Streamers
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Streamers | |
Titolo originale: | Streamers |
Paese: | USA |
Anno: | 1983 |
Durata: | '118 |
Colore: | Colore |
Audio: | Sonoro |
Ratio: | 210:100 |
Genere: | Tragico |
Regia: | Robert Altman |
Soggetto: | David Rabe |
Sceneggiatura: | David rabe |
Produzione: | Robert Altman, Nick J. Mileti per Sandcastle 5 production |
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Fotografia: | Pierre Mignot |
Montaggio: | Norman C. Smith |
Costumi: | Scott Buschnell |
Leone d'oro a Venezia nel 1983 per migliore interpretazione *maschile a tutti i protagonisti
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Si invita a seguire lo schema del Progetto Film |
Streamers è un film di Robert Altman, prodotto nel 1983. Questo si inserisce nel decennio di sperimentazioni dell'autore.
[modifica] Contesto
Dopo gli splendidi ritratti corali di M.A.S.H., Nashville,le rivisitazioni di generi in cui si inseriscono I compari,Il lungo addio, Quintet, Buffalo Bill e gli Indiani; Altman approda qui nella ricerca cinematografica attraverso mezzi teatrali.
In seguito agli attriti tra le produzioni altmaniane e la politica degli studios hollywoodiani Altman si rifugia in questo tipo di produzioni a basso costo in cui tuttavia si trova perfettamente a suo agio.
I primi esperimenti di teatro vero e proprio non avevano convinto il regista in quanto riteneva che il suo teatro avesse bisogno di essere colto nei dettagli e nelle sfumature, che si perdevano nella distanza tra spettacolo e spettatore. L'esigenza di regia nelle sue produzioni teatrali lo spinge a creazioni come streamers
[modifica] Trama e Contenuti
Streames sviluppa la sua trama intorno a tre personaggi principali, tre ragazzi in camerata in attesa d'essere chiamati in missione nel Vietnam. Nello sviluppo vengono affrontate le tipiche tematiche altmaniane, dalla violenza insensata, al razzismo, al tema dell'omosessualità, e sarà quest'ultimo sconvolgere e mettere in crisi i personaggi, al punto da portarli ad inquietanti rigurgiti di violenza omicida. La lotta del giovane Ricky contro il pregiudizio si trasformerà tragicamente nella consapevolezza di immaturità da parte della società a temantiche simili.
La tristezza esistenziale si affaccia dietro i volti ubriachi dei due veterani paracadutisti che intonano (se così si può dire) le parole della canzone che ogni paracadutista deve cantare nel caso il suo paracadute non dovesse aprirsi, anche loro in qualche modo coscienti del gioco di morte ed insensatezza che si cela dietro la loro attività, uniti e resi vitali solo dallo spirito di camerata, d'amicizia, di condivisione dello stesso ruolo, nello stesso gioco. Ed è proprio giocando a nascondino che vengono coinvolti nel 'gioco di morte' che si stava consumando nel dormitorio
Le disquisizioni sulla guerra in realtà risultano molto vaghe ed imprecise, affrontate con quella superficialità tipica di chi parla di qualcosa che non conosce a fondo, con quell'ingenuità e disinformazione che caratterizzavano, e caratterizzano tutt'ora i soldati chiamati alle armi. Tuttavia il vero messagio antimilitarista si svela propri dietro queste sfumature, dallo sguardo dei veterani che cantano, all'ingenuità dei discorsi dei ragazzi, che sicuramente non si presentano come guerrieri od eroi: tuttal più come tre ragazzi che parlano come tra i banchi di scuola ad "ammazzre" il tempo; ed infine nell'insensatezza della violenza e di una guerra che sta trasformando dei ragazzi comuni in individui dominati da un cinismo cieco.
[modifica] Tecniche
A livello tecnico resistono invariati gli stilemi registici altmaniani, con una particolare innovazione, o meglio sottolineatura dell'uso dello zoom, questa volta trattato, se non per aumentare la tensione, come soggettiva del pesonaggio, come il fissare un punto nel vuoto in un momento di riflessione, o di vuoto mentale: la telecamera diviene personoaggio, e ci da del tempo, ci invita a rifletere insieme al personaggio, ed allo stesso tempo in qualche modo rivela il suo mondo interiore.