Sergio D'Elia
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Sergio D'Elia (Pontecorvo, Frosinone 5 maggio 1952) è un politico italiano della Rosa nel pugno condannato a 25 anni per banda armata e omicidio[1].
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[modifica] Biografia
Iscritto alla Facoltà di Scienze Politiche di Firenze, membro di Potere Operaio, poi di Senza tregua, infine di Prima Linea, l'organizzazione terroristica di sinistra di cui fu il dirigente.
Condannato a 25 anni di prigione per l'assalto al carcere di Firenze, in cui rimase ucciso l'agente Fausto Dionisi, ne ha effettivamente scontati solo 12 grazie ad una riduzione di pena.
Nel 1986, si è iscritto al Partito Radicale durante la campagna per i mille iscritti, abbracciando così le posizioni nonviolente del partito.
A partire dal 1987, nella Segreteria del Partito Radicale, si occupa soprattutto della riforma penitenzaria.
Nel 2000 D'Elia viene riabilitato dal tribunale di Roma, che cancella le pene accessorie, consentendogli l'eleggibilità.
Organizza in seguito un'associazione per far riconoscere il voto ai detenuti e per la riforma delle pene supplementari. Ha collaborato al progetto per il Partito Nuovo e fondato, con Mariateresa Di Lascia, l'Associazione Nessuno tocchi Caino per l'abolizione della pena di morte nel mondo.
Nelle elezioni politiche di aprile 2006 è stato eletto alla Camera dei deputati per la Rosa nel Pugno ed è in seguito stato nominato dall'Unione segretario della Camera, suscitando accese proteste sia da parte dei familiari dell'agente Fausto Dionisi, sia da parte di alcuni sindacati delle forze di pubblica sicurezza.
[modifica] Voci correlate
[modifica] Riferimenti
- ↑ Stefano Zurlo, su Il Giornale del 3 giugno 2006 [1]