Strategia della tensione
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La locuzione "strategia della tensione" si riferisce all'insieme delle stragi e degli attentati terroristici italiani ed Europei avvenuti nei decenni successivi alla vittoria alleata nella Seconda guerra mondiale e, in Italia, con particolare intensità, tra il 1969 e il 1974.
In modo sempre più chiaro e documentato si sono raccolti indizi, e talora prove, di contiguità e collegamenti tra gli esecutori materiali di tale strategia, sovente individuati in appartenenti a movimenti politici (spesso legati ad ambienti di destra ed estrema destra), e strutture afferenti ai servizi segreti civili e militari di quasi tutti i Paesi NATO e persino di Stati neutrali, come la Svizzera.
Lo scopo di tale strategia sarebbe stato quello di creare allarme e terrore nell'opinione pubblica al fine di giustificare l'istaurazione di uno stato di polizia, anche attraverso il confezionamento di attentati congegnati in modo tale da farli apparire ideati ed eseguiti da membri di organizzazioni dell'estrema sinistra. In tale ottica, il movente di tale strategia, soprattutto in Italia e nel quadro della Guerra fredda, sarebbe stato quello di delegittimare il Partito Comunista Italiano (PCI) che, proprio negli "anni della contestazione" (1968 - 1978), arrivò ad un soffio dal divenire il primo partito italiano (34% dei consensi, nel 1976).
La definizione di "strategia della tensione" fu utilizzata per la prima volta dopo l'attentato del 12 dicembre 1969 alla Banca Nazionale dell'Agricoltura in Piazza Fontana a Milano. Nella strage di Piazza Fontana morirono 16 persone e 88 furono ferite.
L'ultimo attentato di grande rilievo asseritamente riconducibile alla stagione più calda della strategia della tensione in Italia fu la strage dell'Italicus a San Benedetto Val di Sambro, in provincia di Bologna, il 4 agosto 1974, in cui morirono 12 persone e altre 105 rimasero ferite.
Altri tragici attentati consumati in Italia furono quelli della strage di Bologna avvenuto il 2 agosto 1980 e del Rapido 904 del 24 dicembre 1984, ovvero la strage di Natale. Anche se l'attentato di Bologna appare sfuggire alla linea temporale 1969-1974, gli attentatori furono presunti essere inseriti fra le schiere dei membri della vecchia guardia della strategia della tensione.
[modifica] La riorganizzazione dei servizi segreti
Per quanto i dettagli fossero confusi, nella sostanza secondo alcuni sarebbe stato chiaro un eventuale coinvolgimento dei servizi segreti italiani, uno dei cui direttori, Vito Miceli, fu arrestato nel 1974.
Le proteste e le interrogazioni parlamentari per le deviazioni dei servizi segreti (quindi principalmente il SID) portarono nel 1977 ad una riorganizzazione che avrebbe dovuto dare maggiori garanzie democratiche.
Gian Adelio Maletti, l'ex capo dell'ufficio D del SID (dal 1971 al 1975), ora cittadino sudafricano e con diverse condanne pendenti in Italia (tra cui quelle relative ai depistaggi dei servizi nelle indagini sulla strage di piazza Fontana) il 4 agosto 2000 rilascia un'intervista al quotidiano La Repubblica in cui parla del coinvolgimento della CIA nelle stragi compiute dai gruppi di destra: secondo Maletti non sarebbe stata determinante nella scelta dei tempi e degli obbiettivi, ma avrebbe fornito ad Ordine Nuovo e ad altri gruppi di destra attrezzature ed esplosivo (tra cui, in base alle indagini effettuate allora dal SID, anche quello impiegato nella strage di piazza Fontana) con lo scopo di creare un clima favorevole ad un colpo di stato simile a quello avvenuto nel 1967 in Grecia e del fatto che al SID, nonostante questo servizio informasse il governo di quanto scoperto, non fu mai chiesto di intervenire.
[modifica] Voci correlate
- Anni di piombo
- Banda della Magliana
- Fatti di Reggio (la rivolta popolare di Reggio Calabria)
- Lista delle stragi avvenute in Italia
- Operazione Gladio
- P2 (loggia massonica)
- Piano Solo