Storia dell'Umbria
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[modifica] Gli Umbri
Gli Umbri diedero vita, in epoca protostorica, a molte città nell'Umbria odierna, tra cui quelle che oggi chiamiamo Amelia (Ameria), Assisi (Asisium), Bettona (Vettona), Città di Castello (Tifernum), Foligno (Fulkinion, o Fulginium), Gualdo Tadino (Tadinum) , Gubbio (Ikuvium), Narni (Narnia - Nahar), Nocera Umbra (Nuceria), Spoleto (Spoletium), Terni (Interamna Nahars), Todi (Tular) e varie altre.
Con l'aumentare della potenza militare dei popoli confinanti (i Sabini a sud, i Piceni a est, gli Etruschi ad ovest e i Galli Senoni a nord), gli Umbri furono costretti a restringere i loro vasti confini. I documenti tramandati dallo storico Strabone (vissuto in età augustea) e le Tavole eugubine (redatte tra il III e il I secolo a.C.), rinvenute a Gubbio e conservate al Palazzo dei Consoli, descrivono un popolo progredito ed organizzato in città-stato federate tra loro. Da notare che Sabini e Piceni furono popoli derivati dagli Umbri.
[modifica] Gli Etruschi
Gli Etruschi furono presenti in varie parti dell'attuale Umbria, alla destra del Tevere (teritorio chiamato Etruria Tiberina) e sono numerose le testimonianze dei loro insediamenti. A Perugia ci sono le tombe ipogee dei Volumni, di San Manno e dei Cutu; ad Orvieto (l'antica Volsinii etrusca) sono presenti parecchi reperti provenienti dalle necropoli e conservati nei musei. Per secoli Umbri ed Etruschi si combatterono duramente per il dominio della regione, fino a quando, nel 299 a.C. le legioni romane iniziarono l'invasione del territorio umbro.
[modifica] I Romani
Nonostante la resistenza degli Umbri contro le legioni romane, con la vittoria di Sentino nel 295 a.C., i Romani imposero il proprio dominio sull'intera Umbria e su tutta l'Italia centrale.
Furono istituite le colonie romane a Senigallia (Sena Gallica, 283 a.C.), Rimini (Ariminum, 268 a.C.), Spoleto (Spoletium 241 a.C.) e furono realizzate importanti opere pubbliche come la via Flaminia (220 a.C.) tra Roma e Rimini. Durante la seconda guerra punica e l'invasione di Annibale vennero combattute nel territorio umbro la battaglia del Trasimeno (217 a.C., presso Tuoro, sul lago) e la battaglia di Plestia (a Colfiorito, presso Foligno).
Nel 90 a.C. venne concesso agli Umbri il diritto romano, ossia lo status di cives romani. Durante la guerra civile scoppiata fra Marco Antonio e Ottaviano, Perugia divenne l'ultima roccaforte dei seguaci di Marco Antonio: assediata, capitolò e fu distrutta nel 40 a.C. e solo più tardi venne ricostruita per ordine dello stesso imperatore Augusto.
Lo stesso imperatore Augusto, nella suddivisione amministrativa dell'Italia, creò una regione Umbria, che era la VI regione, ma che non corrispondeva alla regione attuale: infatti non ne facevano parte i territori sulla riva destra del Tevere, come Perugia e Orvieto, che facevano parte dell'Etruria (VII regione), mentre vi erano inclusi territori che non fanno parte della regione odierna, come il territorio da Senigallia a Pesaro (Ager Gallicus) incardinato sulla via Flaminia.
[modifica] I barbari
Tramontato l'impero romano nel 476, il territorio subì le invasioni barbariche e le lotte tra Ostrogoti, impero bizantino e Longobardi. Il cristianesimo si diffuse e l'Umbria ebbe 21 diocesi.
Gli Ostrogoti di Totila, prima di essere sconfitti a Gualdo Tadino nel 552 dalle truppe del generale bizantino Narsete, conquistarono Assisi, distrussero Spoleto e assediarono Perugia.
Nel 571 i Longobardi, dopo aver conquistato la pianura Padana, discesero l'Appennino e fondarono in Umbria il ducato di Spoleto che restò formalmente indipendente fino al 1250. L'Umbria venne così divisa in due blocchi ben distinti: il ducato longobardo e la lunga e stretta fascia del cosiddetto Corridoio bizantino: Bisanzio manteneva infatti il possesso di un percorso tra Roma e l'Esarcato di Ravenna. Il perno del sistema difensivo era rappresentato da Perugia, governata da un "esarca", che invano i Longobardi cercarono di conquistare. Poiché il ducato di Spoleto controllava la via Flaminia i collegamenti tra Ravenna e Roma si svolsero per quasi mezzo secolo, su un percorso alternativo più ad occidente, lungo la strada Amerina (Roma, Nepi, Faleri, Amelia, Todi, Bettona, Perugia), che si ricongiungeva alla Flaminia a Scheggia, al di fuori cioè del territorio longobardo. Il "corridoio Bizantino" isolò tuttavia la regione dalle grandi correnti dei commerci e dei pellegrinaggi, che preferirono le vie più tranquille del Lazio e delle Marche. Nel 774, con la sconfitta del re longobardo Desiderio ad opera di Carlomagno, le terre umbre furono integrate nel regno dei Franchi e fu lo stesso Carlomagno a donare i domini umbri al Papa mantenendo, però, su di essi, un non precisato "diritto di supremazia" che scatenerà, alla fine, la lotta tra Impero e Chiesa per il controllo del territorio.
[modifica] Comuni e signorie
Con il crollo dell'impero di Carlomagno, l'autorità del papato si consolidò fortemente e la Chiesa annetté città e territori umbri allo Stato pontificio, investendo i vescovi di ampi poteri secolari. Le città iniziarono tuttavia a reclamare maggiore autonomia e vennero creati i primi liberi comuni, che furono spesso in lotta tra loro, sia per motivi territoriali che politici. Ai Guelfi, sostenitori del potere temporale della Chiesa, si opposero i Ghibellini, fedeli all'imperatore. Perugia fu per questo motivo a lungo in guerra contro Assisi e Foligno.
Nel XIV secolo, come in altre regioni, l'Umbria fu caratterizzata dal nascere di signorie locali, come quelle dei Monaldeschi ad Orvieto, degli Atti a Todi, dei Vitelli a Città di Castello, dei Gabrielli a Gubbio, degli Anastasi prima e dei Trinci poi a Foligno, e dei Baglioni a Perugia. Lo Stato pontificio riuscì comunque, verso la fine del secolo, ad assogettare tutto il territorio umbro.
Dal Quattrocento alla fine del Settecento l'Umbria rimase ai margini della storia italiana. Le sue città, tuttavia, furono spesso travagliate da lotte intestine o di rivolta verso la Chiesa. Nel 1540 i Perugini si ribellarono allo Stato pontificio a causa di un'imposta sul sale, ma la rivolta venne repressa duramente da papa Paolo III, che fece radere al suolo le dimore dei Baglioni e su di esse fece erigere, poco dopo, la Rocca Paolina. Nel 1564 a Terni i Banderari, rappresentanti della borghesia, furono estromessi dal "Consiglio comunale" causando una rivolta popolare contro il clero e la nobiltà, anch'essa duramente repressa dalle truppe del cardinale Monte Valenti.
[modifica] La fine del potere della Chiesa
Con l'Illuminismo e la Rivoluzione francese del 1789, anche in Umbria si diffusero i primi moti di rivolta contro il potere ecclesiastico. Per ben due volte la Chiesa vide spezzato il proprio dominio sui territori umbri: tra il 1798 e 1799, quando le truppe francesi invasero la regione annettendola alla Repubblica romana, e tra il 1809 e il 1814 quando divenne un dipartimento dell'Impero napoleonico con capitale prima a Foligno e poi a Spoleto.
La Chiesa riuscì a soffocare i moti del 1813 e del 1848, ma il 14 settembre 1860 le truppe piemontesi entrarono a Perugia, incorporando tutta l'Umbria nel nascente regno d'Italia. Il territorio mantenne inizialmente la vecchia suddivisione in sei circondari (Perugia, Orvieto, Spoleto, Foligno, Terni e Rieti), riuniti in seguito nella provincia di Perugia. Nel 1927 venne istituita la provincia di Terni, nata dall'unione dei vecchi circondari di Terni e Orvieto e fu creata la provincia di Rieti che passò al Lazio.