscena riguardanti l’emittente televisiva. «Non dire falsa testimonianza, recita l’ottavo comandamento, oltre che il codice penale, ma alla procura di Roma pensano che nella tv del papa non sia molto rispettato. Il 12 settembre, infatti, il pm Giuseppe Corasaniti ha iscritto al registro degli indagati quattro dipendenti dell’emittente televisiva “Telepace” sospettati di aver dichiarato il falso davanti ai giudici. E così la saga della televisione che trasmette il verbo papale via satellite in cielo, in terra e in ogni luogo, si arricchisce di un nuovo capitolo che imbarazza il Vaticano.
Da un anno e mezzo, ormai, va avanti la teleguerra che contrappone il prete-editore-direttore, il veronese don Guido Todeschini, ai giornalisti della redazione romana, tra accuse, cause davanti al pretore, scioperi, insulti. Tra gli epurati c’è il volto più noto della tv, l’anchor-man Piero Schiavazzi, 500 telecronache papali e svariate interviste ai grandi della terra. Ora siamo alla resa dei conti: la chiusura della sede romana con il licenziamento dei quattro giornalisti. Consentito, afferma don Todeschini in una lettera alla redazione, da “accordi esistenti con la Santa Sede” che permettono l’uso gratuito delle immagini del papa anche senza informazione giornalistica. Affermazione quanto meno avventata: il Vaticano non ne sapeva niente e non è molto contento di essere chiamato in ballo per giustificare i licenziamenti. Il segretario di Stato, cardinale Tarcisio Bertone, ha consigliato moderazione a don Todeschini, suggerendogli la ripresa del dialogo con i giornalisti. Ed è in arrivo la nuova tegola: il procedimento giudiziario a carico dei dipendenti che hanno testimoniato dal pretore contro una giornalista accusandola di non aver rispettato l’orario di 36 ore settimanali. Dichiarazioni fotocopia che hanno insospettito il giudice, dato che una indagine dell’Inpgi [1] aveva dimostrato il contrario. E che hanno provocato l’iscrizione dei testimoni al registro degli indagati: istigati da qualche superiore, forse.
Ma da chi? Don Todeschini è un osso duro. Tre anni fa ha fondato una congregazione e ha costruito un santuario nella sua cittadina natale, Cerna, a pochi chilometri da Verona, da cui giusto trent’anni fa lanciò l’evangelizzazione dell’etere. Era l’epoca delle tv libere e fu un’ispirazione divina. Oggi ripete che il compito di “Telepace” è “dare voce a chi non ha voce”. A conferma della sua umiltà di cuore all’ultimo incontro con il sindacato ha mostrato le suole delle scarpe consumate dall’uso. La reazione, però, non è stata quella desiderata: “le sue scarpe sono un fatto privato, lei è un imprenditore che sta licenziando i suoi dipendenti senza motivo”. Più agguerrito di lui è l’uomo forte di “Telepace”, l’amministratore delegato Stefano D’Agostini, il vero padrone della tv papale, emittente italiana a tutti gli effetti. Eppure è un semplice capotecnico. La coppia Todeschini-D’Agostini vanta un rapporto privilegiato con un organismo vaticano, il Centro televisivo diretto da padre Federico Lombardi, di recente nominato capo della comunicazione della Santa Sede al posto di Navarro Valls. Con il sogno di diffondere via satellite l’immagine del papa senza mediazioni giornalistiche poco controllabili. Una nuova rete gestita direttamente dalla radio e dalla tv vaticana e con quel che resta di “Telepace”. Ma su questa strada, di mezzo, c’è la resistenza di quattro tenaci giornalisti. E ora, anche la procura di Roma».[2]
[modifica] Altre TV collegate
Con il nome di Telepace vi sono anche in altre città esperienze simili, anch'esse di stampo cattolici e promosse in genere, da un sacerdote. in particolare a Roma e a Chiavari, dove è l'emittente ufficiale della diocesi.
[modifica] Riferimenti
- ↑ Istituto Nazionale Previdenza Giornalisti Italiani
- ↑ Marco Damilano, Va in onda TeleBugia, su L’espresso, n.43 2 novembre 2006, pag.96