Società Italiana per le strade ferrate meridionali
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La Società Italiana per le strade ferrate meridionali è una società ferroviaria che venne fondata nel 1862 dal conte Pietro Bastogi.
Durante il breve periodo in cui Garibaldi aveva assunto la dittatura a Napoli, aveva decretato l'esecuzione a spese dello Stato di linee ferroviarie allo scopo di attuare la congiunzione con la rete romana di ambedue i versanti adriatico e tirrenico del vecchio regno borbonico. Ne era stata incaricata la "Società Adami e Lemmi" , la cui concessione era stata poi ratificata dal Governo d'Italia. Ma i vari capitalisti, per gravi difficoltà finanziarie, abbandonarono l'impresa. Fu a questo punto che il conte Bastogi, con il concorso di altri finanziatori, nel 1862 assunse la concessione di quelle ferrovie meridionali, stabilita poi con la legge del 21 agosto dello stesso anno. Ebbe così origine la Società per le strade ferrate meridionali, prima grande azienda ferroviaria d'Italia, con sede a Firenze, formata da italiani e con capitali italiani.
In seguito la Società delle Meridionali ebbe, in aggiunta, la tratta Bologna - Ancona, arrivando così a possedere l'intera ferrovia da Ancona ad Otranto, comprese le diramazioni da Bari per Taranto, da Foggia per Napoli e da Pescara per Ceprano. Nel 1871, infine, fu incaricata dal Governo di procedere anche al completamento e all'esercizio della costruenda rete calabro-sicula.
Ma il nuovo ordinamento ferroviario previsto non ebbe i risultati previsti inconvenienti e, imponendosi la necessità di provvedimenti, si cominciò a proporre l'idea del riscatto di tutta la rete italiana. Nel 1874 vi fu una prima proposta di riscattare le ferrovie romane e quelle meridionali, ma cosa non ebbe seguito.
Dopo le conclusioni della Commissione parlamentare d'inchiesta che furono favorevoli al proseguimento dell'esercizio privato, il 23 aprile 1884 furono stipulate, per la durata di 60 anni le Convenzioni tra lo Stato e tre Società private e approvate il 6 marzo 1885. Le Convenzioni ripartivano le linee in senso longitudinale e assegnavano alla Società per le Strade ferrate meridionali del gruppo Bastogi l'esercizio della maggior parte della rete ferroviaria gravitante sull'Adriatico, già in parte di sua proprietà, ed inoltre le linee della Lombardia ad est di Milano, del Veneto e dell'Emilia per un totale di 4379 km. Il ministro Depretis più tardi provvide al riscatto delle linee romane e meridionali, concedendole in esercizio alle due società, "Mediterranea" e "Adriatica", che avrebbero pagato un canone fisso allo Stato a determinate condizioni. Ciò avvenne nel 1895, mediante una convenzione. La rete Adriatica venne data alla "Società delle strade ferrate meridionali", che mantenne il suo assetto giuridico e societario e pagò allo Stato la somma di 115 Milioni di lire ottenendo la concessione di quella che verrà denominata Rete Adriatica. Secondo l'annuario statistico del 1898, pubblicato dal ministero di Agricoltura, Industria e Commercio, a dicembre 1896 la Rete Adriatica aveva l'estensione di km 5.602.
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