Spelonga
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La frazione di Spelonga appartiene al territorio del comune di Arquata del Tronto in provincia di Ascoli Piceno. Si raggiunge lasciando la Via Salaria a Trisungo incominciando a salire per una strada che supera la frazione di Faete e attraversa un bosco di castagni.
Spelonga | |||
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Stato: | Italia | ||
Regione: | Marche | ||
Provincia: | Ascoli Piceno | ||
Comune: | Arquata del Tronto | ||
Coordinate: |
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Altitudine: | 1000 m s.l.m. | ||
Abitanti: |
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CAP: | 63040 | ||
Pref. tel: | 0736 | ||
Nome abitanti: | Spelongani | ||
Santo patrono: | |||
Giorno festivo: | {{{valFestivo}}} | ||
Indice |
[modifica] Toponimo
Il nome Spelonga, in tempi più antichi Aspelonga, può avere due radici di derivazione. Alcuni la individuano nella parola spelonca intesa come cavità naturale, non ancora rintracciata, ma ritenuta presente nelle vicinanze del paese. Altri intendono la derivazione da apis longa cioè serpe lunga tipo di rettile presente nei luoghi.
[modifica] Geografia
Spelonga così come il comune di Arquata del Tronto ha il territorio tra due parchi nazionali: il Parco nazionale dei Monti Sibillini e il Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.
Il paese è costituito da parecchie abitazioni, molte delle quali conservano l’antico aspetto con le mura in pietra, con scalette esterne e piccoli loggiati. Sparsi un po’ ovunque sugli architravi delle porte dei bassorilievi, quello più ricorrente reca scolpita la figura di un angelo in volo.
[modifica] Luoghi di interesse
[modifica] La Chiesa di Sant’Agata
La chiesa parrocchiale di Spelonga si trova sulla piazza, all’interno del paese, ed è dedicata a Sant'Agata vergine e martire.
Edificata nella seconda metà del 1400 ha una facciata è molto semplice, presenta solo un portale in pietra arenaria locale, con richiami di stile rinascimentale, che sicuramente è stato aggiunto dopo la sua costruzione.
La particolarità che maggiormente caratterizza la chiesa è la presenza, al suo interno, di una bandiera da combattimento, con stemma mussulmano, che fu strappata dagli Spelongani ad una nave turca che, nel 1571, partecipò alla Battaglia di Lepanto. Questo trofeo di guerra è conservato all’interno di una teca di vetro incorniciata posta a sinistra dell’altare maggiore.
Dal 1933, a seguito della demolizione della chiesa di Santa Maria di Loreto aCollepiccioni, la chiesa di Sant’Agata ospita molti beni artistici che vi furono trasferiti tra cui: affreschi di scuola umbra, della fine del 1400, attribuiti a Panfilo da Spoleto, tempere del XVII secolo, un gruppo in terracotta di arte sacra abruzzese, del XVI secolo, posto sull’altare maggiore, la bandiera della Battaglia di Lepanto.
Sulle pareti sono visibili anche altri affreschi originari della chiesa di Sant'Agata, commissionati dalla famiglia Martorelli.
L’interno si sviluppa in un unico ambiente rettangolare con un bel soffitto in legno con capriate a vista.
Un particolare cenno merita l’altare maggiore, del 1631, realizzato in legno di noce intagliato che ha al centro il gruppo in terracotta policroma di Sebastiano Aquilano. Un altro altare ligneo, fatto costruire nel 1638 dalla confraternita del santissimo rosario, è collocato sulla parete di destra, vicino all’ingresso laterale.
Gli affreschi del 1400 che provengono dalla chiesa demolita di Santa Maria sono stati realizzati da Panfilo da Spoleto. Sulla parete destra c’è la Madonna di Loreto, del 1483, a sinistra San Bernardino, del 1482, Sant’Agata e San Lorenzo corredati con gli strumenti del loro martirio.
Gli affreschi del 1500 sono stati dipinti da pittori locali ispirati sia alla scuola umbra che allo stile di Nicola Filotesio, noto come Cola dell’Amatrice.
Nel presbiterio ci sono le immagini dei Quattro Evangelisti che erano presenti nelle lunette della vecchia chiesa di Santa Maria.
[modifica] Voci correlate
[modifica] Bibliografia
- N. Galiè e G. Vecchioni, Arquata del Tronto, Società editrice Ricerche s.a.s. Via Faenza 13, Folignano (AP), Stampa D’Auria Industrie Grafiche s.p.a., Sant’Egidio alla Vibrata (TE), Edizione marzo 2006, pp 18, 102;
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