Sophie Germain
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Marie-Sophie Germain (Parigi, 1 aprile 1776 - 27 giugno 1831) fu una brillante matematica francese. Per diversi anni fu costretta ad utilizzare uno pseudonimo maschile, perché all'epoca le donne erano ancora escluse dagli ambienti accademici.
Il suo amore per la matematica nacque nel 1789, lo stesso anno in cui scoppiò la Rivoluzione Francese. Sophie Germain aveva allora 13 anni. Nella biblioteca del padre, un ricco mercante parigino, aveva trovato un libro sulla storia della matematica. Rimase colpita dal racconto della morte di Archimede: il matematico di Siracusa era così concentrato su un problema geometrico da non prestare attenzione ad un soldato dell'esercito romano che aveva invaso la città. Il soldato, irritato dalla mancata risposta alla sua domanda, lo uccise sul posto con la sua spada. La ragazzina pensò che la matematica doveva essere un argomento affascinante, se qualcuno ne era attirato al punto da perdere la vita.
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[modifica] La scoperta della matematica
Da quel momento Sophie Germain divorò qualsiasi testo di matematica riuscisse a trovare nella biblioteca paterna. I genitori inizialmente osteggiarono questo suo interesse, perché non lo ritenevano consono ad una giovane donna. Sophie Germain doveva studiare di notte, portando di nascosto libri e candele nella sua camera. Alla fine i genitori furono convinti dalla sua tenacia, e acconsentirono a lasciarla studiare. Il padre avrebbe poi finanziato gli studi della figlia per tutta la vita.
Per diversi anni Sophie studiò da sola. Gli insegnanti privati, con i loro programmi di "matematica per signorine", non erano in grado di soddisfare il suo appetito culturale. Non c'erano esperti di matematica nemmeno tra gli amici di famiglia, che potessero farle conoscere gli sviluppi più recenti in quel campo.
[modifica] L'incontro con Lagrange
Nel 1794 fu aperta a Parigi l'École Polytechnique, istituzione destinata alla formazione superiore di scienziati e matematici. Sarebbe stata la scuola ideale per Sophie Germain, allora diciottenne. Ma per legge le donne erano escluse dai corsi. La ragazza ricorse allora ad uno stratagemma: assunse un'identità maschile facendosi passare per Antoine-August Le Blanc, uno studente che risultava iscritto all'École, ma che aveva in realtà abbandonato gli studi. Per non farsi scoprire non poteva frequentare i corsi, ma riusciva ad ottenere le dispense su cui studiare e presentare le sue elaborazioni scritte ai docenti.
Il professor Lagrange, uno dei matematici più importanti dell'epoca, fu molto colpito dall'improvviso e notevole salto di qualità dei lavori di Antoine-August Le Blanc, uno studente che non aveva mai mostrato brillanti doti di matematico. Chiese con insistenza un incontro con lui, e Sophie Germain, a malincuore, fu costretta a rivelare la sua identità. Contrariamente a quanto temeva la giovane, Lagrange, pur stupito nell'incontrare una ragazza, si complimentò con lei per il suo talento, e la invitò a proseguire gli studi.
Con il sostegno di un mentore come Lagrange, Sophie Germain si dedicò alla ricerca matematica più avanzata. Si interessò di teoria dei numeri e lavorò a lungo sull'ultimo teorema di Fermat. Nel corso di queste ricerche arrivò ad individuare un particolare tipo di numero primo (che da lei prese il nome di numero primo di Sophie Germain). Sentiva però il bisogno di confrontarsi con un esperto, e scrisse direttamente alla massima autorità in materia, Carl Friedrich Gauss.
[modifica] La corrispondenza con Gauss
La corrispondenza tra Sophie Germain e Carl Gauss iniziò nel 1804. Temendo di non essere presa sul serio in quanto donna, la studiosa utilizzò di nuovo lo pseudonimo di Antoine-August Le Blanc in tutte le lettere.
Nel 1806 le armate di Napoleone invasero la Prussia, dove Gauss viveva nella città di Braunschweig. Sophie Germain temeva che a Gauss potesse toccare la stessa sorte di Archimede: ucciso da un soldato francese perché assorto in un ragionamento matematico. Si raccomandò con un generale amico di famiglia di riservargli un trattamento di riguardo. Il generale mantenne la promessa, e rivelò poi a Gauss che doveva ringraziare Sophie Germain per la sua incolumità. Gauss si meravigliò, perché il nome non gli diceva nulla.
Nella lettera successiva la donna fu allora costretta a svelare la vera identità di Antoine-August Le Blanc. Si aspettava l'ira di Gauss per l'inganno, ma invece ricevette anche da lui elogi per il suo talento e per il suo coraggio.
Il loro scambio epistolare si interruppe nel 1808. Gauss era stato nominato professore di astronomia all'università di Göttingen, e aveva abbandonato la teoria dei numeri per gli studi di matematica applicata. Le lettere di Sophie Germain rimasero senza risposta.
[modifica] I riconoscimenti
Senza l'appoggio di Gauss, Sophie Germain non se la sentì più di continuare il lavoro sulla teoria dei numeri, e si dedicò ad altre linee di ricerca.
Nel 1809 l'Accademia delle Scienze indisse un concorso per trovare una spiegazione matematica agli esperimenti del fisico Chladni sulle vibrazioni delle superfici elastiche. Napoleone stesso era molto interessato a questo risultato, al punto da offrire come premio al vincitore una medaglia d'oro da 1 kg.
Sophie Germain si dedicò a questa nuova sfida, e alla scadenza dei due anni fissati dall'Accademia delle Scienze, fu la sola a presentare un lavoro. La commissione si rifiutò sulle prime di riconoscerle il premio, per via di alcuni errori, ma Sophie Germain ne ripresentò una versione riveduta e corretta, e nel 1815 ottenne finalmente il riconoscimento dovuto.
La vittoria al concorso la consacrò definitivamente, a quarant'anni, come uno dei grandi matematici del tempo. Fu ammessa a frequentare le sessioni dell'Accademia delle Scienze, un privilegio fino ad allora riservato solo alle mogli degli scienziati membri. Sophie Germain invece non si sposò mai.
Nel 1830 l'università di Göttingen, su pressione di Gauss, decise di assegnarle una laurea ad honorem, ma Sophie Germain non fece in tempo a riceverla, perché mori di cancro al seno appena un anno dopo.
[modifica] Bibliografia
- Simon Singh, L'ultimo teorema di Fermat, 1999, Fabbri ed., ISBN 8817112917
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